Il community manager è una figura professionale di alto profilo che si occupa di favorire un clima conversazionale positivo, rispondendo direttamente ai post e moderando le discussioni online inerenti il brand di interesse.
Il lavoro del community manager è dunque facilitare il dialogo tra persone che si confrontano su argomenti pertinenti con il brand di riferimento su canali aziendali o riferiti a terzi. Oggi ti racconto la vita feroce e le competenze necessarie per fare il community manager, o meglio per sopravvivere a questa professione, con tutto ciò che comporta.
Il clima sui social network
Non serve ricordare ciò che è già noto a tutti: i social network sono il dominio della gratificazione istantanea senza se e senza ma, dunque fondamentalmente un postaccio. E ci viviamo immersi tutti. Per “gratificazione istantanea” intendo quella sottile ed effimera soddisfazione data dall’aver scritto una falsità crudele e del tutto gratuita nei confronti di qualcuno che non conosci minimamente e che si occupa di una materia che non hai mai nemmeno immaginato di voler conoscere.
I social sono il più efficace sfogatoio per le tensioni sociali mai concepito. Le persone non stanno smettendo di fumare per via delle campagne contro il fumo, ma perché se un tempo l’alibi per l’esistenza era accendersi una sigaretta, oggi è aprire facebook e vomitare fango con disinvoltura verso il primo sconosciuto che hai (virtualmente) davanti.
Il fumo danneggiava te e chi avevi intorno, i social inquinano l’universo. Ora c’è da dire che incidentalmente sono anche il più incredibile dispositivo di aggregazione culturale della storia e neanche a dirlo, sono uno strumento di comunicazione business incredibilmente efficace. Ed è in questo scenario che si innesta la figura del community manager, il cui ruolo strategico non è semplicemente fare da facilitatore per il confronto, ma anche (e spesso soprattutto) cogliere i “flame” prima che esplodano o per lo meno prima che degenerino in eventi catastrofici per il brand obiettivo.
Hard skills vs soft skills
Ogni tanto mi capita di vedere le pubblicità di corsi e master in community management e immancabilmente finisco a chiedermi quanto questo mestiere sia apprendibile attraverso lo studio di un libro o la frequentazione di un corso. La sensazione è che spesso si confonda il community management con il social media management, che invece di occupa studiare i concorrenti, definire e sviluppare il piano editoriale, pianificare il calendario delle pubblicazioni. Come puoi intuire subito, queste sono tutte competenze che vanno certo sviluppate con l’esperienza, ma che si possono apprendere facendo un corso.
Il community manager (bravo) è invece una persona con delle soft skills fuori dal comune, perché riesce a catturare l’attenzione fornendo gli stimoli giusti per la discussione al di là dei contenuti del piano editoriale e – quando occorre – a separarsi dall’ego quanto basta per non lasciarsi travolgere nel turbinio fangoso delle apocalissi software, che esplodono fragorosamente, spesso per motivi futili. Ad ogni modo le due figure vengono confuse perché spesso si trovano a coincidere, soprattutto quando le aziende sono di piccole dimensioni. E come pensi possa imparare a separarsi dall’ego? Seguendo un webinar a pagamento? Beh…
Conclusioni (la mia esperienza)
Faccio (anche) da community manager per i Fatti di SEO, ma il gruppo è mio, quindi essendo direttamente coinvolto non posso dire di farlo come professione. Insomma, non so come si fa, lo faccio e basta nel bene e nel male. La mia esperienza è che negli ultimi 7 anni ho subito tutti i flame dell’universo. Alcune volte li ho gestiti come un vichingo feroce, altre volte sono stato più “bravo” ed equilibrato. Certo commetto ancora molti errori, ma gli anni mi hanno smussato parecchio.
All’inizio di questo articolo ho scritto che il community manager è una figura di alto profilo e non ho esagerato. Il profilo è molto alto, perché il community manager sui social è la voce dell’azienda. Perfino le grosse company italiane nell’ambito delle telecomunicazioni e dei servizi bancari, hanno molta difficoltà a trovarne di validi, infatti spesso i rispettivi community manager gli fanno fare figuracce rispondendo in modo inappropriato alle critiche. E un community manager incapace fa sembrare un’azienda poco seria.
Se quindi volessimo provare a capire come diventare community manager e rispondere alla domanda nel titolo di questo post, potremmo dire che l’esperienza aiuta, ma un po’ ci si nasce. Quindi se ne stai cercando uno, il mio consiglio è cercare la persona con il carattere giusto prima e più che quella con il curriculum migliore. Devi conoscerla, devi capire chi è, fin dove può spingersi prima di tirare fuori la clava e fare carne da macello dell’interlocutore.
Un bravo community manager può far cambiare faccia alla tua azienda in pochi mesi.
Occhio.