Quando un progetto e-commerce deve valicare i confini nazionali ed affacciarsi all’estero, diventa necessario compiere una serie ulteriore di scelte, come se non bastassero già tutte quelle legate alla SEO, all’esperienza utente e alle varie logiche da seguire per rendersi credibili nel proprio paese. Se il tuo sito e-commerce ha già sviluppato un buon volume di traffico e di affari in Italia, sappi che limitarti ad installare un plugin multilingua potrebbe rivelarsi una soluzione addirittura dannosa per l’indicizzazione in italiano dei tuoi contenuti e se continui a leggere ti spiegheremo il perché.
Cominciamo col dire che per fare e-commerce in regime di internazionalizzazione, la soluzione migliore è duplicare l’intero sito web in una nuova cartella, preferibilmente su terzo livello del dominio principale o su una nuova estensione. Se ad esempio il dominio è vattelapesca.com, una buona soluzione per la versione francese potrebbe essere fr.vattelapesca.com oppure vattelapesca.fr.
Dominio di terzo livello o nuova estensione?
In linea di massima, tieni conto che per Google sono più credibili le attività locali quando comunicano attraverso un sito con estensione ccTLD (country code top level domain). Se quindi l’attività che desideri sviluppare all’estero presenta un’interesse legato alle dinamiche della local search, allora ti consigliamo di acquistare tutte le estensioni di tipo ccTLD corrispondenti ai paesi in cui desideri essere visibile con il tuo sito e-commerce. Come fare a capirlo? Alcune ricerche in effetti risentono della localizzazione. Se ad esempio vendi arredi o prodotti per unghie, alcune query correlate contengono il nome di una città. Puoi rendertene conto attraverso un sito come ubersuggest.org che fornisce tutti i suggerimenti a partire da una chiave di ricerca. In questi casi potrebbe esserti utile un dominio con estensione localizzata in un paese specifico, anche se nel confronto con aziende che risiedono fisicamente in quel paese sarai comunque svantaggiato (sì, Google se ne accorge comunque).
Cosa diversa è invece se i prodotti che vendi non vengono richiamati nelle serp di Google da query che indipendentemente dal fatto di avere al loro interno una località, risentono della posizione geografica di chi effettua la ricerca, come ad esempio i prodotti legati al mondo tech. In questo caso per muoverti all’estero ti consigliamo di sviluppare il tuo sito e-commerce su terzo livello e magari di utilizzare un’estensione generica (gTLD) di tipo .com .net .biz etc.
Perché è meglio non utilizzare un plugin di lingua?
Il rischio di utilizzare un plugin per gestire la versione del tuo sito web in lingue diverse, è nel fatto che Google può finire col non capire le tue intenzioni e leggere nello stesso sito web contenuti differenti per argomento e per lingua. Il risultato è una struttura che somiglia più ad una torre di Babele che ad un sito multilingua, con conseguenze dannose rispetto all’indicizzazione.
Un altro motivo per il quale non consigliamo un plugin di lingua è che tale sistema non consente il settaggio del Paese nel targeting internazionale, una voce importante dei Web Master Tools di Google, senza la quale non si riesce a comunicare correttamente al motore di ricerca le intenzioni del progetto rispetto alla sua internazionalizzazione.
Insomma, una cosetta da niente…
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