Come mi sono organizzato per lavorare da casa

L’articolo che stai per leggere è frutto della richiesta arrivatami da un amico tramite messaggio privato. Mi scriveva che trovarsi a trascorrere l’intera giornata in un palazzone freddo e grigio fosse tutto sommato triste, dunque sarebbe stato utile produrre una risorsa in cui sistematizzare gli step necessari e il mind set più adatto per organizzarsi con il lavoro da casa, potendolo fare.

lavorare da casa

lavorare da casa

 

Dunque, per lavorare da casa devi possedere uno o più di questi requisiti:

– Lavorare in proprio

– Essere titolare di una microimpresa

– Essere un lavoratore dipendente (all’estero)

Il terzo caso richiede una precisazione: in Italia il lavoro subordinato rimane vincolato alle 8 ore lavorative da trascorrere rigorosamente in ufficio, perché i datori di lavoro italiani non si fidano del fatto che produrresti comunque da casa. È un fatto culturale: gli italiani sono furbi. Per esperienza diretta, anche ai dipendenti di grosse società con sedi fisiche nel nord Europa, viene dato il vincolo temporale, ma non quello fisico. Un lavoratore subordinato che per svolgere le proprie mansioni esegua un log da un device collegato alla propria azienda, può serenamente scegliere di non presentarsi sul posto di lavoro. Certo, se ci sono riunioni o altre attività che richiedono la presenza fisica è un altro conto, ma pensa per un momento alla differenza con l’Italia e quanto possa essere più produttivo un lavoratore a cui viene data la libertà/fiducia/responsabilità di gestire come meglio crede la propria giornata lavorativa.

 

Le zone franche e gli step da seguire

Per quanto ho scritto prima, l’Italia ti concede la libertà di lavorare da casa solo se te la prendi, decidendo di abbandonare la situazione in cui ti trovi per metterti in proprio. Paura vero? Ma non devi mollare lo stipendio fisso di punto in bianco. Se ti trovi in questa situazione, ti suggerisco di lavorare con calma alla tua exit strategy. Sono i momenti più duri, soprattutto se il lavoro che intendi lasciare non c’entra niente con la vita che sogni. È dura perché vorresti mettere tutto nella costruzione di basi solide per la nuova attività, vorresti studiare e iniziare a tessere le relazioni strategiche, ma ti sembra di avere i piedi piantati nel cemento, perché le “8” ore produttive della tua giornata sono risucchiate in un’attività che va proprio nella direzione opposta.

Ti restano le ore serali e notturne, ma può essere un calvario. Se ti trovi in questa situazione, spero e auguro che tu abbia la determinazione per fare presto e bene. In ogni caso un giorno avrai qualcosa di bello da raccontare. Forza.

[adrotate banner=”1″]

Uno step importante è aprire la partita iva e fare una buona chiacchierata con chi come un commercialista può darti tutte le prime indicazioni per cominciare. Se il tuo contratto di subordinazione non ti vieta di aprire contemporaneamente una partita iva fallo appena possibile, perché questo “salto” ha una retroazione a livello psicologico che ti fornisce spinta e dona più vigore ai tuoi sforzi. È come lanciare lo zaino al di là del cancello: ora devi scavalcare per forza!

Un secondo step davvero importante sono le pubbliche relazioni. Qui non parlo solo dello stringere rapporti con interlocutori che possono diventare partner commerciali, ma proprio della comunicazione in genere. Ritengo per esperienza personale che curare più canali spendendosi (tanto) in attività divulgative rivolte al proprio pubblico di riferimento sia una condizione davvero importante. Fallo se hai qualcosa da perdere, fallo a maggior ragione se non hai niente da perdere.

 

Il Mindset, ma come si forma?

Ho lasciato la cosa più importante alla fine: la forma mentis. Questo è uno degli argomenti più dibattuti in assoluto, specie su facebook. Da dove viene il mindset che hai nel lavoro? Dall’infanzia? Dalla scuola? Dall’università? Dalle esperienze di vita?

Ma se due cuccioli di gatto della stessa razza, figli della stessa madre e cresciuti nella stessa casa possono manifestare caratteri completamente diversi, perché la stessa cosa non dovrebbe valere per le persone? A volte penso che la nostra indole e con essa ciò che siamo, non derivi dalla somma (e non sia il prodotto) delle nostre esperienze, ma sia qualcosa di indecifrabile con le nostre categorie cognitive. Affermare ad esempio che l’università offra la forma mentis per fare certe cose mi appare un’ipotesi a tratti suggestiva, ma sostanzialmente difficile da dimostrare. Per altro 5 (o 10) anni trascorsi all’università sono un tempo talmente lungo che per forza di cose chi ne esce pensa in modo diverso da quando vi è entrato per la prima volta. Grazie al piffero!

La cosa sconcertante è che dopo quei 5 (o 10) anni, devi fare un master a pagamento di 2.000 euro che dura due settimane per apprendere le cose che ti servono davvero. Ma invece di insegnarmi la “forma mentis”, tra un corso che si chiama l’agire economico e le sue conseguenze intenzionali e non intenzionali e uno che si chiama Antropologia urbana e metropolitana non potevate farmi fare un paio di settimane di web marketing con un professionista vero? Diamine 5 anni di questa roba e non trovate due settimane per insegnarmi quello che mi serve?!

 

Il mindset per lavorare da casa

Allora, devi essere un po’ un bradipo. Se sei una di quelle persone che hanno proprio bisogno del contatto fisico con altri esseri umani, forse nel tuo caso il lavoro da casa non è il massimo, ma se hai un carattere di tipo “dove mi lasci, là mi trovi”, se ti piace stare da solo a trastullarti coi tuoi pensieri, soprattutto se il tuo lavoro te lo permette, forse hai quello che ti serve per intraprendere l’attività di “operatore da remoto”.

L’autogestione offerta dal lavoro in remoto significa che devi fare attenzione da un lato a non perdere troppo tempo, dall’altro a non lavorare in qualunque momento del giorno e della notte. Occorre disciplina, anzi  AUTOdisciplina. Devi importi degli orari e rispettarli. Non devi essere disponibile a qualunque ora, ma imparare a rimandare e soprattutto a fermarti. La tua salute a lungo andare può dipendere da questo.

Mi corre subito metterti in guardia: in ogni caso non puoi chiuderti in casa per il resto della tua vita perché per quanto su due piedi la cosa possa sembrarti meravigliosa, diventerai un alienato. Se riesci ad organizzarti per lavorare da casa, conserva uno spazio “impegnato” per svolgere fisicamente attività con altre persone che non siano la tua famiglia, altrimenti a lungo andare potresti esperire stati d’ansia e perfino attacchi di panico. Non va bene. L’uomo rimane un animale sociale. Sociale non significa “social”, cioè le relazioni surrogate come quelle su facebook non sostituiscono l’interazione faccia a faccia. Non per sempre.

E dunque se vuoi prova, organizzati, molla gli ormeggi e intraprendi la via dell’eremitaggio lavorativo (che è bellissima), ma fallo con moderazione, sennò credimi, chiunque tu sia sarà un casino.

 

 

2 Comments

  1. Andrea Pilotti 24/09/2019
  2. Massimo 24/09/2019

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.