Le agenzie di viaggio sono piccole o grandi realtà imprenditoriali che curano tutti gli aspetti del soggiorno nelle località scelte da privati o aziende (b2c o b2b) per motivi di vacanza e/o di lavoro. Con l’avvento dell’internet le agenzie di viaggi hanno dovuto affrontare un’importante trasformazione, giacché un numero sempre maggiore di persone ha preso a cercare pacchetti turistici e informazioni utili direttamente online.
Vediamo insieme cosa fa la differenza tra un agenzia di viaggi che oggi può funzionare ed una di vecchio stampo, destinata probabilmente a chiudere i battenti.
La (vecchia) sede fisica
Tra 20 e 30 anni fa, quando ero piccolo (non scrivo giovane perché ho pietà di me stesso) ricordo che le agenzie di viaggi erano come il livello zero di un gioco di avventura, come il prologo di un romanzo in cui il protagonista avrebbe visitato luoghi straordinari compiendo esperienze inenarrabili. Oggi quelle strutture luminescenti rigorosamente fronte strada sono diventate uffici freddi e grigi all’interno di palazzoni altrettanto freddi e grigi. Non ci sono più i cartonati con le palme a grandezza naturale e la musica di Indiana Jones a fare da sottofondo per gli avventori, perché non ci sono più gli avventori.
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Il business attuale delle agenzie di viaggio con sede fronte strada è quasi sempre vendere biglietti dell’autobus interregionale oppure effettuare prenotazioni di treni online per conto dei cosiddetti “senzatetto digitali“, esseri umani in via d’estinzione, incapaci per vari motivi di accedere alla rete. Sì, il viaggio si sogna online, si studia online, si prenota online e probabilmente si fa offline, neanche troppo spesso.
Promuovere pacchetti turistici online
Cominciamo sgombrando il campo da un primo dubbio: c’è chi studia e prenota tutto da solo e chi invece vuole comprare un pacchetto chiuso. Spesso a muoversi in prima persona sotto il profilo organizzativo sono le coppie giovani o le comitive di amici, quindi utenti privati, mentre a cercare il pacchetto turistico chiuso sono le famiglie con bambini, le coppie meno giovani e soprattutto le aziende per i loro dipendenti. Mi rendo conto della generalizzazione del tutto brutale, ma per stavolta lascia fare, poi ti spiego.
Una volta fatto il punto sulle personas da intercettare – qui per motivi di spazio e pertinenza mi fermo ad un livello estremamente superficiale di inquadramento – possiamo studiare il modo di intercettare utenti mentre navigano per i fatti loro. Se prima ho scritto che gli utenti di pacchetti turistici b2c (business to consumer) sono spesso famiglie con bambini, è probabile che si possano intercettare questi utenti sui siti che trattano tematiche legate proprio ai bambini, vale a dire sui blog gestiti da mamme, su quelli che propongono eventi per famiglie localizzati per città, sui magazine a tema gravidanza e primi anni di vita.
Per quanto riguarda i magazine facenti riferimento a gruppi editoriali una buona mossa potrebbe essere sviluppare contenuti sponsorizzati a tema “vacanze con i bambini” muovendosi sul modello del native advertising. Per quello che invece concerne i blog di media caratura gestiti da mamme, suggerisco spesso di entrare in relazione proponendo direttamente la (cura e la) redazione di una rubrica tematizzata sulle vacanze con i bambini. Già quest’ordine di attività editoriali più o meno sponsorizzate porterebbe da sola benefici importanti se sviluppata come si deve.
Per promuovere pacchetti turistici b2b (business to business) una buona strada può riguardare l’intessere una buona trama di pubbliche relazioni per accreditarsi presso i livelli dirigenziali di aziende medio grandi. Va da sé che ad organizzare viaggi aziendali non sono le aziende con 20 dipendenti, ma quelle con (almeno) 200 e a questo livello non credo si prendano decisioni facendo una ricerca su Google, poi se ne sai di più fammelo sapere.
Agenzie di viaggi settoriali e localizzate
Quando la concorrenza ti si para di fronte come una muraglia insormontabile non c’è niente di meglio che spaccare il capello e sviluppare un progetto estremamente selettivo sia per tipologia di pacchetti turistici che per località di interesse. Una buona strada da intraprendere per un piccolo operatore turistico è dunque proprio evitare di proporre qualunque cosa per concentrarsi magari sulle passioni di pochi. Ho visto piccole agenzie fare belle cose promuovendo tour cicloturistici in regioni d’Italia mirate o in poche selezionate mete estere. Allo stesso modo è possibile e spesso auspicabile organizzare pacchetti turistici che abbiano come denominatore comune l’inseguimento di una passione e non soltanto cibo sole e il miraggio di avventure esotiche.
Per il resto valgono le ormai consolidate pratiche web che vedono la messa in strategia di strumenti come SEO, social media ed email marketing, ma prima di partire per questo viaggio, pensa bene alle perone a cui ti rivolgi… e perché.