I dati strutturati migliorano il posizionamento su Google?

Una delle domande che mi fanno più spesso gli imprenditori meno addentro al mondo digital riguarda l’opportunità o meno di investire risorse per ottimizzare i dati strutturati sul sito web. Parliamo tutto sommato di pezzi di codice che a conti fatti nemmeno si vedono sul sito e che per tanto non offrono un vantaggio diretto agli utenti, giusto? Ma quindi a che servono?

dati strutturati

La struttura dei dati

Soprattutto sono davvero utili per il posizionamento organico? Ora, se fai SEO conosci già la risposta, ma se sei “semplicemente” una persona che gestisce un progetto digital, quest’articolo è scritto per te, sperando di fare chiarezza.

 

Cosa sono e a cosa servono

I dati strutturati sono effettivamente righe di codice che servono a marcare semanticamente gli elementi che costituiscono le diverse tipologie di pagine presenti nel tuo sito web, allo scopo di aiutare i motori di ricerca a comprendere meglio cosa c’è in pagina, di cosa si parla e come è strutturato l’intero sito web. Molto spesso, soprattutto in presenza di pagine povere o contenuti ridondanti, avere una buona marcatura semantica aiuta Google a raggruppare i contenuti principali in base al significato e alla posizione in struttura, permettendo una corretta attribuzione di significato e di conseguenza un buon incasellamento del sito web.

In parole povere, si dice che i dati strutturati riducono l’incertezza.

 

I dati strutturati non migliorano il posizionamento su Google

In effetti non possiamo affermare che esista una relazione di tipo causale tra l’inserimento dei dati strutturati e il miglioramento dei posizionamenti su Google web search o su altri motori di ricerca. Non possiamo dirlo perché affrontando la domanda con metodo scientifico, viene meno la replicabilità del risultato. In poche parole, in alcuni casi si riscontra che aggiungere i dati strutturati produce effettivamente un miglioramento della visibilità organica (che potrebbe anche essere una coincidenza), in altri addirittura laddove c’era un risultato per una certa chiave di ricerca, abbiamo visto apparire un secondo risultato, dunque un doppio presidio sulle stessa serp, che è una cosa ottima! Altre volte invece i dati strutturati non fanno registrare alcuna differenza in termini di posizionamenti e se per altro contengono errori possono addirittura produrre azioni manuali di penalizzazione per le pagine su cui tali errori vengono riscontrati dal team antispam.

Ora quest’ultimo passaggio per me è il più interessante, perché apre a una serie di considerazioni che vale la pena condividere. Se i dati strutturati non avessero un’incidenza sulla visibilità organica, perché mai il team antispam di Google dovrebbe preoccuparsi di sanzionare le pagine che ad esempio riportano ambiguità o discrepanze tra dati strutturati ed elementi effettivamente visibili in pagina?

 

I famigerati fattori indiretti di ranking

È dai tempi della bastonata che Google prese con l’authorship nel 2014, che ci si è posti il problema del CTR in serp, vale a dire del rapporto tra numero di click sul risultato di posizionamento e numero di visualizzazioni dello stesso risultato su Google. In particolare ci si preoccupa di tutti i fattori che influenzano il click, tra cui certamente il titolo e la descrizione presenti nel risultato di ricerca, ma anche tutta una serie di integrazioni che prendono il nome di “rich snippet”, la cui comparsa viene appunto favorita dalla presenza di buoni dati strutturati. Tali integrazioni possono aumentare la probabilità che gli utenti facciano click sul risultato con lo snippet più esplicativo e “ricco”, producendo una serie di reazioni indirette – perché basate sui comportamenti – che portano Google a premiare quel risultato con un posizionamento migliore.

Ovviamente non è così semplice. Google è il primo a fare continui esperimenti sugli snippet dei risultati di ricerca anche indipendentemente dal fatto che la pagina contenga dati strutturati. Sembra tuttavia che averli renda più semplice per Google capire il senso della pagina e per l’appunto ridurre l’incertezza. Quindi se vuoi che Google ti premi con uno snippet arricchito di maggiori dettagli, DEVI avere i dati strutturati… magari bene.

Poi se sul sito c’hai solo spazzatura è inutile che vai in giro a lamentarti che i dati strutturati non migliorano il posizionamento.

O no?

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.