Ultimamente ho spostato alcune cose nella mia pagina ottimizzata per la chiave consulente SEO e sono diventato primo su Google per questa chiave con snippet in evidenza, prima solo in modalità desktop, poi anche su mobile. Mentre leggi questo articolo, spero veramente di aver perso questo “importante” risultato, adesso ti spiego perché.
Ragazzi, un disastro. Nei primi giorni mi sono arrivati per lo più due tipi di messaggi:
Imprenditori che mi chiedevano di intervenire perché il loro consulente SEO (di cui facevano il nome) non era riuscito in un anno a posizionargli il sito web in inglese, tedesco, francese e spagnolo, ma solo per l’Italiano. Questi stessi imprenditori mi avrebbero condiviso gli studi sulle parole chiave – così per risparmiare – e inoltre mi avrebbero addirittura pagato. E sempre serve.
Soggetti che mi hanno scritto messaggi completamente sgrammaticati e incomprensibili ai più, tipo:
“Sì no era solo relativo a non so una consulenza SEO per il mio sito forse l’ho scritto nella nel testo ma non l’ho scritto scusa nel titolo ma non è il testo“.
Questo mi è successo nell’immediato, poi sono arrivate anche richieste “normali”, ma sempre da parte di persone che non avevano idea di chi fossi e/o avevano le idee poco chiare su cosa fosse la SEO. In alcuni casi ho avuto a che fare con persone che mi hanno proprio chiesto di convincerli ad acquistare il mio servizio.
Ora, pur non negando che l’effetto “primo su Google” per certe chiavi business sia estremamente vantaggioso, perché sui grandi numeri vai sicuramente a fatturare di più, non c’è alcun paragone tra questi lead e quelli che mi arrivano – pur frequentemente per fortuna – attraverso il passaparola o dal gruppo dei Fatti di SEO. Il mio cliente tipo è un collega o un imprenditore che in qualche modo mi percepisce già come un conoscente, per non dire proprio come un amico. Quando ci faccio le call esplorative, c’è sempre quell’attimo di straniamento quasi liminare nel vedermi su Meet dietro la stessa inquadratura col fish eye e gli strumenti musicali alle mie spalle. Non è raro che mi senta dire “Ah, ma allora sei proprio così”, come se il mio set fosse costruito apposta per i video e non fosse in realtà lo studio dove lavoro alla SEO e produco musica.
I lead da Google sono spesso imprenditori pur talvolta altospendenti, ma spesso ignoranti e/o persone che vogliono insegnarmi il mio lavoro e in ogni caso, da convincere.
Ma il mio lavoro non è convincerti a fare SEO sul tuo sito web. Io non faccio il commerciale, cioè, magari poi sono anche capace, ma il mio mestiere è un altro, quindi alla fine bella esperienza per carità, mi è anche entrato qualcosa in tasca, ma giacché ho passato gli ultimi 13 anni a comunicare il mio mestiere e poi a fare community – con tutto ciò che comporta – se nel frattempo ho perso il “primato” su Google, va benissimo così.
Se sei un content creator che monetizza sulle visualizzazioni è diverso, ma se hai qualcosa da vendere, non servono le orde oceaniche di follower, perché bastano 1.000 persone che vadano in giro a dire che sei bravo. Non un milione, non centomila, non diecimila. Ne bastano mille.
Un mio video su YouTube fa 200 visualizzazioni.
E sono più che sufficienti.