Quante volte ti sei trovato a scartare keyword interessanti per il tuo piano editoriale perché giudicate poco significative dal tuo committente? Oggi proviamo a fare luce su un aspetto ancora poco trattato, ma sempre più rilevante per la keyword research. Se trovo un argomento che mi sembra interessante per il pubblico a cui mi riferisco, posso trattarlo anche se la chiave migliore presenta un volume di ricerca relativamente basso?
Esistono siti web la cui programmazione editoriale avviene ancora secondo criteri molto rigidi: facciamo 100.000 visite al mese, quindi quando selezioniamo argomenti nuovi, non possiamo prendere come Focus Keyword una parola chiave con volume di ricerca inferiore a 2.000 (o 10.000) visite mensili… e diamine, siamo fichissimi, mica possiamo investire risorse per prendere le briciole?!
Sottostimare un argomento
Ecco questo atteggiamento, soprattutto quando viene da un manager rivela la miopia di chi guarda ai numeri e non alle cose. Soprattutto ci fa capire che il nostro referente è rimasto all’ottimizzazione della “focus keyword” sulla pagina, per dire.
Se curiamo un blog sul tema della nutrizione, potremmo imbatterci nell’argomento “cosa mangiare in estate”. Ti sembra una roba di poco conto per un nutrizionista? Io direi di no, tuttavia se cerchiamo la chiave con Semrush vediamo che il volume è troppo basso, quindi (accidenti) non dev’essere poi un argomento tanto cercato. Meglio guardare altrove…
Ed è in questo passaggio che ti riveli poco attento, perché confondi la chiave per l’argomento. È vero che il volume di Cosa mangiare in estate è relativamente basso rispetto a quelli delle keywords più interessanti, ma è pur vero che non tutti gli utenti interessati all’argomento scrivono esattamente gli stessi termini – nello stesso ordine – nella barra di ricerca di Google.
Il proverbiale asino “casca” quando ci rendiamo conto che:
- Cosa mangiare in estate –> vol. 260
- Estate cosa mangiare –> vol. 50
- Cosa mangiare d’estate –> vol. 170
- Cosa mangiare a pranzo d’estate –> vol. 50
- …
- …
Proseguendo con l’elenco troviamo 66 chiavi correlate, per un volume totale di 15.400 ricerche mensili. Significa dunque che la chiave Cosa mangiare in estate vale 260 ricerche mensili, ma l’argomento Cosa mangiare in estate, vale 15.400 ricerche, dunque in molti casi devi guardare il volume complessivo dato dalla somma di tutte le chiavi correlate e non quello della singola keyword. Tutto sommato rimane un approccio legato ai numeri, solo un po’ più accorto.
Sovrastimare un argomento
Attenzione a non ragionare sempre così. Se facciamo lo stesso esercizio per l’argomento “cosa si può mangiare con la gotta”, troviamo che il volume della chiave è 320, mentre quello totale di tutte le correlate è di circa 236.000 ricerche mensili. Beh, così alto potrebbe farti credere di aver trovato il sacro Graal dei topic sull’alimentazione, ma a veder bene, tra le 432 keywords certamente pertinenti, troviamo “Gotta” che da sola produce 50.000 ricerche mensili. Ora capirai che il tuo articolo sull’alimentazione per chi ha la gotta non si posizionerà facilmente per il termine secco “gotta”, quindi non puoi aspirare all’intero bacino potenziale, anche se a veder bene puoi lo stesso fare un botto di visite. Il senso è dunque che non devi sottostimare le singole keyword, ma nemmeno sovrastimare il volume totale delle correlate.
Conclusioni
Un osservatore col “pilota automatico” potrebbe star lì a scartare chiavi senza farsi troppe domande, semplicemente guardando il volume di ricerca. Di contro, una mente più aperta e intuitiva può storcere il naso all’idea che certi argomenti vengano ricercati solo da poche centinaia di persone. Si tratta dunque di usare i software e la testa insieme, ragionando e facendoti le domande giuste su ciò che hai davanti al naso e che forse per questo può apparirti sfocato.
Insomma, a volte i software bisogna saperli usare. E sono le persone a doverli usare, non altri software.
Quindi sii una persona.
Ottimo articolo, illuminante come al solito.
Piccola curiosità personale…ma per trovare il volume totale è necessario utilizzare per forza uno strumento “Non alla portata di tutti” come Semrush? Non esistono sistemi “free” fai da te, ovviamente più articolati, che consentano di dedurre la stessa metrica?
Per la serie “prendo l’abaco carta e penna e mi faccio due conti”? 😉
Grazie Mille