L’internet è un mondo difficile, soprattutto se devi capire quale sia il prezzo di equilibrio per i servizi legati alla comunicazione web. In base a cosa si determina quanto costa comunicare in rete?
Immagina di essere alla ricerca di un professionista che realizzi il tuo sito web o che eroghi altri servizi di web marketing. inviare più richieste di preventivo in questi casi è normale, quello che invece sembra meno normale è la variabilità dei costi per la stessa richiesta.
Possibile che per lo stesso sito web di 4 pagine si possa ricevere un preventivo di 400 euro e uno di 4.000? Soprattutto, se il tuo mestiere è sviluppare siti web, come puoi creare il tuo “tariffario” senza sembrare troppo esoso o al contrario poco professionale?
Non solo sul web
La scorsa settimana mia madre ha chiesto a due ditte diverse un preventivo per rifare la porta di casa. Per lo stesso (identico) tipo di porta, la prima ditta ha chiesto 1.850 euro, la seconda ne ha chiesti 1.250. Questo per dire intanto che una certa variabilità nel prezzo non riguarda solo il mondo dei servizi web, ma è cosa diffusa a tutti i livelli, oggi (forse) più che in passato.
Sei un freelance alle prime armi?
Fermo restando che nel corso degli anni ho visto e vedo un po’ di tutto, una prima variabile secondo me importante da tenere in considerazione per “prezzare” i tuoi servizi è la quantità di tempo che serve a svilupparli in funzione di quello a tua disposizione e dei costi vivi. Se ad esempio operi da solo come freelance, il tuo tempo massimo è di 8 / 10 ore al giorno a meno che non forzi la mano assumendoti i rischi di un prolungamento eccessivo dell’orario di lavoro con conseguenze rispetto allo stress, cali di rendimento, fino a risentimenti fisici e psicologici.
Se disponi “solo” del tuo tempo puoi pensare di venderlo rispetto a quello che ritieni opportuno fatturare su base mensile. Considerando le 160 ore di lavoro mensile (8 ore al giorno per 20 giorni), volendo fatturare 3.200 euro mensili dovresti muoverti su un costo orario di 20 euro l’ora.
Hai appena aperto una web agency?
Se invece hai dei collaboratori stipendiati, al tuo tempo di lavoro si aggiunge il loro, ma giocoforza il tuo prezzo deve considerare i loro costi. Essendo il costo del lavoro in Italia mediamente alto, per poterti permettere un lavoratore dipendente devi fatturare almeno 8.000 euro mensili, perché ai tuoi 3.000 devi sommarne altri 2.500 lordi per il collaboratore più altri 1.500 per una sede dove farlo lavorare (compresi i costi associati). A queste condizioni, in base al calcolo precedente, il tuo prezzo al cliente finale può essere di 25 euro l’ora e come avrai già capito, all’aumentare del numero dei collaboratori, aumenterà anche il prezzo finale a meno che non delocalizzi tutto abbattendo il costo della sede o esternalizzando i lavori a operatori non italiani, o comunque non soggetti alla fiscalità italiana, sperando che facciano un buon lavoro.
Questi numeri sono stimati supponendo che tu riesca a “vendere” TUTTO il tempo a tua disposizione, altrimenti i risultati di fatturato saranno semplicemente più bassi.
Il prezzo sul cliente
Una volta un noto web designer disse che non puoi chiedere 3.000 euro per il sito web di una pizzeria, così come non puoi chiedere la stessa cifra per il sito web di una cantante famosa. Significa che come sempre e per quanto si dica sia eticamente scorretto, il prezzo si fa anche sul cliente, quindi al ragionamento precedente puoi associare quest’ultimo… e a meno che tu non venda prodotti con prezzo a listino regolamentati, non venirmi a dire che sei diverso, perché oramai una mezza idea su come funzionano queste cose me lo sono fatta perfino io.
Infine, il prezzo sulla reputazione
Un ultimo aspetto importante nella determinazione del prezzo, ancorché irrazionale come il precedente, è la percezione di valore del tuo marchio in quanto agenzia o del tuo brand personale in quanto freelance. Non ho inserito questo punto alla fine perché è meno importante, anzi in realtà è l’obiettivo ultimo di qualunque professionista. Pensaci un attimo, non ti piacerebbe poter proporre prezzi assolutamente fuori mercato e vederti sempre accettare i preventivi? Beh, occorre lavorare sodo per ottenere l’autorevolezza necessaria, perché le persone non sono stupide e devi dimostrare di avere le spalle larghe per trasmettere davvero l’idea di essere affidabile.
Conclusioni (per finta)
Alcuni richiedono preventivi “per finta” solo allo scopo di determinare un prezzo di equilibrio per certi servizi. Io credo che sia difficile trarne indicazioni precise, tuttavia ammetto di averlo fatto anch’io in passato… e per questo ti dico che serve a poco.
Detto questo, hai voglia di raccontarmi come fai il tuo prezzo? O è troppo personale?
Articolo interessante, perché propone una delle questioni più strategiche e “spinose” per chi comincia a lavorare da solo.
Io mi trovo in una situazione difficile: lavoro come freelance per un cliente che ho “ereditato” quando ero collaboratore di un’agenzia (che non coincide con il mio sito). Purtroppo ho ereditato anche le condizioni contrattuali. Il lavoro è aumentato sottilmente nel corso del tempo e ora è tanto, tantissimo, troppo. Ovviamente è difficile far adattare il compenso al lavoro. E non posso nemmeno forzare troppo o rischio di perdere l’unica fonte di reddito attuale.
Dovevamo resettare gli accordi.
Adesso ho la netta sensazione di essere fortemente sottopagato. E scatta la convinzione di avere un collare :/
Ciao Christian, mi permetto di darti qualche feedback perchè ad inizio carriera come freelance, anch’io avevo lo stesso tuo problema, che è stato un grosso errore che mi sono portato dietro per anni: avere un solo cliente che mi porta quasi il 100% del fatturato annuale.
So bene che ti indico informazioni banali, ma la scelta peggiore che possiamo fare come freelance è proprio questa: affidarsi ad una sola fonte di reddito e lavorare solo per un’azienda.
Che poi il lavoro sia tanto o poco, che ci siano alti introiti o meno, questo è un problema ulteriore da non sottovalutare ma secondo me è anche secondario.
Perchè il vero problema è che se anche guadagnassi tanto, nel momento in cui l’azienda per cui collabori ti molla per un qualsiasi motivo, rimani a bocca asciutta e ti ritrovi a non dormire la notte pensando a cosa fare per arraggiarti alla meno peggio.
Nel frattempo che lavori per quest’azienda, ti consiglio di inziare a lavorare ad un tuo progetto personale, che possa essere realmente monetizzabile.
Non partire ovviamente a caso ma da una tua esperienza precisa e personale come esperto in un determinato settore. Se riesci a dimostrare ai tuoi potenziali clienti di essere e dimostrare di essere un vero esperto nella tua nicchia, con il tempo riuscirai a trovarti altre commesse e clienti con cui lavorare.
In firma ho aggiunto l’esperienza diretta di un web designer freelance, che ha pubblicato il suo caso studio personale nel mio blog, su come è riuscito a portarsi a casa 40 clienti senza farsi pubblicità. Magari ti può essere di aiuto e stimolo per capire che strada seguire.
Spero di averti dato qualche buona idea per non avere il cappio al collo da una sola azienda.
Per un Freelance considerare 8 ore lavorative al giorno è sbagliato secondo me. Si dovrebbero considerare le ore FATTURATE, che più o meno sono la metà delle ore totali di lavoro. Intendo dire che se per un cliente lavoriamo 2o ore, 10 sono di effettivo lavoro fatturate, le altre 10 sono di preventivo, call, email, follow up, etc.
Ciao Francesco!
Un giorno feci un calcolo:
per poter assumere 2 ragazzi come dipendenti (ora fanno i freelance) avrei dovuto fatturare due volte e mezzo quello che fatturo attualmente. Una follia!! Considerando che le mie ore lavorative sono 10/12 più la reperibilità per i Social Network che gestisco.
(In Italia, oggi, è da pazzi sconsiderati assumere personale).
Non credo si possa ragionare solo su quanto una persona voglia guadagnare ma, come scrivi tu, ci sono molte altre varianti.
Ad esempio: se un freelance decidesse di guadagnare 3200€ lordi, gli consiglio di cambiare mestiere al più presto. Ne resterebbero esentasse meno della metà quindi diventa più conveniente fare il dipendente (con ferie, TFR, malattia pagate), a meno che non abbia in mente un percorso esperienziale che lo porti a raggiungere presto il proprio obiettivo: diventare un professionista.
Un valore medio di un buon professionista non può stare sotto i 40/60€ ma si arriva anche a 100€ : parliamo di un professionista “senior” con indubbie capacità di realizzazione e di analisi che riesca a realizzare un piano di lavoro, un progetto, delle KPI e degli obiettivi a corto medio e lungo periodo.
Un altro fattore da considerare è la tipologia di progetto e la sua potenzialità: se fai il sito per la pizzeria significa che non sei pronto per grandi progetti altrimenti non “sprecheresti” il tuo tempo (a meno che non lo si affidi a qualche freelance esterno, o la pizzeria non sia la tua 🙂 ).
Il prezzo di vendita lo fanno i risultati ed il grado di competenza che porti e dimostri.
Grazie per il tuo articolo e buona giornata. 😉
Ciao Francesco,
I costi relativi al dominio, hosting, cms ed eventuali template particolari, secondo te, si devono far fatturare direttamente al cliente (quindi farglieli pagare a parte) oppure no? Qui forse rientra anche un discorso in merito alla proprietà del sito…
Grazie mille!
Ragazzi, grazie per i commenti. Ho leggermente modificato l’articolo specificando che il valore di 20 euro l’ora può andar bene per un freelance alle prime armi, che complessivamente fatturerà (20 x 160 ore mensili) 3.200 euro… Del resto tutti sanno che un freelance alle prime armi fattura 3.200 euro al mese, no? 🙂
Francesco, mettiamola così.
Per meno di 30 €/ora, come si dice dalle mie parti, non alzo neanche il culo dalla sedia. E questo escludendo tutti i costi “accessori” all’attività (trasferte c/o sede cliente, acquisto di componenti SW/template/hosting): insomma i 30 €/ora, se fatturati, sono il MINIMO sindacale e insindacabile.
Motiviamo, ora, la quantificazione.
20 euro sono per il mio lavoro
10 euro è l’ammortamento degli strumenti che utilizzo o del tempo che impiego per formarmi
Sto naturalmente facendo una semplificazione assolutamente rozza e grezza.
Il numero di ore che uno può, umanamente, lavorare in un anno (considerato anche il riposo e lo svago) sono fra le 1500 e le 1600. Alle quali, dicevamo, si aggiunge la formazione e la parte “di gestione” dell’attività.
Ammesso e non concesso di “venderle tutte” questo corrisponde a un fatturato fra nell’ordine dei 45.000 €/anno che, al netto di spese e tasse ti consente di tenerti in tasca 1.500 euro al mese (su 12 mensilità). Da precario e ammesso di godere di ottima salute.
Morale: l’autorevolezza ti aiuta a chiedere ciò che sarebbe GIUSTO per un lavoro (quello del SEO e consulente di web marketing) che porta valore e fatturato al cliente.
Che non può (potrebbe, dài…) essere inferiore ai 50 (e 60 non sarebbe scandaloso).
My two cents…
Ho dei dubbi sulla tariffa per le WebAgency i 25 €/h sono una tariffa da professionista junior che sta nel regime dei minimi.
Per sopravvivere e non ammazzarti di lavoro devi stare tra le 250/300 € al giorno poi dipende della figura che metti in campo, se stai sotto non ci stai dentro e sei costretto a raccogliere tutto, Sicuramente l’area geografica influenza la tariffa.
Saluti
Andrea Mocco
Ho letto l’articolo e non sapevo se ridere o piangere. Il calcolo probabilmente è stato fatto applicandolo all’isola che non c’è. Perché nel calcolo della tariffa oraria va messo in contro anche la tassazione/imposizione fiscale e, nondimeno, la parte contributiva (che per un freelance grava percentualisticaente sul fatturato).
Per capirci, fatturando 20€/ora ci si mette in tasca circa 14€, dai quali bisogna detrarre l’apporto contributivo. Nessuno poi sembra considerare i costi (energia, software ecc.).
Per cui, mi perdonerete, non so come fate i calcoli, ma se fatturate a queste tariffe le cose sono due: o evadete allegramente le tasse, o non vivete in Italia.
Vedo delle forti criticità alla base.
1) 8 ore al giorno pagate è impossibile farle. Questo perché ci sono micro interruzioni, problemucci da risolvere non pagati e formazione.
2) 20 € h vanno bene solo se hai aperto ora e ti vuoi svendere per farti un portfolio clienti.
3) Si sa bene, il ns lavoro è fatto di moltissima formazione che per forza di cose deve influire sul costo orario.
4) Un preventivo si deve basare anche sulla tipologia, qualità e compelssità del lavoro quindi non solo sulla quantità delle ore impiegate.
5) Ci sono tutti i costi di gestione, problemi sui pagamenti etc etc:
Quindi i costi indicati solo ridicoli (senza offesa). So che c’è chi applica questi prezzi ma, vi assicuro, fateli pure ma non ci campate.