Il fenomeno del Crowdfunding ha già permesso di realizzare progetti che sarebbe stato impensabile mettere in piedi partendo dal basso prima dell’era digitale. Un esempio vicino a chi si occupa di web marketing è il successo della versione italiana di The Art of SEO edita da Flacowski (Enrico Flaccovio) e curata da Mazzanti e Matteuzzi. Ma c’è una casa editrice che pubblica prevalentemente romanzi e si chiama BookaBook. Mi ha molto sorpreso il loro livello di crescita negli ultimi anni, così ho chiesto a Tomaso Greco di raccontarmi un po’ le caratteristiche di questo progetto ormai fortunatamente “attuale” più che innovativo.
Ciao Tomaso, ci racconti i tuoi attuali focus lavorativi?
Ad oggi, oltre allo sviluppo di bookabook, seguo attivamente il dibattito sull’innovazione nella cultura e nei media, partecipando anche a incontri internazionali come il New European Media Summit di Zagabria e l’Innovation Summit della Buchmesse di Francoforte.
Del resto sono percorsi in stretta continuità con quello che abbiamo fatto finora a bookabook. Cinque anni fa abbiamo iniziato a innovare un mondo affascinante e per molti versi conservatore come quello editoriale, portando al suo interno nuovi modelli di business.
Abbiamo ripensato il ruolo del lettore, trasformandolo da consumatore, per quanto informato e attento, a parte attiva del percorso che porta alla nascita di un libro. È una sfida che non è finita, anzi. È necessario continuare a sperimentare, guardare che cosa si fa altrove e soprattutto come lo si fa. A luglio ho la fortuna di poter partecipare a un nuovo percorso dedicato alle trasformazioni in campo editoriale alla Yale University. Sono molto curioso di scoprire cosa voglia dire innovazione editoriale per chi opera nel settore oltre oceano.
Come vi è venuta l’idea di sviluppare il progetto Bookabook?
L’idea ci è venuta nel 2013. Era un anno difficile per l’editoria italiana e, contemporaneamente, negli Stati Uniti si realizzavano cose prima impensabili grazie al crowdfunding. Con Emanuela Furiosi, co-founder di bookabook, ho studiato a fondo il crowdfunding e i suoi meccanismi.
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È uno strumento straordinario per condividere progetti e costruire reti. In editoria si è rivelato determinante: oltre a creare una comunità e ad aprire un canale diretto tra lettori e scrittori dà vita al passaparola, che è l’elemento che fa la differenza per il successo di un libro. Da molto prima del web.
Trattate solo romanzi? Avete pensato all’editoria tecnica?
Pubblichiamo prevalentemente romanzi. Ma abbiamo pubblicato anche saggistica ed editoria tecnica. Alcuni esempi sono il Manuale delle B Corp di Ryan Honeyman e Connecting dots di Cristina Gianotti. In questo caso, però, selezioniamo le proposte anche in base al profilo professionale dell’autore.
Quali sono i canali di promozione più utilizzati dai vostri autori?
Dipende. Per ogni libro studiamo una strategia diversa. Dipende dal target del libro, dalle esperienze pregresse dell’autore e da molti altri fattori. Ci sono autori che arrivano da noi con delle pubblicazioni importanti alle spalle, altri invece sono alla loro prima esperienza. Alcuni hanno blog o canali social molto seguiti, altri invece non usano per nulla i social network. Alcuni titoli hanno per loro natura un impatto territoriale, altri invece nazionale. Ogni autore deve poter comunicare attraverso i canali in cui si trova più a suo agio e dove può stabilire una comunicazione efficace con i suoi lettori, passati e potenziali.
Quali sono i canali di promozione che invece utilizzate per Bookabook?
Ci muoviamo in rete e offline. In rete utilizziamo i social, prevalentemente Facebook e Instagram, oltre naturalmente al nostro blog. Sperimentiamo nuove modalità di proporre i libri ai lettori, collaboriamo con le testate online e i blogger che si occupano di editoria. Offline invece alterniamo canali tradizionali, ma sempre validi, come le fiere e le presentazioni dei libri, a momenti di aggregazione esclusivamente nostri come la Lunga notte dei lettori che arriva alla terza edizione quest’anno e che si terrà il 22 giugno da Base Milano.
Come vedi il presente e il futuro dell’editoria cartacea?
Non credo esista un’editoria cartacea e una digitale. Carta, ebook e ci metto anche podcast, sono solo modalità di fruizione di un contenuto unico: le storie. Quello che cambierà – e che sta già cambiando – sono le esperienze. Come scopriamo nuovi titoli, come interagiamo con le storie, come portiamo i contenuti, che si tratti di narrativa o saggistica, nelle nostre vite.