Negli ultimi giorni il mondo del commercio online è stato in fermento, se non addirittura in preoccupazione, aspettando di sapere se il nuovo Governo italiano avrebbe inserito nella Legge di Bilancio quella che è stata ribattezzata la Amazon Tax.
Com’è andata a finire? Scopriamolo insieme.
Cos’è la Amazon Tax
Rinominata anche Green Tax, questa imposta, nelle intenzioni del nuovo Governo, dovrebbe interessare le società di distribuzione che usano mezzi di trasporto non ecologici per le consegne a domicilio.
Sarebbe escluso da questa norma il settore della ristorazione. Se, dunque, nell’idea del governo non c’è nessun intento di colpire il commercio elettronico, nei fatti, sottolinea Netcomm attraverso le parole del suo Presidente Roberto Liscia, questa tassa rischia di:
Porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete.
Chi colpirebbe davvero questa tassa sulle consegne a domicilio
Riprendendo nuovamente le parole del presidente di Netcomm:
“a farne le spese sono in primis le piccole e medie imprese, che hanno trovato nel digitale, in questi ultimi anni, una risorsa strategica per lo sviluppo del loro export”
L’Amazon tax è stata inserita nella legge di bilancio? (conclusioni)
Nonostante le intenzioni, all’interno del documento finanziario del Governo non è stata inserita questa tassa.
Per il momento quindi i timori di un ostacolo al commercio elettronico, a favore di quello di prossimità, sembrano scongiurati.
Resta comunque da capire se davvero la situazione in Italia in merito a imponibile andrà a sfavorire i negozi online con provvedimenti come la Amazon tax e, soprattutto, staremo a vedere se questa dicotomia tra negozio fisico ed e-commerce potrà essere superata anche nelle riflessioni politiche, attuando quindi misure che incentivino la multicanalità, la facilità di acquisto per i consumatori e la crescita dei negozi fisici, anche della piccola bottega di quartiere.