Oggi vorrei commentare un passaggio portato alla mia attenzione dagli amici di TheBreakingWeb. Durante una live, Demetrio ha raccontato di un post in cui Ivano Di Biasi Avrebbe scritto che fare SEO è tutto sommato semplice e che sarebbe ora che i web designer la imparassero.
Ivano è un maestro SEO. Penso che in questo caso volesse sottendere che gli elementi dell’ottimizzazione standard sono ormai noti da decenni, tuttavia i web developer e i web designer continuano a mettere online siti web con il logo in H1, senza attributi canonical, senza guardare a cosa finisce nel tag H2, senza curarsi nemmeno troppo delle dimensioni del DOM o più in generale dei tempi di caricamento.
Vista così, Ivano ha certamente ragione, nel senso che effettivamente in molti casi, noi SEO prima di metterci a riflettere su come tirare la “zampata”, ci troviamo spesso davanti gli stessi problemi di base.
Manca questo, manca quello, quella roba è concepita in modo improprio, i dati strutturati non esistono, cose così.
La SEO “facile” è la SEO?
Gli aspetti a cui (probabilmente) fa riferimento Ivano, sono essenziali per la SEO e sono effettivamente facili da conoscere, nel senso che basta un corso di poche ore per mettersi in pari sulle emergenze principali delle linee guida di Google per ottimizzare un sito web lato SEO. È la SEO “facile”, quella che anche secondo me i web designer/developer dovrebbero conoscere. Insomma sono d’accordo con Ivano Di Biasi, come spesso capita. Non so perché capita, ma è così.
L’equivoco nasce nel momento in cui pensiamo che avere una buona SEO nativa sul sito web che andiamo a mettere online, ci garantisca anche di ottenere una buona visibilità nella ricerca organica.
Ecco, è qui che casca l’asino!
Ma lo stesso Ivano sa benissimo che non sempre avere “tutto a posto” produce risultati in termini di visibilità organica, soprattutto in regime di competizione elevata. Credo si limiti semplicemente a osservare l’indecenza implicita nel fatto che vengono messi online siti web “custom” senza i canonical o con strutture tali da servire front end solo link a pagine non indicizzabili.
In effetti, certe cose si dovrebbero sapere a tutti i livelli e non dovrebbero costituire un sapere relegato agli esperti SEO.
Quindi Ivano ha ragione, ma detto questo, sostenere che “la SEO è facile” è chiaramente una boutade che al limite può far aggrottare le ciglia, perché la SEO è una disciplina che va molto (molto) al di là del “fare le cose giuste” secondo le linee guida di Google. Quelle sono le nostre hard skills, mentre un SEO decente deve avere una sensibilità analitica tale da riuscire quando serve anche a infrangere le regole o a vedere opportunità laddove gli altri non vedono un bel niente.
E non c’è niente di facile in questo.
Tutt’altro.