La ricerca generativa colpirà gli editori?

È una domanda che si stanno facendo in tanti mente qui in Italia è ancora difficile provare la SGE o Search generative experience di Google, vale a dire le nuove serp che integrano risposte prodotte da un’AI generativa.

In questo periodo tanti si chiedono se tali risposte costituiranno una minaccia per i siti web che potrebbero vedere di fatto diminuire le visite a causa delle risposte sempre più complete e accurate prodotte da questa nuova tecnologia.

Una minaccia? Forse, ma per chi?

Mi ha fatto molto sorridere (e riflettere) una battuta di Rand Fishkin, che ha recentemente commentato il suggerimento di NON rimuovere i contenuti vecchi, perché anche se non fanno traffico, potrebbero sempre essere utili per la rilevanza generale del sito web. Il commento del vecchio Rand è stato più o meno: bravi, meglio non cancellarli, così potranno essere utili per addestrare ancora meglio l’intelligenza artificiale e aiutarla a farci le scarpe!

In effetti, la questione della rimozione dei contenuti obsoleti è un tema caldo per i progetti editoriali che pubblicano tanti contenuti nuovi ogni giorno. Ed è un tema spinoso, perché capire quali contenuti tagliare e quando, rappresenta una sfida ardua, sia perché le redazioni hanno sempre i minuti contati, sia per il ricambio frequente di risorse umane che rende difficile capire chi ha fatto cosa. Tecnicamente un casino.

Ma tornando alla domanda di questo paragrafo, se Google produrrà risposte complete e argomentate su un certo tema, gli utenti avranno sempre meno bisogno di fare click sul link che punta al contenuto corrispondente a tutto svantaggio degli editori. Ma se le cose stessero così, a pagare sarebbero gli editori di notizie, i blogger e tutti coloro che monetizzano con le pubblicità, perché vedrebbero sostanzialmente diminuire i loro profitti. E quindi? Chiudiamo tutto? Abbiamo scherzato? Dobbiamo bloccare il bot da cui dipende la SGE? E ci conviene farlo?

Le cose non sono così nere come sembra

Intanto ormai tutti sanno che i progetti editoriali che funzionano, ricevono traffico da G-Discover e G-News, piattaforme sulle quali la SGE non arriva. Basterebbe questo a far stare tranquilli gli editori di notizie, però ci sono altri siti web, pure editoriali, che invece beneficiano maggiormente delle ricerche organiche, come spesso i foodblog, i siti web che offrono tutorial e più in generale tutti quelli che producono contenuti di tipo evergreen. Qui il problema si pone maggiormente.

A questo tipo di editori suggerisco di lavorare per differenziarsi rispetto ai canali, ai layout e alle azioni di branding:

Canali: Non puntare al solo traffico organico. Se ad esempio curi un foodblog, è arrivato il momento di guardare ai social come a un dispositivo di fruizione di contenuti con un taglio particolare che a più livelli possono portarti traffico sul sito o comunque altre opportunità di business. Qui ci sarebbero da dire mille cose che possono essere tutte racchiuse nell’espressione: Non guardare solo alle serp di Google.

Layout e UX: Se la SGE risponderà in modo pertinente e accurato, offrendo un intero contenuto (valido) ai tuoi utenti, perché questi dovrebbero invece visitare il tuo sito? Semplicemente perché sul tuo sito il contenuto è sviluppato “meglio” proprio visivamente. Si utilizza meglio, si apre subito, si collega meglio con altre pagine pertinenti, ti permette di fare più cose e meglio rispetto a quello generato dalle SGE. Di contro, se nel momento in cui arrivo sulla tua pagina vengo bombardato da banner, video pubblicitari, popup, richieste di geolocalizzazione o comunque di abilitare il feed per il sito e form di iscrizione alla newsletter, probabilmente preferirò la risposta di Google. Non la preferiresti anche tu a queste condizioni?

Branding: Ne scrivo sempre e lo ribadisco una volta di più. Gli utenti finiscono per caso su tanti siti web, ma tornano su quelli che riconoscono come autorevoli o che più semplicemente gli risuonano per qualche motivo. Lavorare sul brand di un progetto web serve a rendere più stabile la domanda del servizio offerto da quello stesso brand.

In ultimo, dobbiamo bloccare i crawler di Google che nutrono la SGE?

No, assolutamente no. Se il tuo progetto rientra tra quelli che ho descritto sopra, lavora piuttosto sui tre punti che ho descritto e lascia stare i propositi da cortina di ferro. Google è troppo grande per fare ragionamenti del tipo “sai che c’è? Vado per la mia strada!”.

Del resto la sociologia ci insegna che i sistemi chiusi implodono, mentre quelli che comunicano con l’esterno prosperano. Pensa alla fine che ha fatto l’Unione Sovietica.

Il finale politicizzato… 🙂

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