La riflessione che vorrei condividerti quest’oggi nasce da una chiacchierata estemporanea con Tomaso Greco di BookaBook, un editore in Crowdfunding che spero presto di presentarvi su queste pagine. Si ragionava di quali fossero i canali migliori per la promozione del suo progetto online e abbiamo cominciato a discutere del fatto che indipendentemente dalla piattaforma tecnologica, il canale è nel piano editoriale e poi – cosa importantissima – nel modo in cui ti rivolgi agli altri, potrei dire nello “spirito” che anima il tuo modo di comunicare.
Fatta questa premessa, Tomaso ha tirato fuori un parallelismo meraviglioso tra l’attività di divulgazione, condivisione e auto promozione che portiamo avanti attraverso i media digitali e i canali del nostro televisore. Un parallelo tanto più calzante nel momento di massima espansione dei canali tematici.
Sei canale 5 o Food network?
Nel senso, comunichi come un canale di intrattenimento/informazione generalista o come un canale tematico mono orientato? Il tuo messaggio deve arrivare a tutti indipendentemente da età, sesso, orientamenti ed estrazione sociale, oppure ti rivolgi solo ad un pubblico preciso e perfettamente inquadrato per queste variabili? In entrambi i casi, ti muovi in modo coerente con le aspettative che hai? Mi spiego, se vuoi raggiungere TUTTI sei certo di essere abbastanza nazional popolare? E se invece vuoi essere chirurgico, sei sicuro di parlare la stessa lingua del tuo (stretto) pubblico di riferimento?
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Questa prospettiva apre scenari di ibridazione interessanti nel senso della sperimentazione. Quanto un canale tematico può divagare e quanto uno generalista può permettersi di focalizzare l’attenzione su di un aspetto preciso. Come dire, nel gruppo dei fatti di SEO – canale evidentemente tematico – quanto è opportuno parlare d’altro? E cosa significa altro? Ad esempio questo articolo non parla di SEO, ma verrà condiviso nel gruppo. Faccio bene? Ancora, qualche giorno fa ho condiviso nel gruppo un post in cui chiedevo ai SEO che musica ascoltano durante il lavoro. Sono messaggi opportuni? Secondo me sì, sempre.
Le zone franche
Le eccezioni sono il sale della vita e in questo caso dei canali di comunicazione generalisti o tematici che siano. Da un lato parto dal presupposto che non si può (e non è giusto) far felici tutti, dall’altro considero che un canale, in special modo sul web in questo momento storico presenta tutte le caratteristiche di una community. Chiedere in un gruppo SEO che musica si ascolta durante il lavoro, può fortificare le dinamiche di appartenenza al “gruppo” inteso in termini sociologici.
Come dire che rimanere esclusivamente sui binari della condivisione di valore in modo strettamente coerente con la promessa divulgativa tematica del canale, può nuocere al canale stesso, perché i fruitori sono persone… e le persone hanno bisogno di zone franche in cui respirare un momento. Invece di mandarle altrove, nei canali del “cazzeggio”, tienili dentro praticando un po’ di sano intrattenimento, che oltretutto stimola la coesione e come detto fortifica il senso di appartenenza.
La componente di intrattenimento
Ora penserai che sono un caciarone, ma se ho capito una cosa della comunicazione (in generale) è che gli aspetti divulgativi vanno sempre stemperati e contaminati dalla componente ludica. La comunicazione è efficace quando è maggiormente chiara e quando incontra interlocutori attenti. Perché rimangano attenti occorre allentare la tensione della lezione frontale – leggi spiegone – e spezzarla con momenti di intrattenimento puro, anche avulso dai temi che si stanno trattando, certo senza esagerare, altrimenti diventa proprio il circo. Detto questo dipende da te, da quanto riesci a bucare lo schermo e/o l’impianto audio del tuo pubblico. In questo c’è chi è più bravo e chi meno, ma quelli che tralasciano questi aspetti sono tristemente destinati all’effetto “palla atomica”.
Hai mai guardato una delle dirette che facciamo il venerdì nei Fatti di SEO? Pensi che otterremmo lo stesso successo limitandoci a guardare i criteri di ottimizzazione superficiale dei siti web proposti senza battere ciglio? Non scrivo queste cose perché le ho lette in un libro, ma perché le vedo con i miei occhi.
Ti va una bella televendita?
Riprendendo il parallelismo tra canali web e canali televisivi, immagina quanto sarebbe felice il tuo pubblico se tu facessi comunicazione sempre e solo finalizzata alla vendita diretta di prodotti e/o servizi. Saresti l’esatto equivalente di quei canali tematici alla TV che fanno solo televendite. Se tutto quello che fai serve a vendere, la tua comunicazione perderà smalto, non avrà mordente, sarà prevedibile e non produrrà interazione. Insomma, una schifezza. Se invece vuoi essere lungimirante, conserva un ampio spazio per comunicare nel tuo settore senza secondi fini, solo per il piacere di farlo e per la gioia di condividere informazioni con chi fa o vuol fare il tuo mestiere, con chi è appassionato del settore in cui operi, con le persone.
Il canale sei tu. Sorridi.