Nell’era dell’iperspecializzazione anche il marketing trova le proprie declinazioni ed occasioni d’uso nel servire attività che si affacciano esclusivamente in uno specifico segmento di mercato. Con queste premesse troviamo operatori che hanno maturato negli anni competenze approfondite nella moda, nell’enogastronomia o come in questo caso nel wedding. Quello di cui parliamo oggi è in effetti un territorio vastissimo, pieno zeppo di mestieri diversi e spesso interdipendenti. Lo ha capito bene Ines Pesce, che si occupa principalmente di comunicazione proprio in quest’alveo di interesse. Vediamo come.
Ciao Ines, ci descrivi i tuoi attuali focus lavorativi?
Sono CEO di Daruma ADV (agenzia marketing con 18 anni di esperienza) e il mio focus é sulle Consulenze e la redazione delle strategie di marketing per i clienti dell’agenzia, con una particolare predilezione per i clienti che appartengono al mondo wedding.
Tra tutti gli operatori del wedding, quali sono i più “allergici” al web?
Bella domanda. Direi tutti e nessuno!
Nel senso che tutti sono sul web ma nessuno c’ha capito niente. Rispetto ai professionisti degli altri settori, ritengo che i professionisti del settore matrimoni sono davvero i più confusi in assoluto.
Se poi devo identificarti quelli più allergici al web, in particolare, direi che tra i professionisti del mondo wedding gli stilisti e gli atelier di abiti da sposa/o sono le categorie più legate ai canali di marketing tradizionale.
Come si costruiscono le sinergie online tra operatori del wedding?
Anche nel mondo wedding le community Facebook rappresentano un buon connettore di professionisti.
I primi gruppi Facebook si sono creati spontaneamente per iniziativa di qualche professionista sostenitore delle sinergie, e riunivano in un’unica piazza future spose e professionisti del matrimonio.
Qui in una fase iniziale il meccanismo del gruppo/piazza ha prodotto qualche sinergia e, contemporaneamente, qualche cliente/sposa ai professionisti appartenenti al gruppo. Quando però i membri sono cominciati ad aumentare, e la comunicazione diventava sempre più commerciale, il meccanismo si è inceppato sicché i gruppi hanno cominciato a proliferare nelle mille declinazioni: wedding planner d’italia, floral designer, wedding design italia, fioristi e wedding planner, ecc.
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I trend di oggi vedono l’aumento di tantissimi gruppi Facebook che aggregano i soli professionisti tra loro (Gruppi B2B direi), appartenenti all’intero ecosistema wedding, e in cui si discute di questioni relative alle professioni, al mercato, al target.
Io stessa ho creato uno dei primi gruppi con questo obiettivo, l’11 dicembre 2016.
Eventi e Party per Wedding Professionals, nasceva con l’obiettivo di creare una piazza in cui segnalare tutti gli eventi e i party dedicati ai professionisti del matrimonio e, al contempo, affrontare argomenti caldi e cari al settore. Il tutto da una posizione super partes data dalla mia professionalità, addentrata nel mondo wedding ma diversa dalla professionalità di un wedding pro.
Nel mio gruppo sono vietati post commerciali e promozionali e viceversa sono incentivate le discussioni su vari argomenti e le segnalazioni di eventi formativi legati alle professioni wedding.
Ad oggi questo gruppo è l’unico con questa matrice, in quanto gli altri sono raggruppamenti creati da professionisti del matrimonio più in erba con il proprio seguito di professionsti sostenitori/simpatizzanti.
Quali sono gli errori più comuni nella comunicazione di un wedding planner?
Come qualsiasi altro professionista, i wedding planner sono soliti pensare alla promozione di sé stessi partendo direttamente dai canali e non dalla strategia. E se devo proprio confessarla tutta, nella maggior parte dei casi la percezione del successo è misurata dai #millemilafollowers quindi la concentrazione massima è sul canale più in voga in assoluta ai tempi d’oggi: Instagram!
Cosa fa la differenza rispetto al sito web di un fotografo di matrimoni?
Un sito per fotografi di matrimoni deve avere tutte le caratteristiche di un sito performante, che anche tu conosci.
Se da un lato, questa categoria ha dalla sua la grande quantità di contenuti visuale, dall’altra ci si trova spesso di fronte alla difficoltà di far capire a questi professionisti che sui siti non possono mettere tutto il loro repertorio fotografico, che le spose non guardano le immagini con gli occhi del tecnico e che, quindi, “less is more”.
Trovi differenze nella comunicazione del wedding in Italia e all’estero?
Ti stupirò, forse, con questa risposta. Credo che per la prima volta noi Italiani non abbiamo nulla da invidiare all’estero e che, mio malgrado forse, non ho avuto mai case history a cui ispirarmi per fare bene con i miei clienti wedding.
Il risvolto positivo è che, in questo modo, il mio lavoro è sempre stato iper stimolante: da quando ho iniziato con questo settore ho sempre fatto test incrociando le mie competenze nel marketing con il mio intuito e la passione verso questo settore. Ogni volta non ho mai potuto replicare due volte la stessa strategia e tecnica ed ogni giorno per me è sempre un’esperienza unica che prende sicurezza dall’aver provato mille strade e, stranamente, ogni volta con un successo diverso.
That’s all.