La leggibilità del testo

Al di là di quanto è visibile, vale a dire delle dimensioni e del tipo di font, dell’interlinea e del contrasto con lo sfondo, un testo è leggibile quando è comprensibile. Fatta questa premessa, sei veramente sicuro che i testi messi online dopo tanto impegno e abnegazione siano davvero comprensibili per tutti? Ti avverto che la risposta comprende diverse diramazioni, quindi non è scontata. Vediamo un po’.

Intanto quella che ti sottopongo oggi è forse la più improbabile delle congetture su come Google starebbe attribuendo rilevanza ai contenuti editoriali in questo periodo, quindi tieniti pronto, perché parliamo di leggibilità del testo come probabilmente non ti è ancora capitato di sentire e di come questa possa incidere sulla visibilità in Google Discover.

Cosa utilizza Screaming Frog per fare l’analisi della leggibilità?

Screaming Frog utilizza il punteggio di facilità di lettura Flesch Kincaid per valutare la leggibilità e aiutare a identificare potenziali opportunità nelle pagine web per renderne la lettura più agevole.

Il test di leggibilità di Flesch è una formula di leggibilità ampiamente utilizzata, che valuta il livello approssimativo di difficoltà di lettura di un testo.

Funziona calcolando un punteggio di leggibilità tra 0 e 100. I punteggi più alti indicano che il testo è più facile da leggere, mentre i punteggi più bassi indicano che è più difficile. Il test prende in esame:

  • Lunghezza media delle frasi (in base al numero di parole).
  • Numero medio di sillabe per ogni parola.

Il principio è dunque che i testi con frasi lunghe e parole complesse sono generalmente più difficili da leggere e capire. I testi che usano invece frasi più corte con parole meno complesse sono spesso più facili da leggere e capire.

Di cosa parla il tuo sito web e a chi si rivolge

Detto questo, mi sono trovato davanti testi davvero ben curati, anche proprio per soddisfare il test di Flesch, ai quali tuttavia Google sembrerebbe preferire pagine povere, con un testo approssimativo, ridotto a un singolo paragrafo, spesso didascalico. E mi sono detto: “vuoi vedere che per Google, il testo più curato è spesso il NON testo?”

Recentemente ho la testimonianza di almeno un sito web che sarebbe rientrato su Google Discover dopo esserne uscito. La modifica principale sarebbe stata ridurre i testi a semplici didascalie descrittive degli altri contenuti embeddati o comunque richiamati in pagina. E tutta la fatica fatta va a farsi benedire?

Forse sì, nella misura in cui Google abbia valutato che gli utenti del tuo sito web in particolare sono disposti a investire il loro tempo solo per fruire gli embed che richiami in pagina e non altro. A queste condizioni, il testo potrebbe doversi limitare a fornire una cornice utile a dare informazioni di contesto, ma non di più. Dovrebbe essere appunto didascalico e tanto basterebbe non solo a chiarire il senso della pagina, ma anche a renderla più rilevante.

Sulla base di questa ipotesi, il testo diventa controproducente nella misura in cui i dati comportamentali indicano che gli utenti non lo leggono. Se ciò si verifica, il testo per quanto valido, non solo sarebbe inutile, ma paradossalmente abbasserebbe la qualità della pagina. Se ho ragione, Google funziona proprio al contrario… oppure no, se ho ragione, semplicemente le persone passano sempre meno tempo sul singolo contenuto e/o stanno disimparando a leggere.

A questo inoltre aggiungi che quel paragrafo in più può essere frainteso dai meccanismi di valutazione di Google, facendo ad esempio passare il contenuto per una pagina che intende pubblicizzare un prodotto con link di affiliazione, quando invece si tratta di una semplice news sul gossip.

Se dunque il contenuto principale del tuo sito web è un video, oppure un annuncio, un volantino pubblicitario, una galleria di foto o qualunque tipo di file richiamato in pagina, l’indicazione che ne traiamo sarebbe provare a ridurre drasticamente la quantità di testo, riducendolo a una didascalia, mentre se al contrario i contenuti principali sono i testi, basterà limitarsi a seguire i dettami del test di Flesch, usando periodi brevi e termini con poche sillabe.

Conclusioni

Questa ipotesi malsana spiegherebbe il motivo per cui ad esempio siti web come Pinterest vengono fuori su tutte le ricerche importanti legate al tema beauty. Sarà per il brand… oppure no. E se hai un dubbio su quello che dico qui, prova a osservare la quantità di testo presente sui siti web che a parità di peso del brand con il tuo progetto, hanno guadagnato terreno da ottobre 2023, mentre magari tu sei caduto rovinosamente.

Ho provato a fare il test della leggibilità usando Screaming frog sul sito web rientrato in Discover dopo aver ridotto il testo all’osso… e il risultato è stato un bel 100% di leggibilità su tutte le pagine.

A volte devi scrivere più semplice, altre volte non devi scrivere proprio.

Del resto, quante parole servono per dire guarda qui?

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.