Multa di 10 Euro Per Chi Posta Male

In quest’articolo non ti darò suggerimenti su come migliorare la SEO del tuo sito, né ti scriverò il resoconto di una chiacchierata con uno dei miei amici influencer e operatori di settore. Questo è proprio un articolo di protesta, anche se forse ti arriverà più come una richiesta d’aiuto, in ogni caso sentivo di destinarlo a chi lavora in comunicazione e possiede un account Facebook.

multa per chi posta male

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Che cosa NON è facebook

Facebook nasce per mettere in contatto le persone, in origine gli studenti, poi il mondo intero. Serve a condividere le tue esperienze (quelle che ti va di far conoscere) con il mondo, o quantomeno con una parte di esso. Una foto del tuo gatto, il fatto che sei felice perché hai risolto una fastidiosa stitichezza, la tristezza per aver perso un parente, per una storia finita o ancora l’entusiasmo per un nuovo progetto o per un incontro. Semplice no? Invece no, perché molti ne fanno un uso improprio, certamente lecito, tuttavia (ripeto) improprio. Facebook non è il tuo diario personale, non serve a pubblicarci sopra pensieri e frasi che puoi capire solo tu. Capisco la licenza poetica, ma certe volte si finisce nell’incomunicabilità, un bel paradosso per chi lavora nella comunicazione.

Ma io parlavo in generale…

Una delle cose in assoluto più fastidiose da leggere su Facebook sono le critiche velate all’indirizzo di qualcuno che però non si sa chi è. Solitamente roba come “certa gente fa così e sbaglia, poveretti, non hanno capito niente”. È evidente che ce l’hai con un collega che non sopporti, ma hai commesso due errori, il primo è non fare il nome della persona o dell’agenzia in questione, il secondo è pubblicare il post. Se hai qualcosa da ridire su qualcuno perché non lo chiami e glielo dici? Se ad esempio pubblichi su Facebook un post al vetriolo dicendo che lo fai per mettere in guardia contro la cattiva informazione, perché ometti il dettaglio principale, cioè il nome di chi fa cattiva informazione? Non dai nessun aiuto agli altri e in più ti mostri rancoroso, un atteggiamento proprio dei deboli e di chi ha paura. Quando poi ai “leoni da tastiera” viene chiesto se ce l’avessero con qualcuno e chi fosse, loro ti rispondono “no, ma io parlavo in generale”. 

Outing: Io queste dinamiche le conosco molto bene, perché qualche anno fa, per un certo periodo sono stato esattamente quel tipo di persona a cui oggi contesto di non saper campare.

“In generale” tienitelo per te che è meglio.

Le frasi da incorniciare

Tu ce lo vedi Seth Godin che posta in giro frasi come: “mi hai sottovalutato, povero pirla”, oppure “quando non sai fare niente, scrivi un libro e vedrai che successo!”. Sai perché non lo fa? Perché ha avuto successo e quando hai successo non ti viene di parlare male degli altri in questo modo o al massimo se hai un’appunto da fare, lo rivolgi nel merito di una questione precisa e all’indirizzo di una persona vera, senza sbattere in faccia al mondo la pochezza dei tuoi genitali.

Ergo, ogni volta che comunichi come sopra, io leggo e traduco automaticamente che come professionista non te la passi tanto bene, magari la tua agenzia perde colpi, insomma, non ce la stai facendo e quindi te la prendi con gli altri, ma senza fare nomi, giusto per sfogarti un po’.

Come ti risolvo questo problema?

Ieri ho scritto a Mark Zuckerberg. Ti riporto il messaggio così come gliel’ho inviato:

Caro Mark, intanto ti faccio i complimenti per la tua nuova scrivania e per l’open space, davvero molto bello, anche se a me (lo sai) gli spazi condivisi tolgono la concentrazione. Ti scrivo per chiederti di istituire una multa simbolica di 10 euro per tutti gli utenti che nelle informazioni del profilo dichiarano di lavorare in comunicazione e che nei post si lamentano come se avessero 6 anni. Se lo ritieni utile, posso contestarle io stesso ai diretti interessati, almeno qui in Italia. Sono pronto a cambiare la mia immagine del profilo con quella di zorro, però con una S al posto della Z, ché le spigolosità mi urtano.

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