Marco Biasin, imprenditore e E-commerce Manager, è Autore “E-commerce Food” edito da Flaccovio. Giacché sono molto interessato alle tematiche dell’ecommerce, ma ancora di più a quelle del food, ho pensato che dovevo fare a marco alcune domande sul suo libro. Ed eccovi le risposte.
Ciao Marco, ci racconti i tuoi attuali focus lavorativi?
Mi piace definirmi Imprenditore Ecommerce. Credo ce ne siano pochi e che dovrebbero essercene molti di più!
Sono Direttore Operativo in Ecommerce School, che è la principale scuola di formazione executive per imprenditori e manager sull’e-commerce in Italia. Siamo in 35, abbiamo una divisione consulting ed un bellissimo team, inoltre svolgo il ruolo di Consulente Ecommerce Management in Alce Nero e collaboro con la Scuola di Economia dell’Università di Bologna campus di Forlì Cesena.
Quanto e come è cresciuto l’e-commerce alimentare negli ultimi anni?
Il food e-commerce è cresciuto a ritmi incredibili. Era un trend già prima della pandemia, che non ha fatto altro che accelerare la crescita. Ad oggi, su 100 euro di food acquistato nel retail, 2,5 passano dall’e-commerce. Ancora briciole rispetto altri Paesi, ma siamo in fortissima crescita. In Europa, l’Italia è il Paese che registra il maggior numero di persone che hanno acquistato food online almeno una volta. Significa che c’è tanta curiosità e disponibilità. Devono essere più bravi gli e-commerce nel rispettare le aspettative della domanda, fornendo un servizio di livello – e qui entra in gioco la logistica, ma è un altro tema!
Quali sono le principali difficoltà nel vendere alimenti online?
Trovare l’unicità. Oggi non basta avere un prodotto buono. Non basta avere una storia da raccontare. Non basta avere dei bei video e delle belle foto o un bel sito.
Bisogna avere qualcosa di estremamente unico, qualcosa che faccia parlare (bene) di sé. Questo perché occorre letteralmente portare traffico sul sito, quindi generare visite, e le visite si possono generare creando community.
Occorre quindi saper far leva su qualcosa di diverso nella propria comunicazione, che tocchi realmente i bisogni delle persone.
Quali sono gli alimenti in assoluto più difficili da vendere sull’internet?
Bellissima domanda! Ci sono diversi livello di difficoltà.
Per competizione, direi il vino. È facile logisticamente, ma è ormai un prodotto iper acquistato online ma con anche tantissima offerta, quindi altissima competizione e difficoltà di distinguersi dalla massa.
Per logistica, l’ortofrutta. Il tema logistico è il principale nemico del food online, e l’ortofrutta per definizione ha un’alta incidenza dei costi della logistica rapportata ad un basso valore economico per spazio occupato. Non entro nelle logiche della logistica, ma sicuramente un prodotto difficile che sta facendo sanguinare i portafogli di grandi gruppi che stanno combattendo per prendersi questo mercato.
Quali risorse è meglio internalizzare e quali possono rimanere esterne nello sviluppo di un progetto digital legato al food?
Seguendo la logica per cui l’aspetto vincente sta nel saper trovare qualcosa di unico e saperlo comunicare, quello che io internalizzerei in un e-commerce è il reparto marketing e il reparto commerciale.
Banalmente, esternalizzarei quei servizi per cui non avrei valore aggiunto o che si portano dietro diversi costi iniziali, come la parte tecnologica o la parte logistica.
Ricordiamoci sempre che fare e-commerce è fare un’azienda, e come ogni azienda, anche l’e-commerce richiede controllo, ancor più nel food, quindi grande attenzione anche alle competenze di controllo di gestione e di analisi dei numeri.
In ultimo, quanto e cosa deve sapere un imprenditore del food per fare web marketing?
In primis, che deve formarsi. Senza formarsi e senza studiare e capire bene le logiche dell’e-commerce, non riuscirà mai davvero a controllare il business e quindi saper guidare la sua macchina.
Secondo, che è necessario identificare un modello economico e operativo che permetta di avere sostenibilità economica. Oggi i cosiddetti pure player (coloro la cui azienda opera solamente online) faticano a stare in piedi economicamente. Quelli che guadagnano, sono coloro che riescono a creare un connubio vincente tra online o offline: portare traffico con l’offline nell’online e viceversa. Due pezzi dello stesso sistema. Questo crea indiscutibilmente la necessità di rivedere il modello di business di chi fa e-commerce e di interpretarlo con una logica estremamente omnicanale. Esistono molti modelli di business che permettono di fare questo, serve pazienza e studio per poterli individuare.
Ma davvero, occorre partire dallo studio e la formazione. Per questo motivo, a Dicembre 2021 abbiamo lanciato il primo Corso in Italia sul food e-commerce. Abbiamo ricevuto una grandissima partecipazione con 180 persone, e quest’anno lo rifaremo a Novembre 2022. Lo consiglio davvero a tutti: ecommercefood.it