Questione di resilienza, cioè di rispondere velocemente ai mutamenti improvvisi e destabilizzanti. L’ultimo Update di Google ha fatto carne da macello di molti progetti web rispetto alla loro visibilità su Google. Quella che segue non è un’analisi SEO del fenomeno, ma una riflessione da sociologo sulle conseguenze dell’aggiornamento più importante da che Google “esiste”.
Il mese di agosto è ormai agli sgoccioli e l’ipotesi che Google faccia un passo indietro riportando i risultati di ricerca come a luglio, si fa sempre più remota. Chi ha perso tanto dovrà rimboccarsi le maniche e capire dove ha sbagliato, mentre chi ha perso tutto (90 – 95% del traffico) dovrà valutare se cambiare passo sul sito o se in alternativa cambiare proprio sito, a patto di continuare a sperare nel posizionamento organico come portante di traffico.
Qualche giorno fa leggevo il post di un medico, vittima di questo update:
«Sono nato che non esisteva internet e sono cresciuto senza internet. Poi ho conosciuto internet e ho cominciato ad usarlo per le mie relazioni interpersonali e per la mia professione. Internet aveva bisogno di noi per crescere. Oggi è internet a usare noi. A decidere cosa vuole da noi. A stabilire se devi crescere o no. Da che eravamo i padroni oggi siamo sempre più suoi schiavi».
In sintesi, c’è stato un tempo in cui ci chiedevamo cosa farcene dell’internet, invece oggi è il web che si domanda cosa fare di noi.
Il sentire comune e l’osservazione diretta
Ammetto di aver pensato e sostenuto anch’io che questo update sia profondamente ingiusto, ma a conti fatti non lo è completamente. Se da un lato sembra siano state prese decisioni a livello politico per molti professionisti nel settore salute, bellezza, benessere e attigui, da un altro, mettendo da parte per un momento le ipotesi complottiste, basterà uscire dal proprio spazio vitale per accorgersi che a livello macrosistemico, Google ha fatto queste due cose:
- Ha punito chi faceva troppo traffico parlando di tante cose diverse
- Ha punito i professionisti che cercavano di sostituirsi a lui
Se fino ad ora vi abbiamo esortato a concepire strutture lineari, compartimentate e molto definite rispetto ai focus, oggi dobbiamo tirare le orecchie a molti che vedendo le cose funzionare si sono fatti prendere la mano dal gioco dell’asso pigliatutto perpetrando nel tempo architetture informative che dialogavano malissimo con gli spider.
[adrotate banner=”1″]
Un sito web che propone schede per sviluppare braccia, gambe e pettorali non può sperare di andar bene se alla voce “magazine” riporta articoli del tipo:
- Come meditare
- Come risolvere il mal di piedi
- Ricetta della parmigiana light
Non ha mai funzionato così, anzi, per alcuni siti grossi sì. Ora non più. Ho osservato centinaia di pagine di risposta del motore di ricerca, ed ho scovato le famose “ricorrenze” nella dispersione di contenuti, nell’annacquamento dei piani editoriali, nella logica del volersi accaparrare il traffico naturalmente destinato ad altri progetti, spesso su segmenti del tutto diversi.
Se scrivi di fitness fai vedere gli esercizi. Le ricette light lasciale ai foodblog, chiaro?
Poi c’è la questione “professionista” che si sente profondamente leso dall’update. Addirittura gli psicologi online sono impazziti, ma quando uno psicologo è in crisi profonda, da chi va? Probabilmente da un blogger nel segmento fitness, che può raccontargli come meditare. Lo vedi che tutto ciò è assurdo? Magari gli psicologi impazziti, prima di perdere traffico pubblicavano articoli sugli esercizi per gli addominali, giustificandoli con l’idea del “mens sana in corpore sano”. E via e via…
Ma le serp sono peggiorate… se cerchi “farmacia online” viene fuori il viagra!
Premettendo che molte serp assurde viste nei giorni scorsi stanno in effetti tornando “normali”, è chiaro che viene fuori il viagra: secondo te perché una persona cerca “farmacia online” su Google? Per comprare i cerotti? La verità è che le persone normali, quelle prive dei nostri interessi, non vedono alcun peggioramento nelle serp di Google, anzi, in molti casi per loro sono migliorate. Ora è tutto più semplice. Se hai un attacco di diarrea e fai una ricerca su Google, compare subito il sito dell’enterogermina, non più i siti web di istruttori di palestra, parafarmacie online e oculisti che ti consigliano di curare la cataratta procedendo per via rettale. Hai solo bisogno di uscire di casa, andare in farmacia e comprare la maledetta enterogermina. Tutto qui. La verità è che abbiamo riempito il web di spazzatura per fare quattro soldi bucati con le pubblicità.
Ora basta, è arrivato il momento di concentrarsi solo sul proprio lavoro, senza strafare. Se sul tuo foodblog hai pubblicato solo ricette di cucina e hai perso traffico, evidentemente devi restringere il campo solo a certi tipi di ricette, perché ora Google redistribuisce questo traffico e da te cerca solo quelle. Se sei un chirurgo estetico e hai perso traffico, prova a stringere il campo solo su uno o pochi aspetti del tuo lavoro, in ogni caso senza cercare di sostituirti ai magazine in ambito salute e benessere.
Ricominciare sarà dura per molti.
Stare fermi e aspettare che tutto passi, lo sarà ancora di più.