Lo sai che non sono uno che si lamenta spesso, però a conti fatti mi trovo d’accordo con chi un po’ sbuffa dopo aver ricevuto notifica su Google Alert dell’ennesimo articolo che indica le 5 o le 14 cose a cui stare attenti per fare SEO copywriting. In effetti sì, sono sempre gli stessi consigli, corretti per carità, ma niente di nuovo.
Allora vorrei provare a lasciarti una suggestione. Molto spesso questi articoli vengono realizzati da chi vuol di dire la sua, ma anche da chi cerca di ottenere un buon posizionamento per competere sulla visibilità in serp. Se è la visibilità che ti interessa, secondo me la strada da seguire non passa per la competizione, bensì per l’innovazione, la segmentazione e la partecipazione. ISP (acronimo di nuovo conio).
Innovazione
Solitamente, quando si individua una keyword d’interesse, si tendono a identificare i topic correlati e a trattarli nell’articolo in modo quanto più approfondito possibile. A parità di condizioni esterne legate ai fattori esogeni, quanto meglio saranno sviluppati i topic, tanto più alta sarà la probabilità di vincere nella competizione in serp. Ma sempre di competizione si parla. Un innovatore invece vince senza competere, componendo articoli in cui sposta l’attenzione dai topic più trattati a quelli meno trattati, ma al contempo utili. Bada bene, l’innovatore non è un creativo, perché mentre quest’ultimo forma conoscenza a partire dal nulla, l’innovatore ridefinisce conoscenze già esistenti spostandone il significato. Spesso le cose vengono confuse, però andrebbero tenute distinte, soprattutto quando ti occupi di SEO, fondamentalmente perché le persone non cercano su Google cose che non esistono, ma riedizioni di ciò che conoscono già, allo scopo di rafforzare le proprie convinzioni o arricchire le proprie conoscenze in merito ad un argomento.
L’innovatore è Duchamp che prende un orinatoio e nell’apporvi la sua firma lo rende un’opera d’arte, è Manzoni che espone la sua “merda d’artista”. Quando scrivi un articolo su di un argomento già trattato, ridefiniscine il significato, altrimenti rischi di trovarti a sgomitare nella folla e (cosa peggiore) di contribuire al rumore di fondo. Puoi fare molto meglio di così, ne sono certo.
Segmentazione
Un secondo suggerimento che mi sento di darti su come non scrivere un articolo riguarda la segmentazione, sia rispetto ai temi che tratti, sia rispetto agli utenti a cui ti riferisci. Si imputa ad esempio a Veltroni di non aver saputo comunicare efficacemente rispetto a Berlusconi, perché mentre il primo cercava il consenso di tutti, Berlusconi è sempre andato per la sua strada, producendo una spaccatura netta nell’elettorato, ponendo più o meno la metà dei cittadini in uno stato di ammirazione e l’altra metà in condizioni di disprezzarlo. Sono i prodotti segmentati, cioè quelli che non devono essere per tutti, ad avere maggior successo, quindi sii specifico, scegli con cura gli argomenti e il taglio con cui trattarli, creati dei connotati quanto più marcati possibile e soprattutto sii coerente con te stesso, senza subire (troppo) le influenze esterne. Questa condotta crea un seguito e una piacevole abitudine solo verso certi utenti, esattamente quelli di cui hai bisogno per far drizzare le orecchie a Google. O sei Tu, o non sei nessuno.
Partecipazione
Un ottimo articolo, innovativo nei contenuti e segmentato nel taglio editoriale, può non essere valutato da Google come meriterebbe, anche semplicemente perché Google è comunque un software che può non rendersi conto subito del valore reale di un nuovo documento web. Talvolta un contenuto di merito, resta “nella pancia” di Google per mesi prima di esplodere. Tale “esplosione” può essere facilitata dal fatto che il contenuto riceva segnali di partecipazione da parte degli utenti. Come buona pratica in tal senso puoi tentare di innescare la conversazione sul tuo articolo e all’interno di esso, invitando gli utenti a discutere attraverso i commenti sia nativi che embedded dei social network.
Conclusioni
In definitiva cerca di evitare gli articoli scritti per “fare volume”, scopiazzati e lasciati sul sito web a morire senza connotati e senza nemmeno cercare di portare gli utenti a discutere dei temi trattati. Fai in modo che il web sia il posto che hai sempre desiderato, altrimenti se Google a un certo punto non ci capisce più niente, domandati se per caso non c’entri qualcosa pure tu.
Francesco ottimo articolo!
Concordo su ogni punto ed ho sperimentato in prima persona quanto da te asserito. L’innovazione e fornire quel “qualcosa” che l’utente non ha ancora trovato sono i cardini vincenti di una seria web presence. Grazie per il tuo prezioso contributo!