Nell’era digitale in cui ci troviamo sono sempre di più i vari programmi che possiamo inserire nel nostro sito web sviluppato con i vari Content Management System (CMS).
WordPress, per esempio, ha praticamente cannibalizzato il mercato perché molto semplice da utilizzare, quindi le varie persone che hanno iniziato a sviluppare siti web da zero, possono trovarsi in difficoltà nello scegliere un plugin piuttosto di un altro. Questo perché non hanno magari idea di cosa significhi utilizzare effettivamente dei plugin esterni per il proprio sito.
In questo articolo voglio parlarvi un po’ di questi programmi, ma partiamo dal principio, cercando di capire bene cosa sono i plugin e la loro funzione.
Cosa sono i plugin
I plugin sono programmi che aumentano le potenzialità di un CMS, aggiungendone funzioni, sviluppati in PHP ed inseriti all’interno di WordPress tramite il servizio FTP o installati, per quelli meno tecnici, direttamente dalla lista plugin che WordPress fornisce ai propri utilizzatori. Questi software, come praticamente qualunque linguaggio di programmazione, utilizzano le variabili ossia un’insieme di dati modificabili situati in una porzione di memoria fisica; le stesse variabili verranno poi elaborate dallo stesso software. Questi plugin possono pesare pochi MegaByte (MB) o molti a seconda della tipologia; alcuni includono parecchie funzionalità e sono davvero dei validi compagni di viaggio per il nostro progetto. Ovviamente ogni CMS ha i suoi plugin, sviluppati da programmatori a sé.
Come scegliere i plugin più affidabili
Parlando di WordPress, ogni plugin ha una sua pagina descrizione su wordpress.org quindi è buona norma controllare le varie informazioni che ci sono all’interno per capire in che stato si trova il plugin, se è ancora supportato ecc.
Le voci da controllare, come si evince dall’immagine qui sopra, sono:
- Ultimo aggiornamento
- Compatibilità del plugin con le vecchie versioni di WordPress
- Con che versione di WordPress funziona il plugin
- Installazioni attive
Il primo punto è quello più importante: se infatti un plugin non viene più aggiornato significa che il progetto è definitivamente morto e quindi non è neanche da prendere in considerazione perché semplicemente il codice con cui è stato creato è vecchio e datato, non più in linea con le ultime tecnologie.
La compatibilità con le vecchie versioni è correlata al punto tre ossia la versione di WP con il quale lavora il plugin: fa capire con che versione di WordPress più vecchia il plugin riesce a lavorare.
Il punto tre è chiaramente collegato al punto uno; va da se che se un plugin non è più aggiornato, probabilmente la versione di WordPress con cui funzionerà sarà più datata e quindi il plugin non funzionerà con la versione più aggiornata di WordPress.
Infine e non per ultimo in ordine di importanza, il punto 4, ossia le installazioni attive di questo plugin. Fermo restando che i punti visti finora abbiano avuto un esito positivo quindi se siamo davanti ad un plugin aggiornato, compatibile con molte versioni di WP e ultima versione aggiornata dello stesso, possiamo vedere quante installazioni ha in attivo questo plugin. Dato importante per vedere quanti utenti lo stanno utilizzando attualmente.
Nella stessa pagina, come possiamo notare qui sopra, scorrendo verso il basso c’è un’altra sezione, “compatibilità”, che mostra in base alla versione di WordPress selezionata e alla versione del plugin, i commenti degli utenti che hanno riscontrato o meno dei problemi. Chiaro, questa parte è forse meno importante degli altri dati che abbiamo visto. Il motivo? Perché in questo caso non tutti gli utenti si mettono a commentare direttamente l’uso di un plugin, probabilmente per pigrizia o altre ragioni, però può dare delle indicazioni quando si è magari indecisi sull’utilizzo di un plugin piuttosto di un altro.
Plugin per Joomla e altri CMS
Inutile dire che non c’è solo WordPress; Joomla ad esempio è un altro CMS molto utilizzato, forse meno “user friendly” e più macchinoso per certi aspetti ma che utilizza anche lui delle estensioni (altro nome dei plugin). Esiste una lista molto famosa di link ma anche qui desideriamo farvi capire che il migliore approccio è il test preventivo, con uno sguardo alla pagina di download del plugin/estensione stesso/a.
Anche qui come per WordPress, la pagina di atterraggio dell’estensione consente di capire se questo programma è ancora supportato, con che versione di Joomla è compatibile, l’ultimo aggiornamento che il plugin ha subito, data di creazione e aggiunta e il tipo di licenza. A sinistra invece una tab con le recensioni scritte dagli utenti.
Infine andiamo a vedere anche i plugin di Magento e Prestashop, famosi CMS dedicati agli ecommerce.
Anche in questo caso abbiamo la versione compatibile del CMS Magento con il plugin di riferimento, la popolarità e le recensioni degli utenti.
Su Prestashop, anche se la maggior parte dei plugin sono a pagamento, nella pagina di atterraggio del plugin ci sono visualizzati i download, la compatibilità, la versione e il numero di download.
Scopriamo ora, una volta deciso quale plugin utilizzare, come approcciare meglio alla fase di prova e test.
Prova del nuovo plugin
Niente paura, abbiamo il backup
Una volta deciso il plugin da utilizzare per il nostro progetto, è bene farlo sempre in modalità “protetta”: vale a dire su un sistema che consenta di “tornare indietro” in caso di problemi. Ad esempio, un backup, potrebbe metterci al riparo dai conflitti che magari questo plugin può generare. Pensate ad esempio se il plugin in questione utilizzasse un nome uguale di una variabile stessa di WordPress, cosa succederebbe? In questo caso come faremo?
Il backup quindi può toglierci letteralmente dai problemi, consentendoci di tornare indietro e cambiare tipo di approccio. È sempre buona norma però non installare nulla in produzione, ossia quando il sito è online, perché soprattutto per siti importanti, il momentaneo blackout del sito potrebbe creare un danno all’azienda stessa. In questi casi è sempre bene farlo in un’area di sviluppo o in locale (vedi qui sotto).
Ma se il backup non esiste?
Se il backup non c’è sarebbe meglio, soprattutto per progetti medio/grandi (come se per progetti piccoli non servisse ;)), pensare di inserire un sistema di backup efficiente al nostro hosting, magari giornaliero o ad orario, che ci consenta anche di tornare indietro di qualche ora per risolvere questo problema. Se questo però non fosse possibile, suggeriamo di fare un backup a mano e di copiare il sito in locale per fare i test di funzionamento plugin. In questo modo non si creeranno danni al sito in produzione e si potrà stare tranquilli con il nostro cliente, a patto che sappia cosa stiamo facendo.
Per fare un backup del sito in locale, si potrà usare un programma come Xampp o Mamp (quest’ultimo per MacOS) dove si andrà a ricreare nel nostro computer un ambiente Apache, l’ideale per sviluppare siti web gestiti in PHP+MySql.
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I plugin a pagamento
Con i plugin a pagamento bisogna fare un discorso un po’ a parte. Seppur sia vero che di solito siano forniti di una versione free con tanto di pagina su WordPress.org, bisogna stare comunque attenti, soprattutto con quelli presi da fonti non certe. Inoltre bisogna sempre controllare che siano ben supportati e che diano una sorta di assistenza in caso si riscontrino problemi sull’utilizzo e ovviamente, in questo caso, segnalarlo agli sviluppatori.
Con le versioni free di questi plugin a pagamento bisogna però fare attenzione perché comunque non sono al riparo da “errori” perché, soprattutto quelli più utilizzati, sono costantemente sotto mira dei vari cracker o hacker (la differenza la spiegherò poco sotto).
Il motivo? Il ragionamento è abbastanza semplice. Se avessimo sotto un sito completamente fatto in codice quindi personalizzato, nessuno o quasi si prenderebbe la briga di bucare un sito fine a se stesso, viceversa, utilizzando un software libero come WordPress ed altri famosi CMS, i vari cracker, ossia quelli che provano a bucare siti web e sistemi cercando di frodarne l’amministratore, saranno più invitati a farlo in quanto il programma che si usa è molto famoso e darebbe più probabilità ad altri siti web di esser bucati dalla stessa persona. Gli hacker invece, ossia persone che bucano i sistemi ma che poi comunicano il tutto all’amministratore per permettergli di mettersi al riparo dalle falle appena scovate, sono potenzialmente più propensi a bucare questi sistemi molto famosi, ma solo per lo sfizio di farlo e senza scopo di lucro.
Conclusione
Speriamo dunque di avervi dato una panoramica più completa possibile sulla questione plugin, dalla loro scelta al loro utilizzo; il tutto passando poi per la fase di prova e gestione. Ricordandovi sempre che, nella maggior parte dei casi, avere sotto un sistema di backup aiuta a risolvere la maggior parte dei problemi. È bene dunque non prendere sotto gamba e sottovalutare l’installazione di un plugin su un sistema, in quanto è in tutto e per tutto un software che, come quando si va ad aggiornare un sistema, può essere immune da problemi ma può anche crearne di grossi.
Se volete o vuoi aggiungere qualcosa al mio articolo, scrivici pure le tue impressioni qui sotto, saremo contenti di risponderti e discuterne, magari per prenderne spunto per altri articoli.
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