Oggi proverò a trattare l’argomento Google Core Update in modo da offrire un punto di vista generale e indipendente dai singoli cicli di aggiornamento dei risultati nelle serp organiche del motore di ricerca più famoso (e discusso) al mondo.
All’incirca ogni anno, il periodo estivo è segnato immancabilmente da un update massivo del core di Google. Si tratta di major update, vale a dire che a differenza dei piccoli e pressoché quotidiani aggiustamenti nelle routine di elaborazione dei risultati, parliamo di rinnovamenti sostanziali e generalizzati (worldwide) dei meccanismi di valutazione dei siti web in funzione dei segnali di ranking.
Ciò significa appunto che a seguito di un core update di Google, cambia proprio il peso dei fattori di ranking e l’equilibrio tra questi nel computo della valutazione della qualità in funzione dei singoli segmenti di mercato, nonché della tipologia del sito stesso. L’ultimo update catastrofico è passato sotto il nome di Medical Update ed è stato rilasciato nel mese di agosto del 2018. Fu un disastro perché colpì tutti i siti web che in un modo o nell’altro trattavano l’argomento Salute e/o benessere, quindi puoi immaginare che parliamo di un’enorme quantità di progetti che sfioravano l’argomento pur essendo tematizzati per aree molto lontane tra loro come ad esempio, cucina, fitness, medicina specialistica, ambiente e sostenibilità, ecommerce di prodotti naturali eccetera.
Come affrontare un update di Google
La cosa più sbagliata da fare è intraprendere modifiche strutturali nell’immediato. Ogni volta che Google rilascia un core update (e mi raccomando non dite in giro MASS update, altrimenti ai colleghi arrivano richieste strane), noialtri non sappiamo niente delle nuove logiche di attribuzione di ranking. Non sappiamo cosa funziona ancora, cosa funziona meglio o peggio di prima e cosa non funziona più.
Non sappiamo niente, significa che probabilmente per un paio di mesi non saremo in grado di dire con certezza come migliorare un sito web penalizzato dall’update. La prima cosa da fare è aspettare e osservare il più possibile con gli strumenti e con gli occhi bene aperti per tentare di capire almeno queste cose:
- Per quali segmenti si sono verificati i cambiamenti più importanti nelle serp
- Quali tipi di siti web (blog/ecommerce/forum, etc.) hanno subito i maggiori danni/benefici
Gli strumenti ci aiutano a vedere lo storico delle serp e a partire dall’osservazione diretta dei risultati possiamo cominciare a lanciare le prime ipotesi, facendo retro-ingegneria di Google, o almeno provandoci.
Ma il mio sito era perfetto!
Spesso guardiamo agli update di Google come a delle punizioni divine ineluttabili e prive di senso, ma credimi, non è così. Quante volte accade che un sito “vecchio” non venga ritoccato per anni solo perché ben posizionato? Nel frattempo la user experience nel tuo segmento è completamente cambiata, ma tu continui a vivere nel terrore di spostare anche solo una virgola del tuo sito web, perché potrebbe costarti quella bella terza posizione per la chiave che ti tiene in piedi l’intero business. Ma che ansia, così si vive proprio male!
Ecco in questi casi l’update è proprio quella sveglia che non hai voluto far suonare. Prima o poi arriva per “costringerti” ad attualizzare il sito web, altrimenti non ci potrà più essere posto per te. E se hai perso tutto proprio per la paura che aggiornando il sito web avresti perso tutto, lasciamelo dire, non sei un buon imprenditore.
Ci sono poi quelli che pure aggiornano il sito web e anzi, ci lavorano di continuo per migliorarlo sempre. Quando un core update colpisce questo tipo di siti web è il momento di chiedersi se le modifiche al sito, pur frequenti, siano opportune o fuori luogo. Non ho vergogna nel confessare che proprio nel 2018 perdemmo il 90% del traffico su di un sito web molto importante che per altro veniva aggiornato spesso. Nei mesi successivi mi occupai di ridisegnarne l’architettura dell’informazione da zero e a distanza di un anno circa ci eravamo ripresi tutto quello che avevamo perso, riprendendo addirittura a crescere.
Quella storia mi insegnò che siamo spesso troppo sicuri del lavoro che facciamo, soprattutto quando manca un occhio esterno a valutarci. Quando quest’occhio esterno arriva (ed è implacabile) allora veniamo spinti a rivedere tutto con uno sguardo nuovo, uno sguardo che in mancanza di quello schiaffone non avremmo avuto.
Col senno di poi, quegli interventi di ristrutturazione resero il sito web molto più efficiente rispetto alla versione precedente, ma non mi sarebbero venuti in mente se Google non ci avesse tolto praticamente ogni cosa. A volte per migliorare dobbiamo essere messi alle strette. Non fa piacere a nessuno, ma tan’è.
Questo non è un Paese per abitudinari.