Diamo un’occhiata ad alcuni aspetti legati alle performance sia in termini di tempi di apertura che di ottimizzazione delle conversioni.
Per trattare questo tema ho scomodato un “inavvicinabile” della SEO italiana, Pasquale Gangemi, Head of Operation in Pro Web Consulting.
Ciao Pasquale, ci racconti i tuoi attuali focus lavorativi?
Attualmente ricopro il ruolo di Head of Operations in Pro Web Consulting, società di consulenza digital su SEO, SEA, CRO e Web Analytics (parte del Gruppo Cerved da ottobre 2018).
Prima di raccontarti il presente, però, mi piacerebbe fare un breve excursus della mia carriera in azienda.
Faccio parte del team di Pro Web Consulting da aprile del 2013: allora il nostro focus era esclusivamente il posizionamento sui motori di ricerca ed eravamo un gruppo composto da sole 6 persone.
Col passare del tempo, grazie a un servizio di altissima qualità e a risultati importanti su progetti strategici (cito ad esempio le success case di cui abbiamo parlato nel corso degli anni allo IAB forum, come Sale&Pepe di Mondadori nel 2015, Hogan del gruppo Tod’s nel 2016, Conte.it del gruppo Admiral nel 2017 e Costa Crociere nel 2019) sono aumentate le risorse in staff, grazie all’incremento del numero di progetti e del fatturato.
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Dal 2015 il mio ruolo si è evoluto da SEO Specialist a Head of SEO di una piccola squadra di circa 10 persone, dando il via ad un percorso di crescita manageriale piuttosto che “tecnico”, culminato con la promozione al ruolo di Head of Operations (all’interno del mio team oltre agli Account sono stati integrati gli Head of e gli Specialist degli altri servizi che abbiamo iniziato ad offrire dal 2018).
Oggi mi occupo quindi di coordinare tutto il team operativo (che ad oggi conta circa 65 risorse), supervisionare i progetti, definire processi e linee guida ed interfacciarmi con i clienti, intervenendo soprattutto su questioni complesse.
Se dovessi sintetizzare in una parola quello che è il mio obiettivo per il 2020, che è ciò che ho sempre fatto durante il mio percorso, è dare tutto quello che ho e che so alle persone con cui mi interfaccio (membri del mio gruppo, di Pro Web, clienti, altre aziende con cui ci troviamo a lavorare sullo stesso progetto) e cercare di trasferire quanto più valore possibile ai miei interlocutori.
L’ottimizzazione delle conversioni ha un impatto sulla SEO?
È un aspetto un po’ controverso, la risposta tipica del consulente in questi casi è: “Dipende!”.
La mia opinione va nella direzione del “Sì, spesso!” per un motivo piuttosto semplice: l’obiettivo di Google (e dei motori di ricerca in generale) è quello di fornire ai propri utenti il risultato più pertinente possibile in relazione alla query digitata.
Per questo sostengo da diversi anni che Google è diventato un motore di risposta e che “Content is king” vale solamente se ci aggiungiamo “Answer is queen”. Alla luce di quanto detto, credo sia evidente che la risposta alla domanda dell’utente sia, molto spesso, la conversione (che non dovrebbe essere intesa come mero “acquisto” in un sito e-commerce) pertanto, senza entrare troppo nei dettagli e approfondire i concetti di “search refinement rate” e “rendering” delle pagine o di come Google possa usare i dati di Chrome o Google Analytics, ti rispondo che un impatto tra queste due aree è più frequente di quanto si possa pensare.
Il posizionamento organico beneficia delle strategie multicanale?
Se la strategia fosse corretta sì, altrimenti potrebbe anche sortire l’effetto contrario (e capita innumerevoli volte). Basti pensare al rapporto “conflittuale” tra SEO e SEA (approfondito dalla mia collega Sveva Coltellacci, responsabile del team SEA di Pro Web Consulting) oppure al fatto che CRO e SEO a volte si trovano a dover lavorare sugli stessi aspetti con indicazioni corrette per entrambi benché opposte (es. posizione del testo in pagina, contenuto e posizione dei menu di navigazione, ecc.).
Conta di più avere buoni contenuti o buone performance? (e vale per tutti?)
I contenuti sono fondamentali ma se il sito web si carica in 9,5 secondi, probabilmente verranno letti da ben pochi visitatori. Uno degli ultimi aggiornamenti di Google lo avrei chiamato Google Koala (P.S. ne approfitto per invitare i lettori a effettuare una donazione a favore degli sfollati a causa degli incendi in Australia): infatti, l’azienda di Mountain View ha deciso, deliberatamente, di diventare pigra nella scansione dei nostri siti e quindi di dedicare il giusto spazio, tempo e risorse per questa fase, con tutte le conseguenze (positive o negative) che ne derivano. Ne consegue che, se il sito ha degli ottimi contenuti ma delle scarse performance, difficilmente riuscirà a ottenere dei risultati eccezionali (e se li ottenesse, sarebbe un risultato poco duraturo) e questo vale per tutti.
Secondo te, come cerca di crescere Google? Cosa vogliono raggiungere?
Google ha in cantiere migliaia di progetti per crescere (e magari dominare il mercato), se dovessi pensare a un solo obiettivo, direi che consiste nell’incrementare il market share:
- sulla ricerca vocale, realizzando e migliorando gli Home Assistant per competere con Apple/Amazon;
- sulla ricerca locale, incentivando l’uso di Google Maps soprattutto dal punto di vista delle review e contrastare TripAdvisor;
- e sulla ricerca di prodotti, che oggi vede il primato indiscusso di Amazon.