La questione “appuntamenti” è direttamente collegata alla gestione del tempo, ma è specificamente mirata alle cose da fare e al modo in cui organizzi il tuo tempo per farle e aumentare la produttività.
Il web offre una grossa quantità di strumenti per organizzare il tuo lavoro insieme a quello dei tuoi collaboratori o dipendenti. Per lo più parliamo di software web based per condividere i tuoi impegni con quelli dei tuoi colleghi giorno per giorno, oppure se ne hai il coraggio direttamente con il cliente finale.
Quali sono i software per lavorare in gruppo
Ho lavorato con Evernote, che funziona proprio come un taccuino condiviso con altri o solo per te stesso, con Slack, una splendida piattaforma di messaggistica che funziona come un social network interno da cui è possibile condividere ogni aspetto del coworking, con Asana, indubbiamente il software preferito da chi si sposta, concepito per organizzare team di lavoro a distanza. Ce ne sono tanti altri, ma fin ora ho utilizzato questi 3, insieme ad altri 3 che sono i più efficaci in assoluto, ma te ne parlerò tra un po’.
Se ti domandi il motivo per cui le startup dietro questi software fanno affari d’oro, puoi considerare intanto l’intervista fatta a Benedetto Motisi qualche tempo fa, in cui discutevamo del concetto di agenzia diffusa, ma soprattutto tieni conto delle tendenze in atto ormai da anni circa la frammentazione delle figure professionali e la loro atomizzazione rispetto ai luoghi del business web come le classiche agenzie di comunicazione. Se infine volessimo estremizzare il discorso potremmo tirare in ballo il fenomeno sempre più diffuso – ancorché di dimensioni ancora contenute in senso assoluto – del nomadismo digitale, che oltre a rendere relativo il concetto di organizzazione del tempo ci porta a riflettere su quella dello spazio.
Vicini di pianerottolo a 6.000 chilometri
Se le dinamiche collaborative vanno già (e da tempo) ben oltre la condivisione di uno spazio fisico, cose come l’appuntamento in sede dal cliente sono destinate a diventare eventi molto rari se non a estinguersi del tutto entro i prossimi 10 anni, quindi organizzare gli appuntamenti di lavoro sarà una pratica sempre più assimilabile alla gestione dei flussi collaborativi che si faranno più fitti, perché ci ritroveremo tutti per forza di cose a gestire in remoto il rapporto con più interlocutori tra collaboratori interni / esterni e referenti di progetto interni / esterni. Se aggiungi a questo meccanismo la tendenza alla dislocazione rispetto ai grossi centri urbani, abbiamo progetti a cui lavorano decine di persone che possono anche non incontrarsi mai.
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Ora possiamo discutere sul fatto che questa tendenza segnerà o meno un crollo verticale dei rapporti umani, ma se è vero che i romani hanno conquistato il mondo costruendo strade, le “strade” di oggi sono quelle digitali e percorrendole stiamo accelerando i nostri processi cognitivi in un modo del tutto inatteso. In questi anni di sviluppo esponenziale della cultura digitale stiamo cambiando, diventiamo qualcosa di nuovo e inedito nel panorama dell’umanità. Giudicare il cambiamento a cui siamo soggetti in termini di buono / cattivo non ha senso. Possiamo solo osservare.
I 3 strumenti collaborativi più efficaci
Ora che te li dirò potresti rimanerci male per un momento, ma ti invito a riflettere sul significato stesso di collaborazione. Quando metti in comune ciò che sai fare, stai mettendo sul tavolo un pezzo delle tue abitudini, una parte (anche piccola) di quello che sei. Il tuo modo di vedere le cose in generale non è diviso dal tuo modo di lavorare. Se separi il tuo lavoro da ciò che condividi, le persone con cui ti troverai a seguire un progetto e che non ti conoscono, avranno più difficoltà a inquadrarti come persona e come professionista.
E se pensi che collaborare sia solo allinearsi sui task da evadere, mi tocca dirti che lavori in modo un po’ alienato.
In definitiva, le piattaforme collaborative che ho menzionato sopra vanno bene, ma per me le migliori tecnologie collaborative sono facebook, skype e GDoc, per le loro caratteristiche di pervasività a livello del tessuto sociale, ormai pienamente connettivo. Certo per le prime due la difficoltà è gestire le distrazioni, ma credo che alla fine questo pezzo di umanità riuscirà ad evolvere abbastanza da riuscirci.
Non te l’aspettavi vero? Ok, ti giro la domanda: tu come gestisci le collaborazioni a livello operativo?