Oggi rispondo alla domanda (molto generale) di un utente anonimo, arrivata sul gruppo qualche tempo fa:
«Ciao a tutti, ho creato un sito con WordPress e RankMath, l’ho popolato con articoli scritti sulla base di ricerche kw specifiche ma a distanza di mesi non vedo alcun risultato. Anzi sembra che stia lentamente peggiorando. Spero che qualcuno possa aiutarmi a risolvere».
Il post era corredato da screenshot da cui emergevano appena 50 pagine indicizzate, con un numero leggermente più alto di pagine escluse dall’indice. Ora, di questo sito web non ci viene detto altro che il CMS e il plugin SEO utilizzato, come se queste sole informazioni bastassero a farsi un’idea di cosa stiamo parlando. È il grande problema delle logiche di “flusso” dei post che imperano su facebook. Rispetto ai vecchi forum, su cui eri chiamato a circostanziare le domande, facebook è davvero il regno dell’approssimazione in cui le persone cercano risposte rapide e possibilmente illuminanti, per post altrettanto rapidi e sostanzialmente “vuoti”.
Beninteso, molte delle domande che arrivano nel gruppo dei Fatti di SEO vengono poste con buona accuratezza, quindi se stai per sbottare che facebook è il male assoluto, mi tocca dirti che no, non è così, anzi, le piazze tematiche su questo social, al netto delle pur presenti perdite di tempo, restano quelle che ti permettono di risolvere velocemente anche problemi che comporterebbero consulenze costose.
Quindi prima di parlarne male, prova a usarle.
Cosa controllare se il tuo nuovo sito web non si posiziona
Volendo comunque provare a lanciare alcune ipotesi, pur in uno scenario ampio e privo di dettagli, suggerirei di controllare:
- Le pagine che non sono entrate in indice, si sarebbero dovute indicizzare? E se sì, perché non si sono indicizzate? Troppo simili a quelle considerate buone da Google?
- Quanto sono accurati i contenuti che hai sviluppato rispetto a quelli dei siti web ben posizionati per le tue chiavi di interesse?
- Quanti contenuti hai complessivamente rispetto ai siti web che si posizionano bene per le tue chiavi di interesse?
- Quante risorse richiedono le pagine del tuo sito web per aprirsi? Quanti dati caricano e in quanto tempo? Come sono questi valori rispetto a quelli dei concorrenti meglio posizionati?
- Come sono collegate tra loro le pagine del tuo sito web? Hai pagine business centrali? Quanti link interni prendono? Se è un progetto editoriale, esiste una buona correlazione tra pagine che trattano lo stesso argomento?
- I link interni tra le pagine del tuo sito web, si vedono? Gli utenti si accorgono della loro esistenza? Ci cliccano sopra? Hai mai studiato i flussi di traffico sul sito web? Come funzionano?
- Il tuo sito web presenta link interni su cui gli utenti non cliccano MAI? Queste situazioni si verificano principalmente per due motivi: 1) il link è posizionato male ed è poco visibile; 2) il link non dovrebbe proprio esserci.
Gli utenti sanno che il tuo sito web esiste?
Quest’ultimo punto non è tecnico, ma è forse il più sottovalutato da chi sta lì a testa bassa pensando solo a produrre contenuti per poi sorprendersi del fatto che a Google non interessano. Google dà visibilità alle cose che piacciono agli utenti, quindi un primo importante suggerimento da offrire a chi mette un sito web online è fare marketing per quanto possibile, creando un posizionamento di mercato per il proprio progetto. Significa di base avviare un piano di pubbliche relazioni con gli interlocutori giusti e sempre più spesso pianificare e mettere in essere azioni mirate a far crescere una community di utenti interessati all’argomento. Oggi non ho dubbi sul fatto che TUTTI i siti web DEVONO muoversi in questo modo, perché non si ragiona più per piattaforme, ma per canale.
Non basta più essere sul web, devi pensarti CANALE. riconosci la differenza?