Quest’articolo è per te che sei appena uscito dall’università, ma è anche per te che non l’hai fatta, e voglio rovinarmi, è anche per te che hai perso il lavoro a 40 anni o magari l’hai voluto perdere perché non ne potevi più. È arrivato il momento di darsi da fare sul serio, quindi basta cincischiare. Se hai intenzione di trovare lavoro sul web leggi attentamente questo breve articolo perché c’è scritto tutto quello che devi sapere per realizzare qualunque cosa. Pretenzioso? No, realista.
Qualche giorno fa mi sono ritrovato a chattare con un’amica e collega che mi raccontava di un progetto maturato sull’isola di Creta, dunque imperniato dalla cultura greca, insomma si sa di non sapere, ma con stile. L’idea è farsi finanziare un ciclo di visite nelle scuole superiori per narrare alle menti confuse dei giuovani d’oggi le magnificenze dell’internet, con l’intenzione di sottrarre un certo numero di questi al logorio della vita moderna o quantomeno alla playstation come modello esistenziale.
Per cosa siamo fatti?
Allora mi sono visto in un’assemblea di istituto, circondato da ragazzi entusiasti per il solo fatto di non essere in classe a far lezione. E mi è venuto il forte (proprio ingombrante) dubbio che la migliore esposizione possibile dei mestieri da fare sul web, resterebbe nella migliore delle ipotesi – e per un tempo limitato – come una bella suggestione. Nulla di più.
«Ma lo sai che puoi fare il graphic designer? Lo sai che puoi fare l’analista degli accessi? Lo sai che puoi scrivere contenuti per il web?»
Tutti lavori molto WOW (almeno all’apparenza), ma col senno di poi, credo che fare la televendita delle nuove professioni del web sia un’attività fine a se stessa. Piuttosto che presentare ai ragazzi il lavoro del Coprywater, credo avrebbe più senso educarli alla felicità. Più che far entrare concetti, un bravo insegnante dovrebbe essere capace di tirare fuori cose che stanno già dentro alle persone. Cos’è che ti rende felice?
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Premettendo che partirei da una domanda del genere anche al di là della necessità di trovare lavoro, con tutte le fonti di rumore che siamo costretti a sopportare, chiedersi cos’è che ti rende veramente felice è come trovare un punto fermo in mezzo al mare dopo un naufragio. È un po’ come chiedersi per cosa sei fatto. Ronaldo è fatto per giocare a calcio, Guttuso per dipingere, Mentana per le dirette televisive… e tu? per cosa sei fatto tu? Alcuni si bloccano davanti a questa domanda, pensando che la risposta giusta debba essere collegata ad un mestiere monetizzabile, ma non è così, o meglio lo è, ma oggi è più facile che mai, perché l’internet ci permette di monetizzare le passioni come mai prima d’ora. È questo che mi piacerebbe dire ai ragazzi, ma anche ai quarantenni: oggi puoi dare uno scopo alla tua vita, un po’ come la Barbie astronauta che ho visto al centro commerciale qualche giorno fa.
Facciamo qualche esempio
Ed è facilissimo. Devi solo fare mente locale su quella cosa che ti piace fare ogni giorno e senza la quale ti sentiresti al mondo come un pesce fuor d’acqua. Se è il calcio a renderti felice, come in Italia sembra accadere spesso, puoi monetizzare la tua passione in mille modi, ad esempio aprendo un blog sul calciomercato, sulle formazioni, sui pronostici, sulle quote delle scommesse sportive, sulle notizie di gossip riguardanti i calciatori, sui commenti dei giornalisti e degli utenti del web, insomma, le declinazioni sono infinite. E se non ti piace scrivere puoi aprire un videoblog diventando un creator su YouTube, oppure se non vuoi metterti in proprio puoi esplorare il mondo del calcio raccontato entrando in una delle tante redazioni sportive di giornali web.
Questo identico ragionamento può essere applicato a qualunque passione tu abbia da sempre: lo skate, la musica, gli animali, i viaggi, le passeggiate in escursione, gli effetti della droga sulle casalinghe disperate, i figli, le tasse, i dolorini strani che senti al mattino quando ti svegli. Vabbè, le tasse no.
Tutto può essere monetizzabile. Durante il lockdown molti maestri di musica hanno cominciato a fare lezioni online in videoconferenza ampliando notevolmente la propria base di allievi. Il “confinamento” ha visto emergere su YouTube una vasta quantità di canali didattici sulla musica suonata e sullo studio recording, che hanno trasferito enorme ricchezza agli appassionati, con ritorni economici sicuramente importanti (in alcuni casi c’ho le prove). Poi ho assistito anche al contraltare fatto di musicisti professionisti storici e bravissimi che invece di seguire i buoni esempi, sono rimasti tutto il tempo su facebook a lamentarsi dei complotti, della politica connivente e del gatto mammone.
Conclusioni: cosa aspetti?
Non mi invento niente di nuovo. I mesi scorsi sono stati terribili per certi versi, ma straordinari per altri. Le persone di buona volontà e quelle sinceramente appassionate, hanno fatto sentire la propria voce attraverso il web più che mai. Non dico che sia facile e sicuramente non riuscirai a diventare un professionista affermato in pochi mesi, ma la passione e la felicità nel fare ciò che ami, attenueranno il peso del fardello e renderanno sopportabile l’attesa di vedere i primi risultati.
Il problema semmai è quando non sai cosa ti rende felice, quando sei spento. Se leggendo questo articolo ti sei preoccupato di questa cosa, sappi che anche tu sei appassionato per qualcosa, più di quanto credi, solo che non te lo ricordi più, perché passi troppo tempo a giudicare il prossimo e/o a lamentarti dei complotti piccoli o grandi contro di te. Una volta che avrai scansato questa nebbia vedrai tutto più chiaro, quindi coraggio.
È ora di svegliarti.