Gli Indirizzi IP in versione 4 (IPv4), il cui protocollo risale al settembre del 1981, sono ufficialmente finiti. A dichiararlo è il RIPE NCC, l’ente che coordina e delega l’assegnazione degli indirizzi IPv4 e IPv6 in Europa, Asia e Medio Oriente.
Ma procediamo con ordine, cercando di capire bene di cosa stiamo parlando.
L’infrastruttura di rete che ha retto Internet finora, visto che gli indirizzi IPv6 non sono ancora totalmente diffusi, è giunta al limite fisico.
Gli IPv4 sono terminati: cosa vuol dire?
Il RIPE, in un suo recente comunicato del 25 novembre 2019, ha dichiarato che le risorse IPv4 sono terminate e che non è più possibile assegnarne di nuove.
In pratica non si possono più creare nuovi indirizzi ma “gestire” quelli già esistenti: a questo punto il passaggio agli indirizzi IPv6 è d’obbligo.
Per chi non lo sapesse gli indirizzi IPv4 sono formati da sequenze di quattro numeri separati da punti, ad esempio: 191.124.23.46. Questi utilizzano uno schema a 32 bit e quindi il totale di indirizzi IPv4 disponibili è 2³² (due alla trentaduesima): 4.294.967.296 miliardi di indirizzi IPv4.
Gli indirizzi IPv6 invece sono formati da 8 gruppi di 4 cifre esadecimali separati da due punti, come ad esempio 2001:0db8:85a3:0000:1319:8a2e:0370:7344. La nuova generazione di Indirizzi IPv6 utilizza uno schema a 128 bit quindi due alla centoventottesima, con un totale di indirizzi disponibili pari a circa 3,4 x 10 alla trentottesima, un numero enorme con 38 zeri.
Gli indirizzi IPv4 scarseggiano già da qualche anno
Il RIPE NCC aveva già annunciato, nel 2012, che le risorse IPv4 sarebbero terminate e successivamente su Internet erano trapelate notizie in merito. Molto eloquente è infatti l’immagine proposta dal sito dday:
Come potete vedere, l’immagine mostra la disponibilità di indirizzi IPv4 dall’ottobre 2016 ed è semplice capire che la previsione di tre anni fa è stata assolutamente azzeccata.
Ovviamente non c’è nulla di cui preoccuparsi e per capire ora cosa cambierà nel prossimo futuro, abbiamo suddiviso questo articolo in capitoli così da poterne migliorare la lettura:
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- Cos’è il RIPE;
- FlameNetworks è LIR (Local Internet Registry);
- quali sono i vantaggi ad essere LIR;
- gli IPv4 sono finiti, ora che succede?
- un’opportunità per accelerare il passaggio a IPv6?
- FlameNetworks, in qualità di LIR, già dispone di risorse IPv6 ed i suoi sistemi di networking sono già compliant con IPv6;
- Conclusioni.
Cos’è il RIPE
Il RIPE è un forum dedicato alle tematiche relative alle reti IP WAN ed il suo obiettivo è quello di assicurare il coordinamento amministrativo e tecnico alle attività relative ad Internet nella regione di competenza.
All’interno del RIPE vi è il RIPE NCC, acronimo di RIPE Network Coordination Centre, ovvero uno dei cinque RIR (Regional Internet Registry), con delega per l’assegnazione degli indirizzi IPv4 e IPv6.
Nel nostro caso il RIPE NCC si occupa delle assegnazioni per l’Europa, Asia Centrale e il Medio Oriente; a seguire una mappa degli altri enti coordinatori:
Dunque, il RIPE NCC ha dichiarato di aver finito gli indirizzi IP in versione 4 (IPv4) anche se continuerà a recuperare indirizzi IPv4 non più utilizzati come ad esempio quelli di aziende che hanno chiuso i battenti.
Lo scenario futuro previsto dal RIPE NCC evidenzia come Internet si stia diffondendo sempre di più nel mondo e quindi l’utilizzo di indirizzi IPv4 farà molto probabilmente da “collo di bottiglia” allo sviluppo se non si impiegheranno risorse per sviluppare il mercato degli indirizzi IPv6.
Insomma è chiaro ormai, già da qualche anno, che non ci sono abbastanza IPv4 per tutti.
FlameNetworks è LIR (Local Internet Registry)
Dal canto nostro possiamo dire che FlameNetworks, in quanto Local Internet Registry (LIR) e membro di RIPE NCC, è responsabile della distribuzione di indirizzi a livello locale che assegna indirizzi IP ai propri clienti.
Con questa Certificazione assicuriamo e rafforziamo le nostre competenze per darvi un servizio sempre più professionale ed in linea con le vostre esigenze.
Quali sono i vantaggi di essere LIR?
Per FlameNetworks, i vantaggi di essere LIR, sono l’assoluta indipendenza nel fornire risorse di rete gestendone direttamente la policy di sicurezza e/o la policy di routing.
Gli IPv4 sono finiti, ora che succede?
Nel prossimo futuro avremo sicuramente un’accelerazione della nuova tecnologia degli indirizzi IPv6 e, dal nostro punto di vista, la dichiarazione del RIPE NCC farà assolutamente bene.
Un’opportunità per accelerare il passaggio a IPv6?
Come dicevamo all’inizio di questo articolo, visto che gli indirizzi IPv4 sono finiti, l’unica soluzione è spingere e diffondere sempre di più gli indirizzi IPv6 affinché diventino il principale “standard” di Internet, il quale così facendo, si espanderà ancora di più permettendo a più persone l’accesso e/o l’utilizzo di sistemi sempre più evoluti come ad esempio la domotica.
FlameNetworks, in qualità di LIR, già dispone di risorse IPv6
Noi di FlameNetworks già disponiamo di risorse IPv6 ed i nostri sistemi di networking supportano gli indirizzi IPv6 già da tempo, quindi per i nostri clienti non cambia nulla.
Conclusioni
Per Internet questo è un momento storico perché si passerà dagli Indirizzi IPv4 a quelli IPv6, consentendo a più persone di collegarsi e/o di poter avere indirizzi IP statici visto l’infrastruttura degli IP a 128 bit.
Ipoteticamente ogni “sistema” casalingo connesso ad internet potrebbe avere un suo IPv6, consentendo nel caso ad esempio di un frigorifero, di avvisare l’utente di cosa manchi al suo interno o di sapere se la lavastoviglie necessita di assistenza.
Questo genere di cose già esiste ma non è ancora completamente diffusa per un motivo semplice: gli indirizzi IPv4 ovviamente non basterebbero se tutte le persone del mondo fossero connesse nello stesso momento.
Con l’arrivo degli IPv6 questo mondo si avvicinerà ancora di più consentendo praticamente a tutti di essere connessi. Speriamo solo che lo sviluppo degli IPv6 sia veloce così da poter vedere le differenze già dai prossimi anni.