Rapporto tra soglia d’attenzione e analfabetismo funzionale (e come farci blogging)

Oggi vorrei affrontare un tema rispetto al quale negli ultimi anni si sta consumando una polemica piuttosto aspra a partire da un grosso equivoco secondo il quale l’umanità si starebbe instupidendo e la prova di ciò starebbe tutta negli attuali flussi di comunicazione sulle piattaforme social che hanno reso il web qualcosa di molto simile alla televisione, ma in generale (e se possibile) molto più trash.

Ma è veramente così? Io non sarò Einstein, però quest’idea che stiamo diventando sempre meno intelligenti a causa delle evoluzioni dell’internet, non riesce proprio a convincermi, ora vi spiego perché.

La prima cosa che sento dire riguarda il presunto aumento dell’analfabetismo funzionale, vale a dire della condizione di chi pur sapendo leggere, non è in grado di comprendere la maggior parte del contenuto fruito. L’analfabetismo funzionale non è un disturbo specifico dell’apprendimento o DSA e non sottende problemi neurologici di sorta. Posto che parliamo di soggetti scolarizzati, secondo gli studiosi può dipendere da:

  • bassa qualità dell’istruzione,
  • generale mancanza di lettura,
  • povertà e condizioni socio economiche,
  • ambiente familiare e culturale,
  • digitalizzazione e cambiamento delle abitudini di lettura, (innegabile)
  • fattori legati all’età.

Dunque in generale potremmo dire, ok hai studiato, ma come hai studiato? A casa e tra gli amici, chi avevi? Alla tua età, riesci a star dietro alle terminologie e più in generale alle evoluzioni tecnologiche e sociali?

Insomma, senza scomodare i disturbi neurologici come l’ADHD, là fuori è pieno di gente che principalmente per questioni legate alla qualità dell’apprendimento scolastico, all’ambiente socioculturale, alla famiglia di provenienza e/o per motivi squisitamente anagrafici, fa una faticaccia immane a capire quello che legge. Ora se a queste condizioni aggiungi anche le nuove logiche di flusso della comunicazione sui social, avremo nuovi approcci iper-compressi all’informazione, tali da abbassare ulteriormente la nostra soglia dell’attenzione.

Giustappunto, la soglia dell’attenzione

Ma non è che i reel scrollati uno dopo l’altro su Instagram e gli shorts su YouTube ci rendano stupidi. Esistono studi per i quali la soglia di attenzione media delle persone si sarebbe ridotta negli ultimi decenni, in particolare a causa di dispositivi come smartphone e social media.

In particolare, uno studio del 2015 condotto da Microsoft Canada ha riportato che la soglia di attenzione media è passata dai 12 secondi nel 2000 agli 8 secondi nel 2013, però questo studio è stato criticato, diciamo così, per la mancanza di rigore metodologico. Nonostante ciò, altre ricerche confermerebbero che l’ambiente digitale contemporaneo, con continue notifiche e stimoli, possa influenzare la capacità delle persone di concentrarsi su un singolo compito per periodi prolungati.

Ciò detto, non tutti gli studiosi concordano che la soglia di attenzione stia necessariamente diminuendo in senso assoluto. Alcuni ricercatori sostengono che la capacità di attenzione sia piuttosto flessibile e che l’abilità di concentrarsi vari in base al contesto – quindi alle altre variabili a cui facevo riferimento prima – e alla motivazione personale. Piuttosto che “instupidimento”, si potrebbe parlare di una “distrazione digitale” dovuta all’accesso immediato a numerosi stimoli.

In definitiva non posso essere del tutto certo che esista un rapporto stretto tra analfabetismo funzionale e soglia di attenzione, ma è verosimile immaginare che un soggetto – pur completamente scolarizzato – già quasi del tutto escluso dalla possibilità di comprendere un testo per motivi socio culturali legati alla famiglia d’origine, alla qualità degli studi o all’età anagrafica, troverà ancora più difficile comprendere un testo qualunque se verrà anche bombardato da informazioni di ogni tipo, in ogni modalità e in qualunque momento.

Questo fa di noi un popolo di stupidi?

Ma nemmeno per idea, semmai in uno scenario del genere tenderanno ad aumentare le iperspecializzazioni da un lato e temo anche le differenze tra chi sta dentro alle cose e chi ne viene tagliato fuori. Insomma, non spaventarti, ma ho paura che questi non siano proprio tempi per fermarsi a guardare il paesaggio.

Ora, in uno scenario di questo tipo, quanto ti sorprende davvero renderti conto che la pagina del tuo blog su come piantare le zucche faccia sempre meno visite? La settimana scorsa mia figlia ha avuto l’influenza per due giorni e quando le è passata aveva la temperatura intorno ai 35 gradi. Cercando informazioni su internet ho trovato tutto e il contrario di tutto, mentre chiedendo a chatGPT ho ottenuto un’indicazione sensata in 2 secondi e senza dover leggere mille pagine con dentro la storia personale dello scopritore dell’ipotermia.

E con l’analfabetismo funzionale dilagante e la soglia dell’attenzione ai minimi storici, dove pensi che ti porteranno i tuoi splendidi articoli di blog senza una strategia corale che li valorizzi?

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