Il termine webinar è una contrazione prodotta dalla somma delle parole web e seminar e sta letteralmente per seminario online. Al tempo dell’epidemia globale, pur nell’inverno di una reclusione che pare non finire mai, stiamo vivendo una nuova primavera fatta di incontri “mediati” dalle tecnologia di videoconferenza. C’è la birra virtuale con gli amici che non puoi incontrare, ma c’è anche il momento per accogliere le opinioni altrui e partecipare attivamente alle discussioni seguendo appunto i webinar e tutte le chiacchierate “esperte” che si consumano copiosamente in queste settimane. Giacché in effetti tale presenza va moltiplicandosi in modo importante, vorrei provare a mettere un punto su cosa sono e come si fanno i webinar, come su tutte le altre forme di comunicazione che utilizzano le stesse tecnologie, ma con finalità diverse.
I webinar duri e puri, sono fondamentalmente lezioni frontali tenute mediante tecnologie di streaming in diretta sul web. Se li consideriamo come trasposizione digitale dei più vecchi seminari accademici, si tratta di micro eventi formativi che non sono inscritti in un percorso didattico di lungo periodo e che in virtù i ciò possono aprire una o più parentesi su argomenti laterali o comunque particolari rispetto ad una tematica di fondo. I webinar non sarebbero da confondere con i workshop che invece si configurano come laboratori operativi, in cui sono previste esercitazioni e che in virtù di ciò vengono più frequentemente tenuti in compresenza. Di fatto però la confusione c’è, tant’è vero che i termini webinar e workshop vengono spesso utilizzati come sinonimi.
Tecnologie per i webinar
Negli ultimi anni i software online per fare webinar stanno letteralmente spuntando come i funghi sul pioppo dopo un temporale. Si tratta per lo più di piattaforme web based che talvolta richiedono di scaricare un software da lanciare sul proprio computer e che consentono di sfruttare i canali social più famosi come Facebook, YouTube o Linkedin per trasmettere videoconferenze con più partecipanti. Tra i più usati ti consiglio di valutare BeLive, GoToMeeting o Zoom, ma se vuoi fare dirette veramente top, in questo momento ti suggerisco di dare un’occhiata a StreamYard, una piattaforma completamente web based con una marcia in più. Quale? Beh, riesco a usarlo perfino io, quindi ho detto tutto!
[adrotate banner=”1″]
Streamyard consente un buon numero di ore mensili di diretta gratis, presenta un’interfaccia poverissima, con poche cose da capire, ma credimi se ti dico che fa molto bene tutto quel che deve fare. In particolare permette di aggiungere altri partecipanti, di scegliere se effettuare lo streaming sul profilo personale, sulla pagina o su di un gruppo che gestisci, consente ancora di curare la regia spostando la visualizzazione delle finestre separate e permettendo anche agli ospiti di condividere lo schermo del computer. Segnalo infine la maggiore fluidità delle immagini rispetto ad altre piattaforme e la bellezza della grafica utilizzata per mostrare dal vivo i commenti in evidenza. Bellissimo!
StreamYard è una piattaforma davvero molto comoda, ma in caso tu sia un cialtrone come me puoi evitarla e usare la classica funzione nativa di Facebook per le dirette. Io di solito condivido uno schermo nel quale apro preventivamente una finestra di Quicktime in modalità “registra nuovo filmato”, ma senza avviare la registrazione. Tanto basta per mostrare agli utenti un desktop per la presentazione e una finestra con la tua immagine per accompagnare il tutto. Questa soluzione va benissimo quando lanci un webinar in “solitaria”, ma prevedendo di avere un ospite collegato in diretta, la soluzione cialtrona è utilizzare skype mentre sei in diretta facebook. Lo abbiamo fatto e ha funzionato discretamente, però al netto dei problemi di connessione, la qualità audio dell’intervento dell’ospite è piuttosto bassa. Provare per credere.
Modalità dei webinar
Come detto in precedenza, il webinar può essere inteso nella sua accezione più classica come una lezione frontale tenuta sul web. In questi casi vengono spesso utilizzate come strumenti didattici le classiche presentazioni fatte con PowerPoint o Keynote. Questo modello traslato pari pari dal mondo accademico al web, mostra tuttavia un limite evidente nella minore interazione percepibile tra chi parla e chi ascolta. Ecco dunque che negli ultimi tempi i webinar stanno diventando più simili a interviste, se non proprio a chiacchierate tra presentatore e relatore. Diviene attivo nel webinar il ruolo del presentatore che interviene ponendo domande personali o leggendo quelle provenienti dagli utenti collegati, scandendo i tempi del webinar, spezzandone la monotonia in modo da rendere tutto più simile ad un’intervista.
Ma dunque un’intervista è un webinar? In linea di massima no, ma è pur vero che in questa fase di trasformazione, qualunque diretta in cui avvenga un trasferimento di ordine didattico delle conoscenze su di un argomento preciso, può essere considerata un webinar. Tale trasferimento può certamente avvenire nella modalità intervista, ma ciò non significa che qualunque intervista trasmessa in streaming sia un webinar.
Poi ci sono le tavole rotonde che prevedono tre o più persone. In questi casi si dibatte il più delle volte su argomenti di attualità, dunque vengono meno le intenzioni di trasferimento didattico oltre la figura stessa del relatore principale, ed è pertanto difficile parlare di webinar. Insomma, sia chiara la differenza tra discutere di ciò che succede e spiegare come si fa una cosa.
Conclusione (perché ora)
È decisamente un periodo d’oro per i meeting online. In un articolo precedente ho messo l’accento su questa modalità di comunicazione a fini promozionali per tanti professionisti che ad oggi non sono stati quasi mai raggiungibili mediante il web. Non già dunque (e non solo) mi riferisco ai colleghi che operano nel digital, già pienamente consapevoli quantomeno delle potenzialità del mezzo, ma a tutta quella schiera di avvocati, psicologi, nutrizionisti, personal trainer, insegnanti di inglese e via dicendo, che adesso devono cogliere le opportunità offerte da canali e tecnologie ormai maturi.
Fammi vedere di cosa sei capace, adesso.
No Responses