Le contromisure di Google per aggiustare le serp

In questi ultimi mesi abbiamo visto Google peggiorare la qualità della ricerca web. Qualche tempo fa eravamo live con Giovanni Sacheli che con allegria funesta recitava il de profundis della SEO, sostenendo che ormai i risultati in serp sono incontrollabili e l’unico modo per stabilizzare i posizionamenti è investire tutto sul brand. Questo è lo scenario.

È vero, Google sta dando più peso che mai ai brand già affermati, anche quando i contenuti non sono un granché e anche quando le performance non sono eccezionali. Vero, ma dobbiamo guardare le cose in prospettiva…

Se è vero ciò che sostengo da un po’, vale a dire che la sovrabbondanza di pagine web pubblicate nel 2023 ha “scassato” Google, allora possiamo comprensibilmente immaginare che al loro quartier generale stiano ragionando su come arginare la situazione. Se da fuori sostengono che “va tutto bene”, d’altro canto sono mesi che i SEO di tutto il mondo li bombardano di segnalazioni, domande e screenshot in cui viene palesato che non è così. Lo sanno, dicono di no, ma lo sanno.

Quali saranno le contromisure per rimettere insieme la ricerca web?

Le contromisure che Google potrebbe prendere dovranno necessariamente tenere in considerazione che il mondo digitale in cui viviamo oggi è troppo vasto. La misura era già colma da tempo, ma oggi Google riesce a malapena a scansionare il 12% di tutte le pagine web messe online nell’internet. Occorre razionalizzare su TUTTO. In base all’esperienza, al buon senso e a quello che si vede già ora, posso prevedere che:

La link building perderà ancora più rilevanza: In un mondo in cui perfino la casalinga di Voghera può mettere online un blog di cucina da milioni di pagine dalla sera alla mattina, pensate a quanto può svilupparsi la link building positiva e/o negativa. L’unico modo che Google avrà per non peggiorare ulteriormente la situazione, sarà smettere di prendere in considerazione i backlink che non spostano utenti in target, quindi pensaci bene prima di affidarti alle “liste” che ti propongono. Chiediti semmai: quante visite mi porteranno questi backlink?

I brand affermati avranno ancora più peso: se Google ha troppe pagine da seguire, dovrà procedere per euristiche e la prima che mi viene in mente – la più stupida proprio – sarà dare alle persone ciò che le persone hanno già dimostrato di preferire in precedenza. Semplice, economico, ingiusto, ma tant’è.

I siti web dovranno pubblicare il numero di pagine “giusto”: Google potrebbe razionare le risorse di scansione, decidendo di penalizzare i siti web che pubblicano TROPPI contenuti, o meglio, troppi in più di quanto è previsto che ne pubblichino. A tal proposito potrebbero inventarsi una nuova metrica di valutazione interna, che potrebbero introdurre a breve con un core update, magari già nel primo quarto del 2024.

Le web performance avranno più importanza di prima: Sempre nell’ottica di risparmiare risorse, Google potrebbe avere interesse a premiare i siti web che gli richiedono meno tempo per scaricare le risorse interne. Questo potrebbe tradursi anche per gli shop online, nella necessità di investire di più su questo fronte, spesso tralasciato, perché non impattante come invece lo è sempre stato per i giornali web.

I segnali derivati dalla telemetria di Chrome: Ho lasciato in coda l’aspetto più importante e già sotto gli occhi di tutti. Sappiamo già bene che i siti web “bannati” da Discover hanno perso terreno anche nelle serp di Google. Questo succede perché col venir meno dei segnali comportamentali, le pagine perdono rilevanza. Google non riesce a valutare i contenuti e l’usabilità effettiva di un sito web, quindi usa noi -poveri utenti implumi – a tale scopo. Con questo non voglio dire che non importa cosa scrivi in pagina, anzi è tutto l’opposto, i contenuti sono importantissimi, solo che a valutarne la qualità saranno gli utenti e non un algoritmo di Google, che tutt’al più esprimerà valutazioni su ciò che riesce a carpire dai nostri comportamenti di navigazione.

Ora è più che mai il momento di fermarsi a riflettere sul concetto di “scrivere per gli utenti”, che pare semplice, ma nasconde la più insidiosa delle trappole. Pensaci un momento.

A completamento di questo concetto, va da sé che un lavoro sull’usabilità delle pagine web, sarà cruciale, così come una corretta disposizione degli annunci pubblicitari, quando presenti.

E tu che ne pensi? Quali saranno le prossime mosse del “genio” della ricerca web?

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