In origine Google doveva servire a rintracciare siti web su argomenti di interesse, mentre Facebook doveva aiutarti a mantenere o riprendere i contatti con i vecchi amici. Già a partire da qui era visibile una pur minima convergenza tra le due piattaforme nell’interesse personale, che però rispetto al primo caso poteva riguardare la risoluzione di un problema pratico e nel secondo la soddisfazione di un bisogno di socialità. Ma che succederebbe se ad un certo punto le due piattaforme cominciassero a farsi concorrenza sulle rispettive occasioni d’uso?
Cosa succederebbe se Google smettesse di essere “solo” il grillo parlante e facebook “solo” la piazza in cui ritrovarsi per condividere pensieri? Mentre ce lo domandiamo è già successo, quindi è arrivato il momento di affrontare il mostro.
Perché e come facebook insegue Google
Sì, facebook insegue Google sul suo terreno e talvolta dimostra di superarlo in scioltezza. Zuckerberg e soci hanno capito che non c’era tanto da lavorare per rendere più utile (e usabile) il motore di ricerca di facebook rispetto a quello di Google. Il motore di facebook mostra solo risultati interni a facebook, mentre Google lista i siti web di terzi, cosa che li ha portati a sperimentare soluzioni spesso insidiose per tenere gli utenti in pagina piuttosto che lasciarli andare sui siti listati, mentre facebook ha sempre percepito molto meno il problema di tenere in pagina le persone.
La schizofrenia di Google sta nella promessa di listare i siti web migliori in base alla tua ricerca, salvo disincentivarti a visitarli, per lo meno senza guadagnarci qualcosa. Facebook invece ha puntato a qualcosa di completamente diverso: invece di listare siti web che promettono di risolvere il tuo problema pratico, ti mostra i Gruppi, che sono community tematiche interne su cui non solo puoi trovare risposte già espresse sui tuoi problemi conoscitivi, ma puoi anche fare domande con la certezza che otterrai risposta entro venti minuti. A partire da lì puoi trovare i link ai siti web listati dagli stessi utenti di cui magari hai fiducia (e non da un algoritmo) su cui approfondire la tua ricerca.
Se per risolvere il mio problema facevo una ricerca su Google, oggi posso spesso scegliere come alternativa di porre la mia domanda in un gruppo su facebook ed eventualmente approfondire la risposta visitando uno dei link che mi verranno proposti.
Significa che facebook toglie “un po'” di traffico a Google.
Perché e come Google insegue facebook
Se pensi che a Mountain View stiano a guardare con le mani in mano, ti sfugge che è dai tempi di Volunia che Google cerca di rendere più social la propria piattaforma acquisendo tecnologie tali da aumentare l’interazione degli utenti tra loro. A parte i vari tentativi – più o meno falliti – di trasformare le stesse pagine di risposta del motore di ricerca in piazze di confronto sui temi, Google ha tentato per anni con Wave prima e Google Plus poi, di proporre strumenti collaborativi ad alto livello per tutti. Non ha funzionato perché le masse sono permeabili agli stimoli latenti e non alle soluzioni definitive. Facebook riesce a capitalizzare il consenso perché è il luogo del “carnevale”, la valvola di sfogo sociale, lo stadio di calcio, la piazza in cui è prima di tutto lecito scrollarsi di dosso le frustrazioni di una vita spesso scomoda. Questo tipo di posizionamento non lo raggiungi proponendo alle persone di collaborare, ma dividendole su tutto. Questo ha fatto facebook, ci ha divisi.
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L’ultima risposta di Google (e che mossa) è stata prendere YouTube e metterci dentro le “storie” di facebook, praticamente UGUALI. Hanno anche aggiunto una chat e i post nella bacheca per avvicinare la piattaforma all’idea del social network. Praticamente facebook è spacciato!
Poi arriva Google Stadia
A parte le battute facili, ultimamente c’è molta attesa per Google Stadia, la piattaforma di Gaming Online che dovrebbe rendere superfluo l’acquisto delle console per i videogiochi. È interessante perché Google intende utilizzare le proprie infrastrutture per entrare in un mercato che fattura più di quello del cinema. Per altro Stadia potrebbe diventare un grosso social perché facendo giocare le persone insieme si creeranno gioco forza nuove community che potrebbero assumere le caratteristiche di veri social network. Interessantissimo, ma si dovrà capire se Stadia è concepito per essere il Netflix dei videogiochi o una piattaforma a pagamento su cui dovrai di volta in volta pagare per i titoli con cui giocare.
In conclusione
Soprattutto, se è vero che le persone scelgono quale console acquistare in funzione dei titoli che ci girano sopra, il successo di Stadia potrebbe dipendere in buona misura dall’offerta di contenuti, ma quale che sia il futuro di questa piattaforma, è davvero incredibile assistere allo spettacolo sociale. In pochi anni vediamo spostamenti di attenzione che storicamente richiedevano secoli e comunque non erano così pervasivi.
Abbiamo due aziende, una rappresenta la search e l’altra i social, ma questa divisione è ormai sempre più l’eco di un posizionamento storico che svanisce via via nel rimescolamento delle carte. Io vedo solo due giganti che tentano di catturare la nostra attenzione in ogni momento e con qualunque mezzo.
Su quale investire non è più tanto questione di privilegiare un canale ad un altro in termini assoluti, ma di obiettivi e caratteristiche del singolo progetto. Dire ad esempio che un e-commerce di prodotti naturali debba investire su Google oppure su Instagram senza avere in mano una chiara analisi dei pubblici di riferimento è un azzardo che non possiamo più permetterci.