La meritocrazia su Google

Trovo del tutto necessario parlare di un problema che appare ancora più evidente dopo l’update di Google (core e spam) del 5 marzo 2024. Molte persone si lamentano del fatto che i loro siti, già in situazioni di traffico problematiche, siano ulteriormente peggiorati, mentre i soliti magazine generalisti spiccano il volo. Google starebbe tagliando fuori molti progetti web esclusivamente editoriali per far posto ai soli – soliti – siti di giornali web con brand forti o siti che vendono direttamente prodotti e servizi anche attraverso il posizionamento di un blog interno.

Spoiler: sto per dirti qualcosa che forse non ti farà piacere sentire.

Molte delle critiche mosse verso quest’ultimo aggiornamento della ricerca web riguardano il fatto che Google non tiene in considerazione la “qualità” dei siti editoriali, preferendo su tutti quelli che hanno brand già forti, insomma i soliti, nonostante in molti casi ci siano evidenti forzature, cadute di stile e di qualità che passerebbero inosservate sotto la lente “sporca” di un motore di ricerca che fa evidentemente due pesi e due misure.

Allora oggi è il momento di essere brutalmente franco e dire a queste persone come credo stiano veramente le cose: Se ad esempio nel segmento tech esistono già 10 magazine con brand riconosciuto che trattano opportunamente tutti i tipi di news sui nuovi smartphone, su come collegare la stampante al PC e sugli sconti Amazon per comprare l’ultimo macbook air e se questi siti (bene o male) rispondono già a tutti i problemi conoscitivi degli utenti, perché Google dovrebbe dare spazio agli altri 1000?

Provo a spiegarmi meglio: Quanti dei blog venuti fuori negli ultimi anni hanno mai fatto un lavoro per determinare una proposta di valore unico? Quanti hanno fatto un lavoro sulla costruzione di una community di lettori? E quanti invece non hanno fatto altro che mettere online robe che si trovavano già altrove? Se c’è già Aranzulla che spiega come spegnere il PC, perché devi fare la stessa cosa? Insomma, quand’è che il salto dell’Aranzulla è diventato uno sport così diffuso?

Ricordo molto bene un progetto che cominciai a seguire più di un anno fa sul gossip televisivo. Doveva avere un’area in cui gli utenti avrebbero potuto interagire tra loro su quello che succedeva in diretta TV. L’idea era buona, perché a partire da lì si sarebbero potuti aggregare gli appassionati di un tema innescando vere dinamiche comunitarie, insomma un progettone sulla carta, che però alla prova dei fatti divenne il solito blog di News sul grande fratello e sull’isola dei famosi. Nei primi 6/8 mesi raggiunse anche risultati notevoli, poi Google lo tirò via da Discover e non c’è stato verso di farcelo tornare.

Ora, mentre stavamo lì a domandarci se togliere le pubblicità o se sviluppare una versione AMP, abbiamo forse tralasciato di farci la domanda più importante: perché Google avrebbe dovuto darci visibilità? Cosa stavamo facendo meglio dei (o diverso dai) magazine affermati? Ed eventualmente, gli utenti si stavano accorgendo della nostra originalità?

Queste sono tutte domande che non ci si pone proprio, ed è per questo che oggi si parla dei siti editoriali come progetti che nascono con la data di scadenza. Ci lamentiamo del fatto che Google funziona male, ma non ci facciamo alcuna domanda su quanta parte della colpa sia nostra nella misura in cui abbiamo contribuito a ingolfarlo perché avevamo il fuoco sacro di… pubblicare cose già dette.

Capiamoci, è vero che là fuori ci sono tanti siti “decapitati” da Google in favore di altre robe di qualità peggiore, ma è ingenuo ritenere che “il merito” sia solo nella qualità della risorsa in sé, perché ci sono mille altre cose che lavorano sulla percezione di qualità e soprattutto non sei tu a decidere se il tuo sito è migliore degli altri.

Non basta la presunzione di fare meglio. Devi far meglio davvero e soprattutto, se fai meglio, la gente se ne deve accorgere.

Se quindi stai pensando di lanciare un nuovo progetto web, un minuto prima di andare online, chiediti per quale accidenti di motivo le persone dovrebbero preferire il tuo sito di recensioni tech ad HDBlog. Se pensi che la risposta farebbe sorridere i tuoi concorrenti, allora fai un piacere a te stesso e all’internet.

Fai un’altra cosa.

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