Te lo ricordi? è l’antenato di tutti noi, colui che faceva tutto! Così come Ettore di Troia si prendeva sulle spalle il peso di un intero popolo decidendo di combattere da solo contro il Pelide Achille, notoriamente invulnerabile (o quasi), allo stesso modo il web master era colui che si caricava addosso l’onere di progettare il sito web, svilupparne il codice, curarne il design, la grafica, i testi, l’ottimizzazione per i motori di ricerca, le campagne sponsorizzate su Google AdWords, eventuali campagne AdSense interne e perché no, una campagnuccia di e-mail marketing di quando in quando e chiaramente la gestione della pagina facebook.
Ma è davvero esistito qualcuno in grado di fare tutte queste cose da solo?
Certo che sì, le faceva male, ma le faceva. Era un’altra epoca, la comunicazione sull’internet ai tempi dei web master era più verticale e meno partecipata. Non c’era la convivenza piena che caratterizza gli anni in cui viviamo. I siti web erano le classiche vetrine digitali, simulacri freddi e sgraziati, a volte divertenti, in ogni caso distaccati e istituzionali. Erano i tempi in cui nei menu principali dei siti web trovavi le voci “CHI SIAMO, MISSION, VISION”, che rendevano il tutto molto bello per chi commissionava il lavoro e spesso insopportabile per l’utente finale.
Sudato e stanco alle 3 di notte
Quando penso alla figura del web master di una volta, mi viene in mente un professionista, quasi sempre un informatico, certo abilissimo a manipolare pezzi di codice e per forza di cose a gestire tutte le istanze del web marketing dalla grafica alla scrittura, fino all’advertising, alla SEO e al marketing strategico. Bellissimo. Poi penso a chi oggi fa uno solo di questi mestieri e come spesso accade, finisce col fare le ore piccole davanti al monitor per stare dietro a tutti i lavori aperti, per risolvere problemi e tenersi aggiornato. A questo punto mi torna in mente lui, l’uomo d’acciaio, il web master che non deve chiedere mai… mamma che figo!
Ma il web master che lavoro fa?
La risposta sembra facile: i siti web. Invece no, c’è anche il resto. Anni fa nacque in Italia l’IWA, (Internationa web master association), un’associazione che si era posta come obiettivo la definizione delle professioni del web e l’orientamento ad esse. L’IWA promosse una guida che provava a cristallizzare i vari saperi del web in figure professionali indipendenti. Come dire che in principio fu il web master, poi questo fu indotto in sonno profondo e da una sua costola furono creati nell’ordine:
Web Community Manager Web Project Manager Web Account Manager User Experience Designer Web Business Analyst Web DB Administrator Search Engine Expert Web Advertising Manager Frontend Web Developer Server Side Web Developer Web Content Specialist Web Server Administrator Information Architect Digital Strategic Planner Web Accessibility Expert Web Security Expert Mobile Application Developer E-commerce Specialist Online Store Manager Reputation Manager Knowledge Manager Augmented Reality Expert E-Learning Specialist Data Scientist WikipedianSpesso chi ha lavorato (o lavora) nel web, si è dovuto cimentare all’inizio della carriera in ambiti poco conosciuti, ma necessari per poter completare e consegnare un lavoro. È proprio per evitare di offrire un servizio approssimativo o del tutto improvvisato che diventa sempre più utile fare chiarezza su chi fa cosa, su quali debbano essere le sue skills ed eventualmente su quale organismo sia deputato a certificarle. Il web si “allarga” sempre di più e se un tempo la maggior parte delle operazioni erano appannaggio di una o poche professionalità distinte, oggi la direzione è senza dubbio quella dell’iper specializzazione. Ok, ma…
Chi controlla il controllore?
Nel momento stesso in cui si è cominciato a ragionare in questi termini, sono sbucate decine di scuole di formazione pronte a certificare le competenze più disparate in ambito web marketing. Ognuna era migliore delle altre, non so perché, ma è così!
L’idea che mi sono fatto è che in un web sempre più maturo e simile al mondo vero, in cui i mestieri si fanno via via più specialistici e “pratici”, stiamo tornando ad una concezione del lavoro artigianale. Se quindi possiamo dire di abitare gli spazi virtuali, il web designer fa un lavoro più simile a quello dell’architetto, il community manager è un amministratore di condominio e così via. In sostanza per restare nella metafora, oggi servono idraulici, elettricisti, calzolai e arrotini (soprattutto arrotini), mestieri che richiedono un certo periodo di apprendistato e una formazione da bottega più che scolastica. Si impara sul campo da chi già si occupa di quella cosa.
Il futuro è affrontare l’evoluzione del web con questo spirito antico, legato ai saperi più che alle conoscenze. Uno spirito che forse apparteneva più ai nostri nonni che ai nostri genitori.
Forse per andare avanti, dobbiamo guardare indietro, che ne pensi?
Bellissimo articolo, infondo c’è un webmaster in ognuno di noi…