Qualche giorno fa leggevo una bella intervista a Riccardo Scandellari, uscita su D.Repubblica, il cui tema era proprio la costruzione di una presenza digitale solida e affidabile. Nell’intervista il vecchio Skande ha fatto riferimento ai must have, cioè alle cose che non possono mancare in una strategia di visibilità personale o aziendale.
L’attenzione viene posta principalmente su 8 punti che vanno dall’individuazione degli obiettivi alla frequentazione dei social, passando per l’acquisto di un dominio personale e la realizzazione di buone foto profilo. Tutte cose assolutamente razionali e di buon senso, che vanno certamente bene per la divulgazione di carattere generalista (e ci mancherebbe), ma alle quali vorrei provare ad aggiungere qualche spunto spero utile e magari provocatorio.
Non costruirla affatto.
Premettendo che le osservazioni di Skande sono tutte di assoluto buon senso, per me non devi tanto costruire la tua immagine, quanto piuttosto averne una. Il web è pieno zeppo di belle fotografie e bei siti web professionali che descrivono autentiche meraviglie. Ecco, io ti auguro di ricevere email di contatto da persone che non ti scelgono perché hai una bella foto, né perché hai un bel sito web. E ti auguro allo stesso modo di non essere contattato da chi ha fatto caso che posti un contenuto al giorno sul tuo argomento di interesse. Per capirci, alla fine tutti i professionisti con una buona immagine digital hanno una bella foto, un bel sito web, comunicano attraverso i social eccetera, ma queste sono la conseguenza dell’avere una buona immagine pubblica, non la causa. Quindi prendi certamente per buone le cose che scrive Riccardo, tutte giuste, ma non perdere di vista le cose importanti.
Non c’è bisogno di comportarsi “bene” con tutti
Quando andavo al catechismo mi hanno insegnato le tre parole magiche: Grazie, Per favore, Scusa. Ora non c’è niente che non vada con queste tre parole, salvo che si tratta appunto di parole. Ed è un’ingenuità valutare la professionalità altrui semplicemente dalle parole che usa durante un contatto. Ora non dico che devi comportarti come il Dr House, perché non sta scritto da nessuna parte che devi fare lo “stronzo”, ma molti dei professionisti migliori che ho conosciuto sembravano avere seri problemi relazionali, per non dire che a parlarci sembravano dei mezzi invasati.
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La verità è che le parole magiche vanno bene solo nei film per bambini. Là fuori è pieno di persone che chiedono scusa e poi ti prendono a calci, che ringraziano prima di truffarti o che domandano per favore e poi fanno i loro comodi senza il minimo rispetto. La gentilezza salverà il mondo, ma non è dalla gentilezza che si riconosce un professionista, così come non lo si riconosce dai modi burberi. Lo si riconosce da altro.
Conta l’immagine o la reputazione?
La reputazione è senza dubbio la moneta più importante per chi lavora sul web o comunque per chi usa il web con l’obiettivo di comunicarsi. Alcuni non hanno capito di cosa si tratta e la scambiano per un’immagine digitale impeccabile, ma come detto in precedenza, l’immagine è la conseguenza della reputazione e non la causa. Per avere una buona immagine occorre fare le cose di cui scrive correttamente l’amico Scandellari, ma l’obiettivo primario è la reputazione, non l’immagine. E la reputazione si ottiene via via che aumenta il numero di persone disposte a spendersi per te come professionista.
E credimi, non c’è altro modo per ottenere questo risultato che mettere un piede davanti all’altro e fare il proprio lavoro al meglio, ogni giorno. Essere proattivi certo, comunicarsi senza dubbio, magari contribuire alla discussione pubblica sulle tematiche di cui ti occupi o produrre risorse importanti nel tuo settore di riferimento, ma alla prova dei fatti non c’è molto su cui discutere: per essere considerato uno tosto devi esserlo veramente, non solo sembrarlo.
Se poi lo sembri anche, tanto meglio.
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