Qualche giorno fa un utente dei Fatti di SEO – Andrea Lombardi, che saluto – ha postato una domanda/sfogo nei confronti di una tipologia di clienti dei servizi di comunicazione sul web, meglio definita come i “progettisti”.
Andrea, come molti di noi è cresciuto in agenzia, un ventre di vacca per certi versi, ma anche il luogo del compromesso spesso difficile con colleghi e superiori. Molti operatori del web smettono i panni dell’impiegato per diventare freelance, proprio in virtù di incomprensioni che fanno emergere un forte bisogno di indipendenza decisionale ed emotiva rispetto alle scelte operative.
Purtroppo Andrea, come tanti colleghi freelance, ha capito a sue spese che indipendentemente dal lavorare in agenzia o come libero professionista, non può esserci la piena libertà decisionale finché lavori per conto di clienti e non segui esclusivamente progetti tuoi. ANZI (direbbe un’amica direttrice di banca) una volta scelta la strada del freelance, quando il tuo mestiere non è più solo e semplicemente “il tuo mestiere”, ma ti occupi anche di fatture, amministrazione e soprattutto accounting con i clienti, ti rendi conto di quanto in passato hai sottovalutato la figura dell’addetto alle relazioni con il committente, di quanto il suo ruolo di cuscinetto tra te e chi paga possa essere determinante per la salvaguardia della tua integrità psichica e talvolta proprio della tua fedina penale.
Domanda per i freelance
Quando un cliente che non dovrebbe capire nulla del tuo mestiere (perché ne fa un altro) eccepisce su quasi tutte le tue valutazioni indicandoti strade alternative e a suo modo di vedere più efficienti per raggiungere gli obiettivi di conversione, qual è il tuo atteggiamento nei suoi confronti? Insomma, come ti comporti?
A) Accontenti il cliente sempre e comunque, mostrandoti felice di farlo;
B) Discuti con il cliente mettendo in chiaro che dovrà assumersi la responsabilità di aver deviato dal tuo progetto originale;
C) Fai orecchie da mercante dicendo “sì certo”, per poi continuare a seguire il lavoro come lo hai impostato.
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La cosa interessante è stata notare come praticamente TUTTI i membri del gruppo che hanno commentato il post si siano schierati in difesa di Andrea, mostrando una forte empatia con la sua situazione. Tutti si sono riconosciuti nell’immagine del freelance relegato al mero ruolo di esecutore delle volontà di un committente certamente ignorante e incapace di esprimere un’opinione sensata sulla gestione del proprio progetto web… e chi non si è ritrovato almeno una volta a dover “perdonare di esistere” un cliente con tanti (troppi) grilli per la testa?
Una prospettiva diversa
Fermo restando che in mancanza di conoscenze tecniche precise i nostri clienti non possono sapere che una certa scelta di comunicazione, tecnica o stilistica sarà addirittura controproducente, se hai la pazienza di leggere quello che sto per scrivere capirai il motivo per cui non dovresti avere tanta fretta di bollare le idee dei tuoi clienti come grossolane, prima di averci pensato sopra almeno per un momento, in realtà spesso senza nemmeno averle ascoltate davvero.
Prima di tutto, se non ti va di stare a sentire i vaneggiamenti degli altri, perché non ti metti in gioco con un progetto solamente tuo? Molti SEO hanno letteralmente svoltato mettendo le proprie competenze al servizio del proprio esclusivo tornaconto, fallo anche tu, soprattutto se covi tanta insofferenza nei confronti di chi ti dà da mangiare. Sia chiaro, non ce l’ho solo con Andrea, ma un po’ con tutti quelli che hanno commentato il post. Addirittura una persona ha scritto che in casi simili abbandona il cliente per non avere seccature… ma abbandonali tutti a questo punto!
Se lavori per i clienti
Se invece hai scelto di seguire i progetti di altri, ti suggerisco di lavorare per i tuoi clienti, non contro di loro. La dimensione ideale è quella del professionista che lavora con le aziende, non per esse. È ideale perché ti consente di spaziare e conoscere segmenti di mercato diversi in cui spesso valgono regole diverse. Quella di chi lavora per altri è la dimensione di chi ama davvero il web e vuole conoscerlo bit dopo bit. Se ti interessa cogliere quest’opportunità, occorre che tu metta insieme le tue conoscenze tecniche con quelle di settore che per forza di cose il tuo committente possiede. Le pretese assurde ci saranno spesso, ma se ti chiudi a priori nel tuo “professionismo”, non farai un buon lavoro per chi ti ha cercato e finirai col non vedere davvero quanto è profonda la tana del bianconiglio.
Controtendenza, come sempre, ho commentato di essere l’unico ad avere un cliente “progettista” che mi dice cosa fare e che alla fine della fiera ha pure ragione… ma che ne vuol sapere questo Francesco Margherita di come vanno le cose…
🙂