Francesco Ambrosino è il socialmediacoso per eccellenza. Blogger, formatore e copywriter pungente, Francesco parla solo di ciò che conosce, quindi parla poco, preferisce scrivere e (aggiungo) riflettere su quello che succede.
Ciao Francesco, quali sono i tuoi focus attuali?
Ciao Francesco (ma quanti siamo???), innanzitutto grazie per questa piacevole chiacchierata che mi hai chiesto di fare con te.
Allora, in questo momento, come tutto il pianeta, sto riorganizzando la mia vita e riallineando i pianeti per poter essere adeguato a questo 2017 che mi auguro sia meno funereo dell’anno (demmerda) appena concluso.
Quindi, per rispondere alla tua domanda ti dico che ho intenzione di concentrarmi su tre ambiti: blogging aziendale, che mi piace da matti, formazione, che mi piace ancora di più, e consulenza strategica, che male non fa.
Le persone sono stupide o solo superficiali?
Questa è una eccellente domanda, alla quale risponderei con un “sono stupide”, ma vorrei azzardare una analisi leggermente più approfondita (non troppo però). Prima, però, ho bisogno di fare una premessa.
Io sono un sociopatico ad alta funzionalità con un lieve disturbo ossessivo compulsivo, quindi in linea di massima odio le persone, sfiorando la totale misantropia. E mi piace, attenzione, è uno dei pochi pregi che ho, però ciò nonostante non credo che le persone siano stupide.
Segui il mio ragionamento; se accettiamo questo assunto – ovvero che le persone siano stupide – allora finiamo col giustificarle, perché quando uno è stupido non è capace di comprendere ciò che gli accade intorno, per evidenti deficienze cognitive.
È una patologia, ma le persone non sono malate, hanno solo perso la cosa più importante di tutte: il buon senso.
Se le persone credono alle bufale, è perché hanno smesso di leggere, e hanno smesso di leggere perché hanno perso l’abitudine, e hanno perso l’abitudine perché sono distratte, e sono distratte perché hanno smesso di essere curiose nei confronti della realtà.
La specie umana si è evoluta grazie a spirito di adattamento e curiosità, che ci ha spinti a imparare sempre cose nuove. Se perdiamo la curiosità, allora finiamo col credere a tutte le puttanate che leggiamo sui social (e non solo).
Ha senso scrivere ancora di blogging nel 2017?
Spero di si, altrimenti devo per forza fare il concorso per il personale ATA, visto che non so fare assolutamente niente di utile.
A parte le battute, credo che il blogging avrà una impennata nel 2017, così come il content marketing in generale, perché il trend sarà anche focalizzato sui video e i micro-contenuti, ma la gente continuerà a cercare e leggere informazioni online.
Ora ci sono troppi blog e contenuti, ma di mediocre qualità. C’è tanto spazio da occupare nella sfera dell’alta qualità e dell’utilità, concetto a me molto caro.
Io punto a quello!
È vero che “chi” scrive conta più di “cosa” scrive?
E chi l’ha detta sta stronzata? Assolutamente no. Un buon contenuto è buono a prescindere da chi lo abbia scritto, a meno che non si voglia fare un progetto di influencer marketing, allora lì è fondamentale il chi.
Per un blog aziendale che punta al traffico organico per lead e conversioni, allora è necessario posizionarsi bene, e per farlo bisogna produrre contenuti ottimi, chi li scrive non incide minimamente.
Mi fai una previsione sul tipo di contenuti che andrà più forte nel 2017?
Tutti dicono i video, e mi fanno sorridere, perché il video è il contenuto dell’anno dalla fine dell’800 :-D, oggi è solo più facile realizzarli.
I live di Facebook hanno dato un bel boost nel 2016, e credo che il trend aumenterà, ma lì il discorso per me è più complesso, perché nel giro di 5-10 anni sostituirà la TV. Per intenderci, se io mi metto a fare un live al giorno, a settimana, o quello che sia, non faccio la rivoluzione. Se si mette a farlo Jimmy Fallon, allora cambia tutto.
Se dovessi azzardare una scommessa, punterei i miei soldi sui live audio da poco annunciati da Facebook. Beh, quelli cambieranno davvero le cose, e tanto, perché sarà davvero per tutti, anche per quelli brutti assai.
Qualche sorpresina la avremo anche dai sistemi di messaggistica istantanea, che si stanno evolvendo in modo impressionante. Tra chatbot, videochiamate, editing, sticker, Telegraph e cose simili, un bel pezzo della “discussione digitale” si trasferirà nella sfera privata, creando non pochi rinculi ai social network generalisti come Facebook.
Questa storia di “un video al giorno” non sarà pericolosa?
Parafrasando Rocco Siffredi (mi pare), “Il problema non è quante volte lo fai, ma come”.
Ma secondo te io, che faccio l’operatore del settore, se mi metto a fare un live al giorno, che cambia? Cosa rivoluziono?
Magari riesco a ottenere un po’ di seguito e solleticare il mio ego, ma alla fine, chi cazzo se ne frega?
Se sei Montemagno, allora ha senso, perché punti a diventare un Guru di staceppa, ma io faccio il consulente, devo lavorare, non posso stare tutti i giorni a montare videocamere, luci, microfoni e cose varie.
Ma soprattutto, che vi posso mai dire ogni giorno che non posso dire una volta alla settimana?
E comunque Montemagno – che ammiro molto – non ha inventato niente, perché 5-6 anni fa c’era già Fiorello a fare un video al giorno sui social, e non c’era il Live di Facebook.
In ultimo, qual è il tuo messaggio alla nazione?
Siate curiosi, e mangiate l’olio di palma.