Perché (e come) serve un VOLTO per fare posizionamento del tuo business

Nell’appuntamento di oggi vorrei argomentare alcune affermazioni che faccio in merito alla necessità – per me sempre più evidente – di dare un volto alla comunicazione business, sia per aziende che per singoli professionisti.

Se come stiamo vedendo, la ricerca web di Google funziona elargendo sempre maggiore visibilità ai siti con forte valore riconosciuto sul brand, quasi indipendentemente dalla qualità dei contenuti che pubblicano, la strada che ho inquadrato finora per riguadagnare posizioni in serp nel medio lungo periodo – perché allo stato delle cose, il breve termine è lavorabile solo con i domini recuperati – è tenere in conto da un lato gli aspetti più tecnici e sistemistici della SEO e dall’altro quelli di comunicazione più fidelizzanti. Oggi mi concentrerò su questi ultimi, provando a spiegare cosa occorre fare, chi deve farlo e come.

Cosa serve fare e perché

Il cosa fare, intanto è importante, perché al netto delle riflessioni sul posizionamento nei motori di ricerca, restituire un’immagine solida e affidabile è diventato il prerequisito per ogni genere di transazione, giacché di base, Google (e non solo Google) non sa più di chi fidarsi. Si tratta di lanciare segnali tali da sbloccare comportamenti come aumento delle visite, interazioni con la pagina, aumento del tempo di permanenza, inserimento della scheda nei preferiti, iscrizione al sito e via dicendo. Senza inventarmi niente, il modo più efficace che i soggetti business hanno trovato per accrescere queste evidenze è comunicare rivolgendosi direttamente al proprio pubblico, parola di Francesco Amadori.

Fin qui tutto bene, ma come la mettiamo con i piccoli player? Alfredo Di Stasi solleva una questione importante, scrivendo nel gruppo: ”

«ok, che gli diciamo all’idraulico o al ristoratore? Che deve comprarsi l’attrezzatura per iniziare a fare video su youtube? Ovviamente no, gli diciamo che siamo strutturati per offrire quel servizio e quel servizio non può costare poco.

Poi se vogliamo che la soluzione sia, accendi la webcam e fai un video, ogni tanto fai qualche post su linkedin, gestisci la tua piccola fanbase su meta… va bene.

Però onestamente Francè, o uno si struttura come un personal brand in quei campi, oppure è abbastanza ovvio che non abbia senso. E cosa gli dici all’imprenditore che prima ti delegava la seo? Che deve mettersi a fare pure i video si youtube?».

il tema merita senz’altro un approfondimento. Intanto direi che in questo momento un singolo libero professionista DEVE metterci la faccia, perché altrimenti il gap con chi lo fa sarà sempre più elevato. L’azienda con lo stesso problema deve strutturarsi internamente, oppure affidarsi ad agenzie esterne specializzate in questo. A proposito, credo che nasceranno proprio realtà che operano in comunicazione con questo core e saranno degli schiacciasassi. Non saranno certamente i SEO a doversi occupare di questi aspetti per conto delle aziende, perché i SEO fanno i SEO, non i consulenti di immagine o i video maker. Noialtri continueremo a curare gli aspetti tecnici come abbiamo fatto, perché continueranno ad essere imprescindibili con buona page delle serp generate con AI. Non più sufficienti purtroppo, ma imprescindibili.

Una cosa che noto e che per me rappresenta un problema non da poco, è che in moltissimi casi a tutti i livelli, o per cultura aziendale o per timidezza personale, esistono resistenze al metterci la faccia. Questo mi ricorda tantissimo quegli avvocati nel 2010, che per carità, cosa ce ne frega di essere nei motori di ricerca – noi siamo i principi del foro – e oggi stanno là a sgomitare per scavalcarsi con progetti web più o meno goffissimi… peggio dei dentisti!

No Alfredo, non servono “troppi” soldi per strutturarsi in modo da fare comunicazione come serve oggi. Serve cambiare mentalità e capire che oggi i contenuti testuali e le prestazioni tecniche non bastano più a far emergere un sito nei motori di ricerca, ma nemmeno occorre reinventare la ruota, piuttosto basterebbe fare quello che sul web succede già copiosamente da almeno un decennio, vale a dire muovere l’attenzione su contenuti video prodotti su un set utilizzando una faccia.

Può essere la tua o quella di un altra persona. Per fare un esempio vicino al mio quotidiano – ma di esempi potrei farne cento – Epicode usa il volto di una professionista ad hoc che si chiama Chiara Clemente, per veicolare informazioni sul loro business. Reason Studios usa il volto di Ryan Harlin per raccontare le novità dei software che producono e molto umilmente, anch’io mi cimento con cadenza regolare in quest’attività… che funziona anche nelle serp, perché se il mio blog sta migliorando i posizionamenti è probabilmente anche grazie al fatto che mostrarmi direttamente fa cadere la maggior parte delle barriere fisiologiche date dalla diffidenza.

Mi dirai, vabbè, ma tu sei già noto ai più nel mondo SEO. E come ho fatto secondo te ad essere noto ai più? Scrivendo contenuti nel blog?

Ora lo capisco che siano ancora relativamente pochi i liberi professionisti che si cimentano in questa cosa, ma se mi volto un momento a guardare indietro, posso dire con ragionevole tranquillità che gli idraulici e gli imbianchini che fanno business col sito web, tra 10 anni avranno senz’altro TUTTI il loro canale di comunicazione sulle piattaforme video. Sarà una cosa normalissima per chiunque ragionare sul piano editoriale, sulla strumentazione, sulle tempistiche, e a fare la differenza saranno certamente quelli più bravi, quelli anche meglio seguiti e in generale quelli che la racconteranno meglio.

È già banale da dire oggi, che o sei uno dei tanti, o sei UNO.

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