Cos’è l’abuso di dominio scaduto

Oggi parliamo di un pratica che negli ultimi anni ha permesso a molti progetti web di partire col “piede giusto” rispetto alla visibilità nelle serp organiche di Google, ma che in particolare negli ultimi mesi ha consentito ad alcuni di ottenere risultati del tutto eccezionali su Discover. Parliamo della pratica dell’utilizzo di domini recuperati per sviluppare progetti nuovi come blog o magazine tematici.

Niente di nuovo rispetto alla ricerca web, ma il ritorno in termini di traffico su Discover negli ultimi mesi è stato tale da far storcere il naso a parecchi editori nel digital, talvolta storici, che si sono visti escludere dal flusso di traffico proveniente da Discover, proprio a causa di questi siti venuti apparentemente dal nulla che si sono andati a prendere tutto, così all’improvviso.

Ecco in pratica cosa si verifica

Essendomi confrontato con alcuni editori colpiti da pesanti drop su Discover, posso riferivi che il gioco è il seguente: Un editore trova e compra decine se non centinaia di domini scaduti con anzianità decennale, spesso verticali e storicamente rilevanti per una cerchia ristretta di professionisti, come dire, domini che un tempo ospitavano associazioni di categoria e che in virtù di ciò avevano un proprio trust.

Su questi domini vengono pubblicati (oggi) blog completamente scollegati dalle intenzioni del progetto originale a cui faceva riferimento in origine il dominio recuperato. Si va dalle anticipazioni sui programmi TV al gossip, passando per la cronaca, le notizie sugli sconti tech, il beauty e qualunque genere di argomento possa interessare la casalinga di Voghera… che un giorno qualcuno mi deve presentare, perché ormai ne parlo talmente tanto che mi sembra di conoscerla.

Questi nuovi progetti esplodono entro due o quattro settimane, e mantengono ampia visibilità su Discover per circa sei mesi, dopodiché vanno giù, perdendo quasi tutto. L’editore di turno non dovrà fare altro che metterne su uno nuovo con la stessa logica.

Se te lo stai chiedendo, no, questa roba con la SEO non centra niente. Niente proprio.

Le contromisure di Google (tu credici sempre)

Google ha affermato che entro il 5 maggio 2024 gli editori avrebbero dovuto apportare le modifiche necessarie per evitare l’abuso di reputazione del sito e l’abuso del dominio scaduto. Per quanto riguarda il primo caso, Google dichiara infatti che verranno considerati spam i contenuti di terze parti – come i pubbli-redazionali – di valore molto basso, prodotti principalmente a fini di ranking e senza un’attenta supervisione del proprietario del sito web ospitante. 

Anche un dominio nuovo può ricevere un boost da Discover, ma servono circa 3/4 mesi per attivarlo e può durare 3/4 mesi, poi si spegne tutto a meno di non fare posizionamento sul serio, che vuol dire tanta altra roba a cui di solito i SEO non fanno proprio attenzione, capisci a me.

Mentre ne parliamo ci sono editori in Italia che hanno già fatto man bassa, recuperando 100/200 domini vecchi di 10 anni per farci siti “usa e getta” che funzioneranno per 6 mesi e poi verranno sostituiti da un altro e così per sempre.

In questo scenario faccio due considerazioni:

  1. Non è giusto che i medi editori debbano veder precipitare i loro siti web solo perché non hanno il brand di Vogue, né sono progetti usa e getta, ma sono a metà strada;
  2. Google sta puntando sul brand storico in modo completamente cieco;

E ti saluto confessandoti che in questo momento mi trovo in difficoltà e in imbarazzo a prendere in carico lavori di consulenza per alcuni tipi di progetti, perché se Google funziona così, un SEO – che se ne occupa alla vecchia maniera – non può che alzare le mani e ammettere che il giocattolo si è rotto. Insomma, non ha neanche tanto senso fare ragionamenti sul brand fintanto che Discover risponde così.

Stiamo a vedere.

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.