Oggi affrontiamo il tema forse più importante per chiunque lavori a un progetto web con l’obiettivo di migliorare la visibilità e le transazioni di un sito e-commerce. Ne parliamo a partire da un’esperienza personale da cui ammetto di essere uscito molto, molto sorpreso. Ma bando alle ciance e partiamo dall’inizio, anzi, da un po’ prima.
Qualche tempo fa, mia madre ha venduto la casa dove sono cresciuto, così sono andato lì per prendere le ultime cose prima che un’impresa andasse a svuotarla completamente. Nel box auto ho trovato tre vecchie tavole da skate comprate tra il ’90 e il ’92. Tenerle tra le mani mi ha riacceso un fuoco che pensavo si fosse ormai estinto definitivamente, così, colto da quell’improvviso ritorno di fiamma, sono tornato sullo skate, pur alla mia venerabile età.
Tutto bellissimo, solo che non potevo fare skate con una tavola di oltre trent’anni fa, fosse solo per il valore affettivo che mi imponeva di preservare sotto vetro quell’indiscutibile patrimonio dell’umanità. Giacché sentivo comunque il richiamo dell’asfalto, contattai un vecchio amico che oggi è istruttore federale di skateboard (di 2° livello, quindi super pro) e gli chiesi di consigliarmi le misure per la tavola, le ruote, i carrelli, i cuscinetti, insomma tutti i pezzi. Una volta era più facile andare in skate, perché ne compravi uno e ci andavi. Oggi invece è come farsi fare un abito su misura in sartoria, ma senza andare in sartoria, da casa. Un incubo.
Fortunatamente il mio amico mi dette i consigli giusti e quindi sapevo cosa cercare, ma per la scelta finale volli comunque fare di testa mia, andando alla ricerca di quelle misure di ruote e carrelli più vicine a come erano negli anni in cui facevo skate. In tutto ciò, mi ero completamente dimenticato del mio “mestiere” e ora stavo navigando per la prima volta in vita mia un sito che non fosse Amazon o Thomann, senza fare valutazioni da “professionista” sul CMS, sulla distribuzione dei link, sui layout e compagna cantante. Ero un appassionato di skateboard che dopo tanti anni stava cercando la configurazione ideale per i pezzi da assemblare, senza avere le idee chiare.
È stata un’esperienza incredibilmente illuminante, che mi ha davvero mostrato la differenza tra chi i siti li studia per lavoro e chi invece li deve usare per risolvere un problema. Insomma, tutto facile finché non ci cadi dentro con tutte le scarpe.
I filtri prodotto nei listing di categoria
I filtri maledizione, i filtri contro i quali mi sono scagliato così tante volte lamentandomi del fatto che mi sembrano sempre troppi, in realtà per certi aspetti non sono mai abbastanza. Resta che vanno gestiti in modo da non farli gravare inutilmente sulla scansione, ma sul serio, meglio averne 10 in più che uno in meno. Ma poi, nella modalità mobile del sito che ho guardato, la sidebar con i filtri finiva sotto al listing dei prodotti, facendomi vivere in un disagio mi provato prima.
Le descrizioni nelle schede prodotto
E le descrizioni nelle schede prodotto? In molti casi ho trovato descrizioni davvero approssimative, che se normalmente mi fanno storcere il naso, stavolta mi hanno provocato proprio un dolore fisico. Inoltre, valorizzare opportunamente i filtri, permette di richiamare le informazioni essenziali per i singoli prodotti a livello della descrizione. Per i prodotti che hanno molte caratteristiche, fornire poche informazioni e gestirle pure male è davvero un peccato, soprattutto quando poi vedi che altri store (purtroppo non italiani) fanno le cose per bene.
Ma dove hai messo i link alle pagine utente?
Da ultimo, i layout di tutti gli shop online del mondo tendono a presentare alcuni elementi sempre nelle stesse posizioni. Ad esempio, se l’icona del carrello si trova in alto a destra, per quale accidenti di motivo la metti a sinistra? Perché vuoi logorarmi a livello antropologico, ecco perché.
Mille altre volte ho trovato problemi simili facendo audit, ma non ricordavo la sensazione di frustrazione che si prova ad essere dall’altra parte e vivere l’esperienza da cliente inesperto, alle prese con un prodotto “difficile”, perché da personalizzare.
In definitiva non è detto che uno shop online debba sempre richiedere il feedback di un esperto vero, ma a seconda dei casi, via via che il tuo catalogo cresce e soprattutto in presenza di prodotti ad elevato tasso di customizzazione, per fare la differenza occorrerà mediare tra un’organizzazione molto accurata delle proprietà associate ai prodotti e l’esperienza di utilizzo, che deve rimanere fluida nonostante la montagna di opzioni tra cui scegliere. È questa la sfida ed è per questo ahimè, che alla fine ho scelto l’ennesimo store tedesco gestito “alla tedesca” in tutti i sensi.
Nota a margine: da quando lo skate è diventato uno sport “vero”, si è tutto complicato. Credo valga lo stesso ragionamento per tante altre situazioni.