Le fake news sono le notizie false pubblicate e rilanciate da giornali e (negli ultimi anni) da siti internet il cui scopo è raggiungere il maggior numero possibile di utenti sfruttando i meccanismi di viralità del messaggio sensazionalistico.
Qualunque giornalista sogna di scoprire le prove che dimostrano l’esistenza degli alieni o per annunciare al mondo che Hitler è ancora vivo ed è il vero autore di Harry Potter, tuttavia la realtà viaggia su meccanismi in cui la “notizia” è subito di tutti, cosa tutto sommato positiva, salvo che diventa molto difficile essere i primi a dire qualcosa di nuovo, certamente è quasi impossibile essere i soli. La fake news risolve questo problema alla radice: se la notizia non c’è, ce la inventiamo di sana pianta e visto che siam qui spariamola grossa.
Le fake news sono un problema del web?
Ma neanche per idea. Le notizie false sono ciò che ci fa discutere e appassionare a temi di cui altrimenti non ci importerebbe granché. Parliamoci chiaro, ormai abbiamo necessità di giustificare tutto il tempo che trascorriamo ogni giorno su facebook. Ci serve un motivo per dare senso alle vite da zombi che conduciamo, e accapigliarci sulle notizie che girano è un bell’anestetico per la coscienza.
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File chilometriche davanti alle agenzie per l’impiego: tutti vogliono firmare per il reddito di cittadinanza.
Un titolo così serve proprio a innescare battibecchi su dinamiche molto vicine al tifo calcistico. Dividi le persone, le porti a discutere rubando un po’ della loro energia vitale per aumentare la tua rilevanza e incidentalmente il fatturato. Imprenditori (chiamiamoli così) del web non si fanno scrupoli a rubare i volti di due ragazze che si abbracciano per imbastire una notizia falsa sull’omosessualità femminile. E poco importa se le malcapitate vengono stalkerate dai tifosi di cui sopra.
Quante fake news possiamo sopportare?
Le notizie false sono il sale della comunicazione, ma se nella minestra ne metti troppo finisce che non si può più mangiare. A me piace ridere e anche provocare reazioni astiose (se leggi questo blog lo avrai notato), ma non certo sulla pelle degli altri. Auspico una notizia falsa gentile, tipo “Morto Magalli, chi sarà ora il nuovo presidente della Repubblica?“.
Talvolta la notizia falsa nasce perché l’hai saputa innescare. Se pensi ad esempio al mio post su come diventare SEO Coprywater, l’articolo non diffondeva notizie false di per sé, ma l’evidente refuso al suo interno innescò la notizia falsa “Margherita non sa nemmeno come si scrive Copywriter”, dividendo i lettori in fazioni contrapposte tra chi mi offendeva e chi mi difendeva. Fantastico!
Insomma le fake news sono divertenti quando sono progettate per far sorridere o per creare contrapposizioni innocenti, mentre sono al contrario pericolose quando espongono persone comuni (e non) al risentimento collettivo. Il problema è che continueranno ad esserci, quindi dobbiamo smettere di ragionare come tifosi e maturare un po’. Ci tocca.
Conclusioni: fake news o wrong news?
In questa riflessione dovrebbero trovare il giusto posto anche le informazioni banalmente sbagliate, pur in buona fede. Credo che l’informazione sbagliata sia più pericolosa di quella falsificata, perché se le bugie hanno le gambe corte, gli errori possono generare abitudini difficili da modificare o addirittura portare le persone a combinare disastri.
In questo caso occorre fare appello al senso di responsabilità di chi scrive e soprattutto di chi usa i propri canali per spiegarti come si fa qualcosa: di questi tempi occorre avere l’onestà intellettuale di comunicare solo ciò di cui si conoscono bene le implicazioni, e se ci sono dubbi è meglio dichiararli apertamente piuttosto che sbandierare certezze solide come neve al sole.
Stiamo reinventando il modo di convivere giorno dopo giorno. Dobbiamo avere cura delle persone a cui ci rivolgiamo.
Per tutto il resto (e per fortuna) c’è Lercio.