Qualche settimana fa ero a un aperitivo virtuale con alcuni amici e tra un bitter e una battuta, consideravo che da un po’ di tempo, per ogni mio post sui social, qualunque fosse l’argomento, c’era sempre più spesso almeno un commento acidissimo da parte di un utente che potrei definire genericamente “nervoso”. Ma perché sembra che ultimamente la gente sia più elettrica del solito?
A partire da questa considerazione, è venuto fuori che tra tutti gli amici dell’aperitivo, ero l’unico a non essere in analisi con lo psicologo. In quel mentre mi sono sentito piccolo, culturalmente arretrato e del tutto incapace di affrontare la vita. Di conseguenza ho deciso di affrontare il problema e pormi due domande urgenti quanto insidiose:
- Perché gli psicologi hanno così tanto successo?
- Perché non ci vado anch’io?
Partiamo dunque dalla prima domanda, tracciando un piccolo percorso di storia recentissima.
Sul successo degli psicologi
Il successo degli psicologi è strettamente legato al mondo digitale e alla diffusione delle sedute online, che hanno consentito di abbattere le barriere spaziali e i costi delle classiche sedute in studio. Ora non so dire se prima della pandemia fosse consentito fare sedute via internet, ma è cosa certa che da un lato i lockdown e dall’altro il clima di angoscia generatosi nella prima metà del 2020, abbiano dato una spinta significativa alla diffusione di un mestiere oggi più che mai fiorente.
Paradossalmente oggi si fa quasi fatica a trovare qualcuno che NON vada dallo psicologo. Succede principalmente per due motivi, il primo è che a partire dal 2020, sono definitivamente caduti tutti i pregiudizi sull’idea di andarci, il secondo è che dallo scoppio della pandemia ad oggi, le cose sembrano andare generalmente peggio per un sacco di persone. Le società occidentali, si trovano a fare i conti con i costi psicologici ed economici di una guerra mondiale, l’aumento delle bollette, quello del carrello della spesa, la crisi finanziaria con aumento dei tassi di interesse e l’inflazione galoppante. In questo scenario si innesta un progresso tecnologico che sfugge di mano perfino ai digital marketers abituati a stare sempre sul pezzo, producendo uno stato di angoscia praticamente in chiunque operi nel settore dei servizi. TUTTI.
Parlando con gli amici, a un certo punto mi sono sentito come se mi mancasse qualcosa rispetto a loro. Ero escluso dalla consapevolezza di chi ha capito che occorre curare la mente e lo spirito e non solo il corpo. Si sono dunque create tutte le condizioni sociali, economiche e tecnologiche per trasformare la figura dello psicologo nel cardine su cui continuare a far girare una società evidentemente malata.
E quindi? Dobbiamo andarci tutti? E io devo andarci?
Qualcuno ti dirà che si è trovato male, qualcun altro che gli è cambiata la vita in meglio, altri ancora che la terapia non serve a niente. Il fatto è che le piattaforme come UnoBravo crescono benissimo e io non riesco a capire se ciò va interpretato come un segno di maggior consapevolezza a livello generale o se al contrario, siamo definitivamente arrivati a toccare il fondo.
E cosa c’entra tutto ciò con i temi del digital marketing? C’entra, perché il nostro lavoro, come quello di chiunque lavori nel terzo (e quarto) settore, è fortemente basato sulle relazioni. Fortunatamente continuo ad avere a che fare con persone meravigliose, quindi nessuno pensi che io voglia descrivere un mondo allo sbando. Ma dietro i sorrisi che ricevo, dietro il rispetto e l’educazione, non si nasconderanno tante volte disagi sottili e striscianti?
Semplici segnali su cui riflettere, seduti nel bel mezzo di niente.
E tu, come ti senti oggi? Come te la vivi?