Allora ragazzi, parliamoci subito chiaro, io credo che sul web ci sia spazio per chiunque abbia qualcosa da dire, ma ultimamente leggo post di persone evidentemente un po’ intimidite dalle constatazioni di imprenditori digital e consulenti SEO, secondo i quali in questo momento storico Google starebbe dando una stretta clamorosa alla visibilità dei siti troppo recenti e privi di un brand forte. Questi starebbero via via trovando sempre maggiore difficoltà a guadagnare nuovi utenti e conservare quelli vecchi, da cui appunto tante persone si chiedono – e ci chiedono – se e quanto abbia ancora senso lanciare un blog in questo momento. Ce l’ha? Parliamone.
Intanto non è vero che la perdita di visibilità riguarda solo i siti nuovi, perché negli ultimi mesi ricevo tante richieste di consulenza da parte di progetti web datati e con un buono storico di visite organiche, che purtroppo esperiscono brutti drop di visibilità senza apparente motivo. È invece spesso vero che per i siti web senza un brand affermato diventa più difficile competere sul posizionamento di pagine pur qualitativamente migliori rispetto a quelle già presenti in rete.
Quindi:
- anche i siti storici perdono visibilità;
- per i siti senza brand, è più difficile di prima.
Non è vero inoltre che per i siti recenti sia impossibile ottenere buoni risultati, perché ho davanti agli occhi più di un caso in cui negli ultimi mesi si sono visti risultati di visibilità straordinari per shop online e blog nati da un giorno all’altro. Bei progetti, per carità, ma cosa li ha premiati? Insomma, che succede?
Succede quello che ho detto all’inizio, vale a dire che sul web c’è sempre spazio per chiunque abbia qualcosa da dire. In questa frase che sistematicamente nessuno capisce, c’è l’equivoco più grosso della comunicazione digital degli ultimi anni: molte persone pensano che il web sia la svolta, perché basterà fare un ottimo lavoro in termini redazionali, offrendo per primi le informazioni più complete intorno a un argomento di interesse, per meritare un primato anche nelle serp di Google. Ma il valore non è quasi mai nella completezza, quanto nell’insieme delle caratteristiche di un progetto web.
Conosci ad esempio il motivo per cui i siti che monetizzavano con le affiliazioni o che rivendevano prodotti col dropshipping hanno perso tutti visibilità? Semplice: perché i guru che vendevano i corsi per guadagnare su internet e vivere alla grande girando il mondo, non ti hanno spiegato che per vendere qualcosa sul web devi essere credibile e per essere credibile, devi intanto conoscere l’argomento meglio di tutti – quindi devi essere un esperto – poi soprattutto, devi essere percepito come un esperto.
Ora è successo che il guru di turno ti ha rivelato che il segreto della ricchezza era vendere in dropshipping – quindi senza magazzino fisico – una bottiglia di vetro con dentro l’acqua aromatizzata all’ananas, oppure che la svolta era farsi scrivere un libro da ChatGPT su come guadagnare online e rivenderlo su Amazon. Ma per quanto sia buona l’acqua all’ananas e per quanto sia bravo ChatGPT a scrivere, quanto pensavi potesse durare questa cosa?
Aspetta, conosco quella faccia, stai pensando che in realtà meritavi visibilità, perché sei effettivamente esperto della tua materia. Se però le cose stanno così, ho due domande essenziali per te:
- Questa cosa che sei esperto, la gente la sa? E come lo sa? Quanta gente cerca il tuo nome su Google ogni mese?
- Come sta messa la SEO del tuo sito? L’hai mai fatto guardare da un professionista? Il server in quanto tempo risponde?
Perché guardate che magari non è tutto in questi due punti, pero tanto sì. C’è moltissima sottovalutazione di questi aspetti, cui si tende a sopperire con un sovraimpegno editoriale che dovrebbe colmare queste due lacune, ma nemmeno per idea.
Poi ci sono (perché sì, ci sono) progetti a cui insieme a una buona SEO basta l’impegno editoriale e/o una particolare offerta di prodotti per ottenere risultati straordinari. Mi sono trovato a guardare queste vere e proprie gemme spontanee della rete che sbucano fuori all’improvviso in tutte le serp senza aver fatto apparentemente niente di che. Posso dire che c’è sempre dietro:
- un’ottima conoscenza della materia;
- ottime prestazioni;
- una cura continua per i dettagli;
- una user experience talmente bella che non percepisci proprio il sito, ma solo il contenuto.
Quindi sì, è ancora possibile far bene a condizione di fare e di fare sul serio, non necessariamente mettendoci anche la faccia, ma spesso sì. Di contro, i progetti che non è più opportuno mettere online sono sicuramente quelli che trattano prodotti, servizi o conoscenze di cui non sai niente, quelli per i quali non hai curato bene la SEO, né gli aspetti di usabilità e quelli sistemistici. Ricorda sempre che in tutto ciò, la tua capacità di farti percepire dal tuo pubblico come una figura (o un’azienda) autorevole sarà il jolly che darà stabilità a tutto, dunque non tralasciare gli aspetti strategici legati alla comunicazione di quello che fai, perché sono importanti almeno quanto quello che fai.
E se me lo permetti chiudo con una bella provocazione: invece di pensare che sia tutta colpa di Google, perché non ti guardi dentro e cerchi di capire cosa potresti fare meglio… o magari diversamente?