Il Portfolio web è la carrellata dei contenuti che mostrano i lavori svolti agli utenti del tuo sito internet. Se ad esempio hai un’agenzia di comunicazione, oppure sei un grafico, l’area portfolio del tuo sito è quella in cui caricare immagini e/o testi che spiegano ciò che fai per i clienti potenziali che al momento stanno investendo il loro tempo alla ricerca di un nuovo fornitore.
Dunque, diciamo subito che il portfolio è un’area molto strana rispetto alla SEO, perché vive e si sviluppa all’interno di una contraddizione strutturale poco evidente ai più. Di cosa parlo?
Il portfolio non è un obiettivo di posizionamento (ripeti con me)
Il portfolio è spesso tra le prime tre pagine visitate nel sito di un professionista o di un’agenzia, ma al tempo stesso non è un obiettivo di posizionamento. Quest’ultimo passaggio viene spesso ignorato all’atto della costruzione del sito web, con ricadute pesanti sulla semantica del sito web. Mi spiego meglio: se il sito della tua agenzia presenta 10 pagine destinate ai servizi, 5 pagine istituzionali e 50 pagine nell’area portfolio, tutte raggiungibili dal menu principale e tutte con pari prominenza nell’architettura dei contenuti, produrrai una diluizione dei significati percepiti da Google per il tuo sito web, tale da confonderlo sull’attribuzione di senso.
In pratica, se prendi il sito di una web agency di Bologna strutturato così e lo metti su Semrush, spesso e volentieri vedrai che si posiziona (male) per risultati pertinenti con una pizzeria di Bologna, con una ferramenta di Bologna e con un azienda che produce celle fotovoltaiche… di Bologna. Succede perché su 65 pagine che dovrebbero raccontare chi sei e di cosa ti occupi, 50 hanno titoli ottimizzati per attività che non c’entrano niente con la tua, quelle appunto della famigerata category portfolio.
L’errore originale: la category Portfolio
Eccolo il nome dell’assassino: la category portfolio. Destinare una categoria del tuo sito web a ospitare un contenuto singolo per ciascun lavoro svolto o cliente seguito, genera nel tempo una vasta quantità di pagine il cui effetto è allontanare Google dal capire cosa fai. È paradossale, ma proprio l’area portfolio che dovrebbe servire a specificare con maggior dettaglio di cosa ti occupi, diventa il motivo per cui diventa impossibile per Googlebot assegnarti la rilevanza che meriti… diamine, ma allora Google è stupido? No, è “solo” un software che valuta ciò che comunichi in base all’ottimizzazione delle singole pagine, alla loro quantità e alla loro posizione in struttura.
Come gestire il portfolio sul tuo sito web
Con buona pace dei web designer che rilasciano temi WordPress in cui esiste la categoria Portfolio (e che dovrebbero leggere quest’articolo), ti suggerisco di strutturarlo su di una pagina sola organizzata come una griglia in cui ogni riquadro contiene un link asincrono che esplode il singolo lavoro svolto. La pagina può essere organizzata con una suddivisione dei lavori per tipologia, dunque può essere anche articolata, ma sempre senza uscire dalla logica one page.
Dunque parliamo di un’area del sito web che funziona come un one page site, su cui qualunque link venga cliccato non modifica l’uri visibile nella barra degli indirizzi del browser.
E se ho un blog interno?
Se riprendendo le proporzioni di prima, ho 5 pagine istituzionali, 10 sevizi, 50 pagine portfolio, ma anche 200 articoli sul blog interno, a meno che gli articoli non siano tematizzati su “pizza e fichi”, dovrei in qualche modo arginare il problema del portfolio organizzato su più pagine, ma quelle del portfolio restano sempre pagine che parlano del sito della pizzeria, dunque poco pertinenti. Potresti risentire di meno del problema di attribuzione di senso, ma comunque un po’ sì, ragion per cui la soluzione della pagina singola per il portfolio rimane la mia preferita.
Poi certo, se hai tre lavori in tutto e non conti di prendere il quarto, va bene anche su più pagine.