News Content Design, di Francesca Ferrara

Francesca Ferrara

Francesca Ferrara

Intervista a Francesca Ferrara, in rete @netnewsmaker, autrice di NEWS CONTENT DESIGN – Brand Journalism e Digital PR per comunicatori e aziende” Ed. Dario Flaccovio

 

Ciao Francesca, ci racconti i tuoi attuali focus lavorativi?

«Le due macro aree di cui mi occupo, da più di venti anni, come freelance e come consulente, sono il mondo dell’informazione e della comunicazione. Ultimamente, mi occupo di giornalismo costruttivo e delle soluzioni, o meglio: constructive and solution journalism.  Nel tempo, ho esplorato, e sto continuando a farlo, i vari campi della comunicazione come: le media relations e le digital PR (di cui mi sono sempre occupata), il social media marketing e management, il content marketing e lo storytelling per le imprese, senza dimenticare l’importanza, per le scritture destinate al web, della conoscenza della seo editoriale (search engine optimization).

Altra cosa di cui mi occupo, da lungo tempo, è l’organizzazione di eventi dedicati alle culture digitali, tema che mi ha contraddistinto, in maniera costante, in tutti questi anni. Sono già storia “Sentieri Digitali”, nel 2009/2010, la prima rassegna di culture digitali a Napoli con ben 16 appuntamenti che si conclusero con il primo barcamp napoletano da me organizzato: il Vesuvio Camp, e ancora il Roma XmasCamp che  organizzo, assieme a Valentina Cinelli, nel mese di Dicembre e non meno importante, la co-organizzazione del BacklinkCamp che si è tenuto solo on line a causa della pandemia e del conseguente distanziamento sociale ma oltre al format americano della non-conferenza, in cui i temi di discussione sono proposti dagli stessi partecipanti all’evento, portai a Napoli, nel 2010 e 2011, anche il format londinese dedicato alle donne appassionate di internet, new media e tecnologia: la GGD Campania (Girl Geek Dinners)».

 

Ci descrivi l’approccio di tipo News Content Design?

«Il news content design è l’approccio costruttivo e trasversale che interconnette l’informazione alla comunicazione di progetti, servizi e prodotti ad impatto sociale e human-oriented. Oggi più che mai, nella società fluida, liquida, altamente tecnologica e post-pandemica, i bisogni degli essere umani e le soluzioni ai problemi dei cittadini devono essere al centro non solo dei progettisti dei servizi e prodotti ma anche del coreografo-regista, sceneggiatore e designer della comunicazione.

Il news content designer, ovvero il professionista della comunicazione, è chiamato ad essere il regista della progettazione della più opportuna strategia di comunicazione per arrivare agli stakeholder e ai pubblici destinatari e, per assolvere alla sua missione, fa appello a tutte le sue competenze professionali da ‘slasher’ (specialmente se ha una carriera da freelance) in funzione degli obietti da conseguire e degli scenari digitali e socio-economico-culturali in cui si muove ponendo attenzione al linguaggio che l’aggiornamento continuo delle tecnologie rinnova frequentemente». 

 

Come hai strutturato il tuo libro e a chi è rivolto principalmente?

«Il testo, con la prefazione di Daniele Chieffi, è rivolto principalmente agli studenti, ai freelance e ai professionisti dell’informazione e della comunicazione e a chiunque sia appassionato della materia e abbia voglia e curiosità di sfogliare un percorso culturale, suddiviso in 12 capitoli e strutturato in tre parti, che parte dagli anni ’90 e che termina a Maggio 2022: dall’alba della prima era della Blogosfera italiana al Metaverso. Dopo tanti anni di attività, ho ritenuto opportuno creare un percorso di memoria, anche storica, e una mappa di contenuti e progetti più rappresentativi degli argomenti trattati nell’opera come, ad esempio, il brand journalism e il brand activism, che non sono solo attività delle grandi aziende ma che possono essere anche valore fondante nativo di un’attività di impresa, come una pmi o un’agenzia di comunicazione o piattaforma di networking e servizi o di progetti di comunicazione per gli stakeholder di riferimento, nelle sue varie espressioni di presenza sul territorio e attività per la comunità.

Inoltre, nell’opera, sono presenti i contributi di colleghi esperti del settore chiamati ad intervenire sugli argomenti che sono il loro cavallo di battaglia e che dal giornalismo hanno poi intrapreso il percorso del comunicatore o dell’imprenditore digitale (di)mostrando, tra necessità e virtù, attitudine alla continua formazione e all’acquisizione di nuove competenze professionali e testimoniando l’importanza di una formazione e aggiornamento professionale continuo a cui è dedicato un intero capitolo».

 

Qual è l’ingrediente segreto per avvicinare un’azienda al proprio pubblico?

«L’attenzione alle tensioni socio-culturali ed economico-finanziare del territorio e la visione d’insieme dello scenario socio-digitale a cui si rivolge, oltre alla capacità di curare la relazione con i cittadini che oggi, grazie al web 2.0 e 3.0 sono sempre più prosumer che consumer. E per fare questo, occorre competenza nell’analisi degli scenari dei mercati e la capacità di previsione dei possibili e futuri orientamenti del mercato o delle nicchie di riferimento. Inoltre, non guasta un pizzico di innovazione non solo nella creazione di prodotti e servizi ma anche nella comunicazione degli stessi alla community di riferimento.

Alla fine, più che di ingrediente segreto parlerei di buon senso: non esistono ricette perfette che valgono per tutte le realtà aziendali o le varie strutture organizzate (e questo concetto lo spieghiamo nella parte centrale del testo), esiste la visione d’insieme di quello che è uno spaccato di realtà; esistono gli intenti e gli obiettivi da conseguire nella propria area di mercato e, in base a questi, la progett-azione, da parte del news content designer, delle attività della comunicazione creando una regia dedicata volta non solo all’espressione degli scopi ma anche al loro impatto sociale verso la collettività del territorio e i vari interlocutori pubblici di riferimento».

 

Quali sono le principali resistenze da parte delle aziende a questo tipo di approccio?

Il mindset. Nella società fluida, interconnessa, dell’internet delle cose e sempre più OnLife e OnLive bisogna avere un approccio prima che fattivo, mentale, fluido, pronto a cambi repentini degli scenari oltre che duttile e flessibile per il problem solving operativo nei mercati delle conversazioni. Nel libro, dedico spazio sia al mindset che all’empatia (digitale) con i contributi di professionisti esperti di settore. Occorre avere una visione globale e locale degli spazi e dei tempi d’intervento per l’espressione del posizionamento dinanzi ad una determinata tematica, in un determinato settore.

Il concetto di design, inteso come progett-azione è trattato in tutte le tre parti del testo ma nell’ultima si fa il focus sulla creattività della narrazione visuale. Considero il Visual Concept Design come il dress code della comunicazione allo stesso modo come il creativo è il sistemista della comunicazione che va a creare un valore aggiunto per ottenere un impatto cognitivo-relazionale-socio-culturale, sia in ambito media relations e digital pr, sia in ambito content marketing e brand journalism».

 

Ci lasci qualche risorsa per restare aggiornati sull’argomento?

News Content Design sono tre parole ma un unico hashtag #newscontentdesign che assieme a #newscontentdesigner sono le due hub-words delle conversazioni on line che si sono avviate nei giorni scorsi e che continueranno con il rilascio del sito dedicato: newscontentdesign.it assieme a quello personale: francescaferraranetnewsmaker.it.

L’autrice

Francesca Ferrara è newsmaker di rete, media creator e relator, mobile journalist, e communications consultant freelance e collabora con varie realtà editoriali tra cui News48.it del Constructive Network per il constructive e solution journalism. Si occupa di culture digitali dal 2000.

https://www.francescaferraranetnewsmaker.it/

Link scheda libro sul sito della DarioFlaccovio.it:

https://www.darioflaccovio.it/web-marketing/1994-news-content-design.html

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