Google ha aggiornato la guida SEO

il 2 febbraio 2024 Google ha pubblicato un aggiornamento di questa pagina che riporta le linee guida basilari per l’ottimizzazione strutturale di un sito web per i motori di ricerca. Diamo un’occhiata alle novità.

Le novità più interessanti riguardano affermazioni su come organizzare il sito. Si parla di URL descrittive, facendo riferimento al fatto che parti dell’URL possono essere visualizzate nei risultati di ricerca come breadcrumb, quindi gli utenti possono anche utilizzare gli URL per capire se un risultato sarà utile per loro. In particolare, Google apprende automaticamente (e usa in serp) le breadcrumb in base alle parole utilizzate, ma puoi provare a facilitare questo apprendimento usando i dati strutturati. In linea di massima, resta il suggerimento di utilizzare termini chiari anche a livello dell’URL.

Faccio una postilla su questo passaggio: in rete è pieno zeppo di risultati di grossi shop online con URL chiometrici e del tutto illeggibili, quindi ricorda sempre che un conto è quello che dice Google, altra cosa è il mondo là fuori.

Raggruppare pagine simili per argomento nelle directory

Un altro aspetto interessante che emerge da quest’aggiornamento è quanto affermato in questo passaggio:

«Se hai più di qualche migliaio di URL sul tuo sito, il modo in cui organizzi i tuoi contenuti potrebbe avere effetti sul modo in cui Google esegue la scansione e l’indicizzazione del tuo sito. Nello specifico, l’utilizzo di directory (o cartelle) per raggruppare argomenti simili può aiutare Google a capire quanto spesso cambiano gli URL nelle singole directory».

Il passaggio è effettivamente interessante, perché mi viene subito in mente quanto Google stia cercando modi per riorganizzare la scansione e la valutazione dei contenuti nei siti web voluminosi. Se prima suggerivamo di mantenere l’URL corto, lasciando alle breadcrumb il compito di evidenziare l’architettura del sito web, adesso pare che ci sia bisogno di ripensare le logiche di composizione degli URL, tenendo dentro anche il percorso che fa riferimento al contenitore.

Faccio un’osservazione anche qui: Se ora TUTTI i siti web con migliaia di pagine volessero adeguarsi a questo suggerimento, si determinerebbe una quantità complessiva di reindirizzamenti talmente vasta da ingolfare definitivamente la scansione per decenni. Quindi se volete provare a ristrutturare gli URL fatelo pure, ma non ditelo troppo in giro… hai visto mai che si decidano tutti insieme a fare ‘sta roba qua.

Riduci i contenuti duplicati

Alcuni siti web mostrano gli stessi contenuti con URL diversi, fenomeno chiamato contenuto duplicato . I motori di ricerca scelgono un singolo URL (quello canonico) da mostrare agli utenti, per singolo contenuto.

Quando lavori sulla canonicalizzazione, cerca di assicurarti che ogni contenuto del tuo sito sia accessibile solo tramite un singolo URL, perché avere due pagine che contengono le stesse informazioni – ad esempio – sulle tue promozioni, può creare confusione per l’utente. Questa non è una novità, ma mi sento di riprenderla e sottolinearla, perché se non ci sono più risorse di scansione per tutti, se dobbiamo fare economia, forse è il caso di aprire valutazioni sulla necessità di avere nel sito migliaia di link di tracciamento con parametro UTM che generano appunto pagine canonicalizzate. Ogni volta che inseriamo questi percorsi nel sito web dobbiamo sapere che c’è un prezzo da pagare e che tale prezzo sarà tanto più alto quante più informazioni andremo a produrre con questi percorsi parametrati.

Poi vabbè, ci sono anche quelli che distrattamente mettono nel blog centinaia di link al proprio sito con il parametro fbclid, quello che facebook aggancia automaticamente all’URL… e manco se ne accorgono.

Insomma ragazzi, sono tempi bui, tocca organizzarsi.

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.