Come sviluppare un travel blog

Un travel blog è un sito web che offre consigli di viaggio a vario titolo e di varia natura. Solitamente è curato in prima persona dal travel blogger, un viaggiatore che in modo più o meno professionale gira per il mondo alla ricerca di mete esotiche da raccontare. Molti hanno il sogno di viaggiare per mestiere, ma solo alcuni ci riescono, perché come puoi immaginare non basta aprire un blog e raccontarsi, ma occorre l’intelligenza di organizzarsi e una strategia di comunicazione.

Travel blog, come si sviluppa?

Travel blog, come si sviluppa?

 

Se anche a te piacerebbe vivere e guadagnare soldi viaggiando, se sei stanco del tuo capufficio o semplicemente hai tempo da dedicare a questo genere di attività, leggi i suggerimenti che seguono e sarai pronto per lanciarti nell’avventura del viaggio tradotto in digitale.

 

Come NON fare travel blogging

Partiamo dai miti da sfatare, vale a dire dai comportamenti e dalle semplificazioni che invece di metterci sulla buona strada ci allontanano dal capire come gestire il progetto. Un travel blog non è un diario intimo in cui raccontare suggestioni e stati d’animo da condividere con gli altri utenti del web. Puoi senz’altro scegliere di vivere il tuo percorso digitale come un racconto romanzato, ma probabilmente dovrai rinunciare all’idea di monetizzare il progetto, perché gli utenti non affolleranno il tuo blog per altro che non sia reperire informazioni utili ad organizzare il loro viaggio.

Un altro problema ancora più frequente di quello visto prima è l’approssimazione in fase di progettazione dell’architettura informativa. Ogni tanto mi capita di vedere travel blog che sviluppano menu di navigazione confusi rispetto alle mete e alle cose da fare, in alcuni casi accavallando articoli del tutto privi di continuità. Se a monte le categorie del sito sono progettate male finirai col mettere insieme cose che andrebbero tenute separate o a separare ciò che andrebbe unito.

 

Di cosa deve parlare il tuo travel blog

Come accennato in precedenza, il travel blog deve fornire informazioni pratiche e soprattutto utili. Per ciascuna delle località che tratti puoi muoverti sui seguenti temi:

  • Come arrivarci (documenti necessari / offerte biglietti)
  • Cosa portarsi (abbigliamento / accessori)
  • Cosa fare (cosa vedere / come spostarsi)
  • Dove dormire e mangiare (alberghi / b&b / ristoranti)

In ciascuno degli ambiti descritto puoi monetizzare con i link di affiliazione (offerte biglietti / come spostarsi) e stringendo direttamente accordi con i titolari di strutture ricettive, ristoratori, e-commerce di abbigliamento e accessori. Puoi certo monetizzare anche con il circuito AdSense di Google e certamente ti suggerisco di farlo, ma usare solamente questo sistema può farti lasciare molti soldi sul tavolo rispetto agli accordi diretti con gli esercenti, senza l’intermediazione di terzi.

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Un travel blog monetizza solitamente in questi modi, ma se sei molto seguito puoi arrivare realizzare il sogno di qualunque travel blogger: farti ospitare da alberghi o addirittura farti pagare dalle strutture ricettive per averti come loro ospite. Certo, per arrivare a questi livelli devi avere numeri da capogiro e una visibilità da paura, ma è sempre bello pensare in grande, soprattutto se sai partire dalle basi e sviluppare bene i fondamentali.

 

Struttura di navigazione

Puoi sviluppare il menu principale per aree geografiche, proponendo ad esempio link ai continenti: Europa, America, Asia, Africa, Oceania (salterei l’Antartide). All’interno di ciascuna macro area disporrei i link alle singole località. Ad esempio, nell’archivio Continente disporrei un link per ciascuna Nazione, da cui farei partire link alle principali Località. Per ogni località creerei un grappolo di articoli tutti collegati tra loro per rispondere alle 4 domande espresse nel paragrafo precedente.

 

Ad esempio, cliccando su Europa dal menu principale, potrò raggiungere il link alla pagina Francia, da cui potrò raggiungere il link alla pagina Parigi, all’interno della quale troverò 4 link alle rispettive pagine su come arrivarci, cosa portarmi dietro, cosa vedere e dove mangiare. Ogni area è indipendente dalle altre secondo la logica dei silos, ma non è detto che sia sbagliato di quando in quando collegare una pagina sull’Irlanda ad una sulla Danimarca, a patto che ci sia pertinenza. Insomma, non serve fare compartimenti stagni, non del tutto. Se utilizzi WordPress potresti essere tentato di creare una struttura a categorie e tag, in cui le categorie (e le sottocategorie) si riferiscono alle località, mentre i tag alle cose da fare, a dove dormire etc. Questo modo di fare potrebbe non essere ottimale, perché uno stesso archivio tag che si chiama ad esempio “dove dormire” finirebbe col contenere informazioni su città lontanissime tra loro, creando una trasversalità eccessiva e non necesaria. Un travel blog potrebbe dunque non essere strutturato a griglia reticolare con archivi intrecciati, ma in una sola direzione, dai contenuti più superficiali a quelli più profondi. Categorie e sotto categorie, tutto qui.

 

Partnership strategiche

Ho già detto che un travel blog può monetizzare contattando direttamente siti e-commerce per rivendere abbigliamento e/o accessori, ma un altro modo astuto e utilissimo per intrecciare relazioni è proporre articoli alle aziende che sviluppano e-commerce con blog interni. Questi progetti non vendono link (vendono prodotti), ma solitamente pagano per avere contenuti editoriali, ecco perché agire su questi proponendo la redazione di articoli contenenti link aumenterà le probabilità di ottenere risposte positive.

Muoversi dunque trasversalmente, ancora una volta cercando la relazione con progetti diversi, ma interessanti per le stesse persone, mentre lavori al tuo progetto… e ti godi il giro di giostra.

 

4 Comments

  1. Luca Spinelli 11/12/2018

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