Ho aspettato un paio di settimane per scriverne, perché volevo guardarmi intorno e tentare di capire i motivi per cui le persone si sentissero tanto attratte da un network “asociale” come Sarahah. La verità è una ed è molto semplice: siamo ancora giovani.
Ci adiriamo nel ricevere critiche velate da chi evita di fare il nostro nome, poi ci iscriviamo ad un’applicazione in cui viene chiesto espressamente di esprimere un giudizio sulla persona nel totale anonimato. Quello di Sarahah è uno degli esperimenti sociali più interessanti degli ultimi anni e credo verrà studiato a lungo, perché mette a nudo quello che spesso siamo nella realtà: persone che condividono un messaggio anonimo di critiche e insulti, per il gusto di scrivere “tanto ho capito chi sei“, o per farsi dire “bravo, non dargli peso” dagli amici.
Tecnologia intossicante
Facebook è intossicante, diciamolo subito. Hai presente quando dai una risposta un po’ caustica a qualcuno? Nei minuti successivi stai lì con quella sottile apprensione, perché ti aspetti che la persona colpita reagisca dandoti addosso… e spesso succede. In quel caso hai provocato una lite con una persona di cui non sai niente, rispetto a un argomento di cui magari ti interessa poco e il più delle volte senza aver compreso il senso della domanda.
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La sottile apprensione di cui parlavo prima è la tua coscienza che ti ricorda quanto sia strano il tuo comportamento. Se nel dare addosso a qualcuno “gratis” durante una discussione, non la percepisci più, hai un problema di consapevolezza. Qualcuno direbbe che sei pazzo, ma è meglio “inconsapevolezza”, altrimenti dovremmo dire che da queste parti c’è un numero di malati di mente del tutto inatteso e spropositato.
E alla fine arriva Sarahah
Sarahah invece risolve il problema, perché non c’è schizofrenia nel dire le peggio cose anonimamente su una piattaforma ad hoc all’indirizzo di chi non conosci, solo ipocrisia. Sarahah ci evita il fastidio di dover litigare, ci toglie quella “sottile apprensione”, ma allo stesso tempo ci mette a nudo davanti a noi stessi. Se eri arrivato al punto da non percepire più di sbagliare a mettere fuori commenti acidi verso chi non conosci, adesso dopo aver postato i tuoi insulti anonimamente provi sicuramente qualcosa, magari sulle prime anche una certa soddisfazione, ma poi realizzi che è solo quello. E ti senti piccolo, troppo piccolo per ammetterlo anche con te stesso, intanto quella sensazione l’hai provata e alla lunga tanto basta.
Quanto durerà Sarahah
La prima settimana che l’ho incrociato ho pensato subito che sarebbe durato poco, invece, se hai letto con attenzione e condividi la mia analisi, mi sento di dire che a meno di bombardamenti informatici, Sarahah è destinato a durare per un po’. L’applicazione è virale come l’ipocrisia su cui è basata, per questo farà presa su tantissimi e per molto tempo. La pulsione a “fare una prova” è forte, perché mai prima d’ora era stato così facile insultare qualcuno anonimamente. È proprio una bomba!
Sarahah fa bene al web perché è una palude in mezzo alla quale dobbiamo passare per diventare un po’ più grandi. È uno stimolo a riflettere su quello che facciamo e sul perché lo facciamo. Spero ci porterà tutti a farci qualche domanda in più, mentre maceriamo per bene nella nostra infantile visione delle cose.
Se te lo sei chiesto, io l’account Sarahah non lo faccio. Non è per me. 🙂
Ma poi, le cose che scrivi, le pensi veramente?