Pietro Tibaldeschi è un eCommerce Specialist con il Digital come focus. In particolare si occupa di come l’elemento digitale modelli l’intera industria di gioielleria e fashion jewellery. È il fortunato autore di Professione E-Commerce Manager, edito da Flaccovio nel 2023.
Di seguito le risposte alle mie domande, per le quali lo ringrazio, augurando a voi buona lettura.
Ciao Pietro, ci racconti i tuoi attuali focus lavorativi?
Ciao Francesco.
Attualmente sono impegnato su due fronti principali. Lo sviluppo commerciale del nostro SAAS (software as a service) dal nome marketrock.it , un software che ha lo scopo di aiutare i venditori online a gestire ordini, spedizioni, inventario, pubblicazione e analisi delle performance sui marketplace.
Il secondo fronte è l’associazione culturale e-commerce manager, che ho co-fondato 7 anni fa 🙂 L’associazione ha lo scopo ambizioso di formare e aggregare gratuitamente le persone che vogliono intraprendere questa carriera ottenendo le risorse finanziarie dalle aziende che fruiscono di servizi erogati dagli stessi associati. Con un sistema di punti, una sorta di moneta virtuale interna al nostro ecosistema, gli studenti possono acquistare i corsi e partecipare a momenti laboratoriali pratici se si impegnano o se fanno qualcosa per l’associazione.
Come hai strutturato “Professione e-commerce manager” e a chi si rivolge?
La struttura del libro è pensata per coloro i quali devono avvicinarsi al commercio elettronico come operatori. Abbiamo osservato quali mansioni ricoprivano le persone in azienda e abbiamo fatto “reverse engineering” sulle competenze.
L’idea di base è che chi si occupa di ecommerce in un’azienda tipica italiana è chiamato ad occuparsi dalla gestione del catalogo digitale fino all’assistenza clienti. Spesso però, se le competenze tecniche si maturano sul campo, rimangono lacune come voragini su altri temi che hanno fondamenti teorici solidi (come l’analisi dei dati). Abbiamo pensato che serviva un manuale per consegnare queste basi teoriche sui temi che riteniamo più rilevanti e che sono:
1. ecommerce management
2. digital marketing
3. digital analytics
4. sales
5. customer service
Quali sono le competenze più importanti richieste per rivestire questo ruolo?
Se devo osservare cosa viene richiesto e confrontarlo con quello che spesso serve trovo una discrepanza eccezionale. Ad ogni buon conto, l’imprenditore sovente intravede la soluzione ad ogni problema negli aspetti tecnici. Ne consegue che le competenze di cui si parla sono quelle correlate agli aspetti della visibilità (SEO, PPC, Growth hacking, ecc.) e della gestione dei canali (Amazon, Shopify, Magento, ecc.).
Nella mia esperienza quel che serve per vincere online è il capitale intellettivo di “teste pensanti”, che con spiriti critico portano l’azienda a raggiungere gli obiettivi.
L’ecommerce manager è una figura interna o esterna all’azienda che vende online?
Dipende dalla dimensione dell’azienda e dalla cultura della sua organizzazione. Se escludiamo quelle realtà italiane in cui la proprietà è completamente distinta dal management, vedo due scenari tipici.
Il primo è quello dell’impresa che si accosta per la prima volta a questi temi. In questo caso è completamente inutile internalizzare quella risorsa, forse addirittura deleterio in qualche caso. Chi stabilisce tattica e strategia? Chi le caratteristiche della persona da assoldare per poterle interpretare? se l’imprenditore non ha esperienza su questo fronte dare risposta alle prime due domande è complicato. Più semplice e ragionevole è affidarsi ad un freelance (o un gruppo di freelance) che possa gestire questo momento di transizione con l’obiettivo di creare le condizioni perché l’azienda si porti in casa il know how necessario a procedere autonomamente.
Il secondo caso è quello dell’impresa che ha una consapevolezza circa i temi del digital in genere, e del commercio elettronico in particolare, e che possa fissare obiettivi magari ambiziosi ma ragionevoli. Li ha senso essere dotati di un team interno.
Come pensi che è destinata ad evolversi questa figura professionale?
Scommetto sulla “liquefazione” del mondo del lavoro. Vedo gruppi di lavoro costituiti da freelance che si associano in team temporanei per giungere ad obiettivi specifici. Ed è quello che sta accadendo (e che stiamo in qualche modo stimolando e cercando di governare) anche nella nostra associazione.
Disporre di figure interne/esterne consente di poter contare sul patrimonio culturale sempre aggiornato e mantenere l’azienda “agile”, anzi “antifragile” possibilmente.
Non penso che il nomadismo digitale sia la risposta ad una vita all’insegna della libertà, piuttosto penso che lo status di freelance sia quello ideale (perché è reciproca la scelta impresa/freelance di decidere con chi lavorare). L’associazione ecommerce-manager.org ha tra i suoi scopi quello di diventare una platform per freelance, che li ospiti, li aiuti e sia per loro una risorsa da cui attingere.
In ultimo, ci lasci qualche link per restare aggiornati sull’argomento?
Volentieri 🙂 A questo link maggiori info https://community.ecommerce-manager.org/
Lascio anche il mio link al profilo linkedin per eventuali contatti e ti ringrazio: https://www.linkedin.com/in/pietrotibaldeschi/