Abbiamo sotto le mani una tecnologia grazie alla quale possiamo estendere i processi collaborativi al mondo intero e la usiamo per lamentarci delle scie chimiche. Ogni volta che ci chiediamo se Facebook andrebbe chiuso, in realtà la vera domanda è: tutto questo progresso, ce lo meritiamo?
Tempo fa vidi un film di stampo surrealista in cui si proponeva l’improvviso ritorno di Adolf Hitler nel nostro presente. In una scena il führer si trova di fronte ad un televisore e gli viene spiegato che quello strumento si trova in tutte le case. Immediatamente il dittatore coglie le potenzialità di quel mezzo a scopi propagandistici e comincia a chiedersi quali programmi siano i più trasmessi, soprattutto data l’enorme scelta data dal digitale. Con sommo sconcerto Hitler passa da un canale all’altro trovandosi a guardare esclusivamente programmi di cucina, come se tutta questa incredibile spinta tecnologica servisse al solo scopo di intrattenere con leggerezza. Che spreco, pensò.
Ma sarebbe ingiusto sostenere che il progresso ci abbia solo resi più distratti. Per capire come (e se) i social network ci consentiranno di migliorare il mondo, occorre guardare a ciò che è stato e che viene fatto su queste piattaforme ogni giorno.
I lati positivi dei social
Ci consentono di raggiungere con un messaggio pubblico o privato, persone o istituzioni del tutto inaccessibili prima del loro avvento. In particolare oggi possiamo fare pressione su grandi aziende come ad esempio le compagnie telefoniche e render loro più difficile approfittarsi dei consumatori. Allo stesso modo possiamo aiutare le forze dell’ordine nella ricerca delle persone scomparse, come possiamo denunciare un malcostume o sanzionare un comportamento “ardito” dei nostri politici fino ad influenzarne le decisioni.
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Oltre questo i social ci stanno davvero permettendo di accelerare i processi creativi mediante la collaborazione a livelli via via più stretti tra membri delle varie community. L’accesso così rapido ai gruppi su facebook ti offre la percezione di essere immediatamente connesso con centinaia di persone pronte a offrirti (gratis) suggerimenti su temi molto specifici. La sensazione di essere sempre connessi e la facilità di accesso ad informazioni cruciali sta già liberando moltissimi dal giogo del lavoro subordinato e con esso del dover prendere ogni mattina mezzi freddi e grigi per consumare pasti freddi e grigi durante le brevi pause pranzo in uffici freddi e grigi.
Conoscere persone nuove o compra/vendere strumenti musicali, computer, case, diventa non solo più facile, ma spesso più sicuro, perché attraverso i social hai più mezzi per capire se dall’altra parte c’è una persona che merita fiducia oppure no.
Insomma, scusate se è poco.
I lati negativi
Per dirla tutta a volte questo enorme calderone appare soffocante. Apri facebook e trovi persone che si sfogano all’indirizzo di ignoti, ignoti che si sfogano all’indirizzo di persone e ignoti che si sfogano all’indirizzo di ignoti. È la versione post digitale dello stadio di calcio, inteso come valvola di sfogo delle tensioni sociali. La vita che conduci non ti soddisfa e utilizzi proprio i social per manifestare al mondo la tua insofferenza, senza sapere che forse la risposta ai tuoi problemi è proprio in quella tecnologia che utilizzi per raccontarci quello che hai studiato (su YouTube) delle scie chimiche.
Poi c’è la violenza gratuita all’indirizzo di persone che non conosci, quella a pagamento, prezzolata dall’azienda di cui fai gli interessi, le fake news, i venditori di corsi, i jet privati, i nani e le ballerine.
Ma tutte queste brutture, rispetto a quanto di positivo c’è nei social network, rappresentano davvero un valido motivo per cui a conti fatti sarebbe meglio vivere senza? Sei sicuro che la tua vita sarebbe migliore se i social sparissero?
A conti fatti
La cosa più bella che posiamo tentare di fare in questa vita è adoperarci per lasciare il mondo un po’ meglio di come lo troviamo. Per un ambientalista può significare “più pulito”, per me significa “più consapevole”. L’uso consapevole della tecnologia ci permette di migliorare la nostra vita e quella degli altri, mentre un utilizzo meno accorto può produrre disaffezione e allontanamento, quando non proprio disastri sociali.
Ma per usare i social in modo consapevole non serve che arrivino regole diverse o innovazioni di qualche tipo dall’alto, piuttosto dobbiamo crescere noi. È solo facendo introspezione, solo fermandoci un momento a guardarci dentro che possiamo capire il valore enorme di non mandare a quel paese le persone su facebook solo perché ci sembra abbiano detto una sciocchezza, oppure l’importanza di non avere sempre e comunque un’opinione da esprimere su ogni piccola cosa che succede.
La bella notizia è che hai infinite possibilità di sfruttare queste tecnologie per migliorare il mondo.
Devi solo ridurre il rumore di fondo e potresti accorgerti che per cambiare il mondo non devi fare niente.
Non è una tua responsabilità. Tu smetti di fare attrito e vedi che succede.