Differenza tra condivisione e opportunismo

Un tema sul quale si è discusso ultimamente riguarda i comportamenti che teniamo principalmente nei social network (ma non solo). In particolare oggi puntiamo l’attenzione su due caratteristiche di segno opposto che apparentemente connotano tipologie di persone molto diverse tra loro: gli ipocriti opportunisti e i divulgatori duri e puri.

opportunismo

l’opportunismo, come non lo avete mai visto prima

 

Nell’opinione comune il primo è un parassita che si nasconde nei gruppi su facebook o talvolta li crea, unicamente per piazzare il proprio servizio, mentre il secondo è una creatura celeste che condivide il proprio sapere per il bene dell’umanità. Alla fine di quest’articolo proverò a svelarti un retroscena inaspettato della mia esperienza come amministratore di gruppo facebook e ti dirò la mia sul rapporto tra chi “vende” e chi no. Ma procediamo per gradi.

 

Il terreno dello scontro

I gruppi facebook più lineari sono quelli autocelebrativi, vale a dire quelli che pretendono di fare interazione sul solo nome del “professionista” di riferimento. Di solito non accolgono numeri importanti di membri a meno che non si inneschino culti settari quando non proprio messianici su qualcuno evidentemente abile a fare il suo lavoro.

Poi ci sono i gruppi che nascono intorno ad un servizio in particolare o ad un evento periodico. Si tratta di community legittimamente padronali in cui si può parlare dell’ambito di riferimento senza uscire da certi paletti. Chi crea e gestisce un gruppo a partire da questi presupposti ha certamente l’onestà intellettuale per esercitare il diritto di veto su certi post e su certi comportamenti ritenuti in concorrenza con l’oggetto su cui si fonda la community.

Infine ci sono le piazze tematiche non legate ad un prodotto/servizio e non direttamente collegate al nome di un professionista. Ad esempio il gruppo dei Fatti di SEO è una piazza che non nasce per vendere un servizio e non è legata direttamente al mio nome in quanto amministratore del gruppo. Queste piazze tendono per la loro natura “aperta” ad essere molto popolate e interagite. È qui che più frequentemente si annidano gli spammer e più in generale coloro che cercano di sfruttare un gruppo di condivisione per trovare clienti senza aggiungere valore alle discussioni.

 

Gli opportunisti, chi sono in realtà?

È un opportunista chi risponde ad una domanda posta in pubblico proponendo direttamente servizi a pagamento. È un opportunista chi condivide solo articoli con link di affiliazione o incentrati sulla vendita di un servizio senza aggiungere valore al gruppo. Chi poi invece risponde in modo arrogante o peggio diffamatorio non è opportunista, solo un immaturo. Ci sono quelli che appena hai postato la tua domanda in un gruppo ti contattano in chat per proporti subito i loro servizi, come i venditori di ombrelli che spuntano dai tombini appena fa due gocce d’acqua.

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I peggiori in assoluto sono quelli che si nascondono dietro profili falsi per parlare male di professionisti concorrenti. A me dispiace molto per queste persone perché finiscono spesso per annegare in tutto l’odio che si portano dentro, ma tant’è.

 

E i “condivisori” chi sono?

Le persone che condividono valore sono ovunque, tanto nei gruppi padronali, quanto nelle piazze tematiche più aperte ed etero orientate. Sono persone che decidono di investire il loro tempo per aiutare gli altri, aspettandosi in cambio la moneta più preziosa, la reputazione. Ora diciamo che occorre essere davvero radicali per fare condivisione pura senza vendere mai direttamente i propri servizi, senza fare mai spam e senza proporre mai link di affiliazione. Ogni tanto qualcuno – anche tra i virtuosi – può perdere la pazienza e rispondere ad una domanda in modo forse poco opportuno, ma questa è l’umanità. Facebook tira fuori il meglio e il peggio da tutti noi. Più il peggio mi sa.

Chi sceglie di condividere, i buoni, non è tenuto a rispondere sempre e comunque a tutte le richieste d’aiuto. Quando ritengono che la risposta richieda uno sforzo eccessivo si astengono, evitando commenti del tipo “dovresti contattare un professionista per questo problema”. Chi frequenta un gruppo di supporto sta cercando soluzioni, NON inviti a contattare un professionista. Lo sanno già come si contatta un professionista, non glielo devi dire tu! Insomma, chi partecipa lo fa davvero e lo fa per bene.

 

I buoni e i cattivi

Se è vero che c’è chi aiuta davvero gli altri e chi pensa solo a sé stesso, in realtà siamo tutti opportunisti. Inutile nascondersi dietro un dito: chiunque condivida le proprie conoscenze in un gruppo tecnico su facebook lo fa per trovare nuovi clienti. Chiunque crea un gruppo facebook – come chiunque crea un forum – lo fa per il proprio tornaconto. La questione è il MODO in cui cerchi di creare o cogliere le opportunità. Puoi farlo in modo virtuoso, costruendoti una reputazione oppure da sciacallo facendo manbassa di contatti in modi più o meno corretti.

Una volta scrissi che se si cresce lo si fa insieme. Io in prima persona ho imparato moltissimo sulla SEO dall’esperienza di moderazione del gruppo dei Fatti. Il mio suggerimento spassionato per chiunque voglia usare i gruppi come opportunità di guadagno è assolutamente FATELO.

Fatelo nel modo giusto però.

 

 

One Response

  1. Stefano Brandelli 26/07/2019

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