Pensa ad un tempio greco a pianta rettangolare. Tutt’intorno è circondato da colonne, tuttavia le portanti sono quelle agli angoli, appunto le pietre angolari. Se cade una colonna laterale il tempio resta in piedi, se ne cade una angolare succede un casino.
Il pillar article riguarda esclusivamente un argomento che vogliamo approfondire, magari per acquisire rilevanza rispetto ad esso. Il cornerstone content oltre a comunicare qualcosa, ha a che vedere con la struttura stessa del sito web perché ne è elemento “portante”. Vediamoli entrambi in dettaglio.
Cos’è un pillar article
Un contenuto pillar è concepito come una colonna (o pilastro). Si tratta di una pagina web molto ricca di contenuto, ben circostanziata su di un argomento ed è spesso intesa in divenire rispetto ad esso. Se ad esempio curi un blog sull’informazione nel settore della scuola, il cui pubblico di riferimento sono tutti coloro che aspirano a diventare insegnanti di ruolo, un pillar può essere una maxi guida sull’argomento “tfa sostegno”, una chiave con un volume di circa 10.000 ricerche mensili, che apre a diverse intenzioni di ricerca intorno all’argomento del tirocinio formativo attivo nell’ambito specifico del sostegno, cioè dell’insegnamento che tiene conto di tutte le accortezze necessarie per gli studenti con disabilità fisica e/o mentale.
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Puoi trattare una category o un archivio tag come se fosse un singolo pillar. In pratica, restando nell’esempio precedente, puoi creare un archivio tag e chiamarlo proprio tfa sostegno. Il testo introduttivo sarà una bella guida che definisca requisiti per accedere, testi da studiare, esami da sostenere e graduatorie da consultare. Via via che contrassegni nuovi articoli del blog con il tag “tfa sostegno” renderai il pillar un po’ più forte. La strategia degli archivi serve a far crescere i tuoi pillar in modo incrementale, semplicemente continuando a creare articoli per il tuo blog, facendo giusto attenzione a evitare che i titoli di articoli e e archivi vadano in sovrapposizione. Chiaro fin qui?
Un pillar può essere dunque un articolo, una pagina addirittura un archivio, l’unica condizione è che rispetto agli altri contenuti del sito sia il punto di riferimento per quel certo argomento. Un pillar è la pagina più rilevante del sito web per un argomento al quale dedichi più contenuti. Può aggregarle, può compartimentarle in modo che le altre pagine siano raggiungibili solo dal pillar stesso. È spesso la pagina da cui i link partono, ma non è infrequente che sia anche quella verso cui i link arrivano di ritorno dai contenuti di approfondimento.
Cos’è un Cornerstone content
Il Cornerstone o pietra angolare è uno dei contenuti intorno ai quali gira l’intero progetto. Non parliamo per forza di una pagina ricca di testo o di altri elementi come tabelle, video, immagini o altre risorse, ma per assurdo (e neanche tanto) un cornerstone può anche essere piccolo piccolo, perché il suo ruolo non è necessariamente “dirla tutta”, ma trasmettere le finalità di comunicazione del progetto web. Per questo motivo i cornerstone content devono essere profondamente allineati con il modello di business e scelti in funzione di esso.
Coincidono spesso con le pagine business di un sito web che offre servizi o prodotti. Non sono pagine da cui partono molti link verso altri contenuti del sito come abbiamo visto per i pillar, piuttosto sono contenuti che ricevono link da altre (molte) pagine interne. Sono le pagine su cui si cerca di far puntare anche i link esterni. Spesso sono le pagine che più di tutto ci interessa si posizionino. Se vuoi distinguere facilmente un pillar da un cornerstone fatti questa domanda: il sito avrebbe senso anche senza questa pagina?
Qual è il problema di pillar e cornerstone?
Un grande problema dei siti web, di tanti siti web, è che non finalizzano correttamente su pillar e cornerstone. Un altro grande problema è che spesso gli stessi siti di cui sopra nemmeno ce li hanno i pillar e i cornerstone, anzi, talvolta non hanno proprio contenuti: là fuori è ancora pieno di siti mono-pagina per i quali ci si domanda come mai non arrivano i buoni posizionamenti.
Poi ci sono le approssimazioni, che talvolta sono peggio del male. Blog privi di piano editoriale, in cui i contenuti sono tutti di 300 parole, sempre divisi in tre paragrafi, senza immagini e scritti solo perché qualcuno ha sparso la voce che per andar bene su Google devi mettere dentro articoli come se fossero il carbone da spalare in una fornace.
Sotto questo punto di vista, e per concludere, parlare di cornerstone e pillar article è una sciccheria. Insomma, sarebbe già tanto se chi fa comunicazione sul web avesse qualcosa di buono da dire.